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venerdì 9 settembre 2022

IL CECCHINO di Liam O’Flaherty

(a cura di Mimma Zuffi)

ed. Il bosco di latte


 Dublino giace avvolta nell’oscurità, rischiarata appena dai raggi lunari che fanno capolino tra le nuvole. I Repubblicani e le truppe governative del Free State si stanno dando battaglia in quasi tutta la città a colpi di mitragliatrici e fucili. Appostato su un tetto, un giovane cecchino repubblicano scruta la situazione con un binocolo da campagna e con il fucile sempre a portata di mano. Si tratta di un ragazzo, forse uno studente, ma gli occhi tradiscono le preoccupazioni di un uomo adulto. Un goccio di whisky e il rischio di una sigaretta: qualcuno potrebbe vedere la fiammella del fiammifero e sparargli addosso. Il colpo infatti si schianta sul cornicione ma lui può fumare tranquillo, rischio scampato. 


C’è qualcuno davanti a lui, qualcuno contro cui sa che dovrà sparare per primo per non finire all’altro mondo... Spunta l’alba e, pur non nutrendo più speranze, sanno che non è più possibile fermarsi. In lontananza, le mitragliatrici si fanno sentire in tutto il loro vigore. Sul tetto di un pub, ad aspettare la morte… C’è tanta gente nella casupola di Patrick Fenney oggi: uomini, donne, bambini, tutti allineati nell’ampia cucina o seduti su sgabelli e sedie. Michael e sua sorella sarebbero partiti per Boston, negli Stati Uniti d’America. Il giovane, consapevole della propria forza fisica e del carattere avventuroso, già pregusta la possibilità di lavorare e guadagnare tanti soldi, mentre il padre, in silenzio, viene assalito da malinconia e ricordi… Sono un ex commissario di polizia del distretto di Kilmorris e voglio raccontarvi la storia di Sean McKelvey. Egli viveva nella piccola isola di Inishcam, vero e proprio quartier generale per la sua industria principale, la distillazione illegale di whisky. Questo tizio, in verità poco più che un ragazzo, amava farsi chiamare “il Re” ed era amato sicuramente più di quanto non lo fossi io o la polizia che rappresentavo. Sapevo, pertanto, che avrei dovuto affrontarlo di persona…

Quattro racconti firmati Liam O’Flaherty, uomo delle Isole Aran e scrittore fra i più importanti del Rinascimento irlandese. Le tematiche affrontate sono le “solite” di tanti suoi colleghi e conterranei: i sanguinosi anni 1921-1922, l’emigrazione verso gli Stati Uniti e gli ambienti malfamati popolati dai reietti e dai criminali. Questa breve raccolta, che comprende Il cecchinoGuerra civileVerso l’esilio e Il re di Inishcam, fornisce al lettore un gustoso antipasto della produzione dell’autore di romanzi quali Il traditore e L’anima nera. Mettendo da parte la narrazione storica, O’Flaherty lascia che siano le persone comuni a parlare, e non si può provare un brivido nel leggere la storia di due fratelli pronti ad uccidersi in quanto schierati su posizioni opposte durante la guerra civile, né si può restare indifferenti alle paure dei protagonisti di Verso l’esilio, preoccupati per un futuro lontano da casa e in una terra straniera fin lì conosciuta soltanto tramite racconti e narrazioni più o meno attendibili. Una piacevole incursione nella Storia vista attraverso una finestra dove famiglie intere si ritrovano intorno al focolare, col loro carico di ambizioni, delusioni, preoccupazioni e speranze.

Liam O’Flaherty 
(Inis Mór, 28 agosto 1896 - Dublino, 7 settembre 1984) è stato uno dei più importanti scrittori di romanzi e racconti, tra le maggiori figure del Rinascimento irlandese. Nacque nel remoto villaggio di Gort na gCapall, Inish-mór (una delle isole Aran), nella contea di Galway, e si formò alla University College di Dublino. Le sue opere sono caratterizzate da realismo e da potenti toni drammatici. Il regista Neil Jordan ha scritto che «O’Flaherty è un grande, grande scrittore, la cui opera rimane unica in ogni lingua, in ogni cultura». Di Liam O’Flaherty ricordiamo L’anima nera (Tranchida, 2006) e Il traditore (Tranchida, 2009).

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