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domenica 5 febbraio 2023

Patrizia e il destino

di Marisa Vidulli








Il destino mescola le carte e noi giochiamo.”

Arthur Schopenhauer




Quel breve attimo che intercorre tra il sonno e il risveglio era incredibile. Era come se lui fosse vivo, lì, accanto a lei. Patrizia si girava per comunicargli quello che nel sogno gli stava dicendo. Ma lui non c’era: era stato un breve attimo di felicità.


Poi c’erano gli incubi e allora il breve attimo si trasformava in sollievo. No, non era vero, era solo un incubo quello che aveva sognato: lui che la lasciava o la sgridava.

Lui era stato il suo compagno per cinquantatre anni, il suo super eroe, il suo tutto. Perderlo era stata una tragedia e ancor di più vederne il lento e inesorabile declino.

Lo aveva curato, assistito con amore, ma non era riuscita a salvarlo come invece lui aveva fatto con lei, quando aveva avuto l’aneurisma cranico. Aveva tempestato mezzo mondo e ce l’aveva fatta a trovare il miglior chirurgo sulla piazza che l’aveva operata e come per miracolo guarita. Le aveva praticato un buco in testa e utilizzato una sonda per chiuderle l’arteria esplosa che le stava per inondare il cervello di sangue.

Lei no, non ci era riuscita. Era solo la moglie di un super eroe, non l' eroina.

Questo pensava e in quel breve attimo, dopo essersi svegliata dal sogno. E sempre si rimproverava, come se la colpa fosse stata sua e non del destino malefico.

Era giunto alla fine del suo viaggio e nulla avrebbe potuto il suo infinito amore per lui.

Il destino di ciascuno di noi è segnato. Il nostro viaggio, breve o lungo che sia, a un certo punto termina, ma lei non lo sapeva e si girava ancora la mattina per parlargli.

ERANO PASSATI SOLO 4 ANNI MA ERA COME SE FOSSE SUCCESSO IERI PER LEI.

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