!-- Menù Orizzontale con Sottosezioni Inizio -->

News

mi piace

lunedì 19 aprile 2021

Storia di San Pietroburgo - parte ottava


di Tatiana Bertolini

L’Ermitage: i Palazzi

 


 

Il cuore dell’ex capitale Russa è qui nel palazzo degli zar, altrimenti detto Palazzo d’Inverno o Ermitage.

E’ una costruzione immensa, costituita da diversi edifici collegati fra loro la cui realizzazione è durata oltre un secolo.

Il primo edificio, quello più vecchio, è il Palazzo d’inverno vero e proprio. Esso fu costruito sotto la zarina Elisabetta al posto di due palazzi edificati nel 1711 e nel 1721. La zarina, figlia di Pietro I, diede l’incarico a Bartolomeo Rastrelli, figlio dello scultore Carlo chiamato in Russia proprio da suo padre. I lavori iniziarono nel 1754.

                                                                          

 

 

 

 

   Ingresso: Salone degli ambasciatori    

 

 

 


Sala piccola del trono

con il ritratto di Pietro il Grande

 

 

 

 

 


Sala Grande del trono o sala di S. Giorgio

  

 

 

 

 


Piccolo Ermitage edificato da Caterina II dal 1764 al 1769, al suo interno si trova la sala del padiglione e il giardino pensile.

 


  sala del padiglione

 

 


 


 

 


Particolare del pavimento a mosaico 

 

 

 

 

 

 

Orologio, particolare del pavone

 

 

 

 

 


Trattasi di un complesso orologio meccanico dove trovano posto carillon a forma di animali (pavone, gallo ecc..) che si muovono ed emettono i suoni dei rispettivi animali.


Vecchio Ermitage costruito da J. Felten tra il 1771 e il 1787 costruito per ospitare le raccolte di quadri che andavano aumentando.


 

 


 

 

 


Il già ricordato Teatro dell’Ermitage costruito da Quarenghi 1783-1787

Nuovo Ermitage costruito dal 1851 sotto il regno di Nicola I che ospita tra l’altro i vedutisti veneziani. Il portico d’ingresso è ornato da cariatidi che raffigurano gli Atlanti

Complessivamente abbiamo un edificio di 1050 stanze,1787 finestre e 117 scale. Nel 1853 fu quasi interamente distrutto da un incendio e fu ricostruito fin nei minimi dettagli dagli architetti V. Stasov e A. Brjullov.

 

Le immagini relative al Nuovo Ermitage e alla galleria degli eroi nella guerra napoleonica sono protette da copyright e quindi non è stato possibile scaricarle.

L’Ermitage, le Gallerie

 Questi sontuosi edifici raccolgono al loro interno una delle più vaste collezioni di dipinti, e non solo, al mondo.

Basterà dire che i magazzini sono stipati di quadri che vengono esposti con periodiche rotazioni.


Il primo nucleo è la già ricordata raccolta di dipinti olandesi portati da Pietro il Grande tra i quali risalta la Flora del maestro Rembrandt.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Successivamente Caterina II acquistò quadri da nobili decaduti e da mercanti d’arte. Infine, dopo la rivoluzione, i dipinti che ancora erano nelle case dei nobili ormai esautorati furono portati in questo museo.

Esso è suddiviso nelle seguenti sezioni

- Arte dell’Europa occidentale

- Arte e cultura della Russia

- Arte antica della Russia

- Arte del vicino e medio oriente

- Antichità classica

- Arte e cultura dei popoli orientali non appartenenti alla Russia

- Numismatica

Oltre alla collezione riservata di cammei che era stata di proprietà personale di Caterina la Grande.

 

Interessante il settore arte antica della Russia dove sono conservai reperti archeologici rinvenuti in Ucraina, e nel Caucaso.

I pezzi più pregiati sono quelli dell’antica civiltà siberiana degli Sciiti, a lato un manufatto d’oro lavorato a sbalzo.

Sotto una spilla e un pettine

                 

 

 





Il settore maggiormente frequentato è quello dell’arte dell’Europa occidentale dove ampio spazio trova la pittura italiana

 

Vi sono dipinti gotici come l’annunciazione di S. Martini


 


 

 




 

 

 


 

 

Un affresco di Beato AngelicoLa Madonna, S. Tommaso e S. Domenico

  

 

 

 

 


 


Dipinti del periodo rinascimentale:

S. Sebastiano di Perugino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sacra Famiglia di Raffaello

 


 e tanti altri tra cui UNA DAMA del Correggio, LA MADDALENA e una DANAE

del Tiziano, la MADONNA BENOIS e la MADONNA LITTA di Leonardo 

Per il barocco ricordiamo un Caravaggio


Il suonatore di liuto

 


 

 

 



Per il ‘700 i vedutisti veneti raccolti al Nuovo Hermitage

 


 

  

 

Canaletto

Arrivo dell’Ambasciatore francese a Venezia

 

 

 

 

Per la pittura dell’800 Vincent van Gogh

 

Case con i tetti di paglia



 

 

 

 

 



E per quella del ‘900
Henry Matisse

La Danza

 

 

 

 

 

 

 

 

  

Le Sculture

 

 

Vastissima è anche la raccolta di statue, ci limiteremo a ricordare il Ragazzo inginocchiato di Michelangelo



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


E il corridoio dedicato a Canova

 

               

 

 

 

 

Particolare de

Le tre grazie

 

 


 

 

 

 

 


 


Infine chiudiamo con la copia della Loggia di Raffaello, eseguita per volere di
Caterina II , dove le grottesche originali sono state riportate su tappezzeria di seta  

                     

 

 

 

 

 

 

 

 

*************************************************

 

Movimenti politici nella Russia di fine ‘800

 

Durante il regno di Alessandro II, essendo state, per così dire, aperte le frontiere, molti studenti si recarono a studiare all’estero, specie in Svizzera. Fra essi erano numerose le ragazze che in patria trovavano ancora una certa difficoltà se non ostilità a poter coltivare i loro studi.

Consapevole però che questo avrebbe potuto avvicinarli a nuove idee, lo zar, nell’ultimo decennio del suo regno, li richiamò in Russia.

Parecchi di questi giovani avevano costituito a San Pietroburgo il movimento populista Zemlja e Volia (terra e libertà) che si proponeva con metodi di azione legale, di dare la terra ai contadini, e loro stessi si erano poi sparpagliati nel paese andando ad insegnare nelle scuole rurali con l’intento di risvegliare nei contadini la coscienza dei loro diritti. Ma queste nuove idee erano così lontane dalla loro mentalità arcaica e quasi primitiva, che gli stessi mugiki erano andati dalla polizia per denunciarli in modo che fossero arrestati e condannati al carcere o alla deportazione.

Nell’insieme l’esperienza si rivelò dunque un fallimento, così come era stata l’abolizione della servitù della gleba.

Il 26 agosto del 1897 a San Pietroburgo una parte dei componenti di questo movimento si staccò da esso e fondò un nuovo gruppo detto Narodnaja Volia* (la volontà del popolo) che si prefiggeva l’abbandono di questo tipo di lotta per la terra per passare invece ad azioni mirate aventi lo scopo di eliminare e minare l’autorità dello stato e preoccupare le classi aristocratiche.  Una forma di lotta che è stata poi definita terrorismo.


La principale vittima di questi attacchi era proprio lo Zar e i tre leader del gruppo, Zeljabov, Finger e la Perovskaja, organizzarono diversi attentati contro Alessandro II che fu poi ucciso il 3 aprile 1881, La sua carrozza fu pesa di mira da 4 lanciatori di granate che si susseguirono fin quando lo zar non saltò in aria lungo il canale Griboedov.

In quel punto il suo successore, Alessandro III, fece costruire una chiesa, quella del Redentore sul Sangue; nel punto in cui si trovava la carrozza venne collocato l’altare e questo ha determinato uno smottamento oltre l’argine del canale in quanto l’abside sporge dallo stesso.

 

 

                                                           Una suggestiva immagine notturna del canale, sullo sfondo la mole della chiesa del Redentore



Lo stile vuole essere un ritorno alla tradizione ortodossa, non abbiamo perciò una linea classica come nelle altre cattedrali di S. Pietroburgo ma un richiamo alla cattedrale moscovita di San Basilio.

 


 

Purtroppo però siamo in presenza di una copia, non è più il tempo di Ivan il Terribile e l’edificio, estremamene ridondante e con una rutilante policromia, suona un po’ come artificioso, una sorta di falso storico.

 

*Volja in russo significa sia volontà che libertà

*************************

Alessandro III (1881-1894)

I 13 anni di regno di Alessandro III furono i più duri di tutto il XIX secolo.

Già nell’ultimo periodo del suo regno Alessandro II aveva mutato rotta ed intrapreso una politica più reazionaria, ma il figlio, reazionario convinto, si diede da fare per neutralizzare se non abolire le riforme del padre. Alzò il censo per il diritto di voto e a S. Pietroburgo gli elettori maschi scesero da 21.000 a 8.000

Vi fu un aumento della repressione poliziesca, anche se l’organizzazione Narodnaja volja nel giro di poco dopo l’attentato allo zar si era sciolta, con numerose condanne alla deportazione in Siberia e ai lavori forzati.

È di questi anni l’ultimo grande romanzo di Tolsoj Resurrezione che affronta proprio il tema delle condizioni dei detenuti in contrasto con le dissolutezze e la ferocia nel difendere i propri privilegi della nobiltà.

Secondo il protagonista, il principe Nechlijudov il compito della magistratura non sarebbe quello di far rispettare le leggi ma “quello di sostenere gl’interessi di classe. La magistratura, a mio parere, è semplicemente uno strumento amministrativo che serve a sostenere l’ordine di cose esistenti, favorevole alla nostra classe sociale

Furono così introdotte riforme nell’istituto dello Zemistvo che ne impedirono il funzionamento, venne introdotto il numero chiuso nelle università e il divieto per gli studenti di organizzarsi.

Fu implementato il processo di russificazione e imposizione dell’ortodossia anche in realtà quali l’Ucraina e la Georgia che pur non essendo russe erano comunque province ortodosse.

La situazione peggiore toccò ai polacchi e agli ebrei. Questi ultimi confinati negli shtetl, villaggi di piccole e medie dimensioni, abitati da commercianti e artigiani, nell’area occidentale del paese denominata “recinto ebraico” da cui non potevano uscire, erano sempre più frequentemente soggetti a violenti pogròm (in russo massacri) compiuti dai cittadini e dalla soldataglia russa spesso appoggiati se non istigati dalle stesse autorità russe.

Intanto proseguiva seppur a rilento l’industrializzazione del paese, e la costruzione della rete ferroviaria che si ampliò enormemente con la costruzione della Transiberiana

Le officine Putilov a S. Pietroburgo 


Il primo nucleo di questa grande industria siderurgica pesante era stato fondato nel 1801 dallo zar Paolo ma allora si trattava di una piccola fabbrica pionieristica.

Alla fine del regno di Alessandro III l’industriale Putilov che ne aveva assunto la direzione, ne favorì un grande sviluppo anche perché da questa fabbrica uscivano, tra gli altri prodotti, le locomotive. Alla vigilia della rivoluzione in esse lavoravano 36.000 operai.

L’impianto di questa grande industria ebbe un forte impatto sulla città comportando tra l’altro la costruzione di immensi capannoni che fungevano da dormitori per gli operai.

Questa era una soluzione attuata anche in altre città dove erano grosse industrie, come ad esempio a Mosca. Se le fabbriche erano a conduzione famigliare spesso gli operari dormivano per terra accanto ai macchinari.

Nei dormitori invece era assicurato un tavolaccio dove dormire tra un turno e l’altro; i posti non erano riservati per ciascun operaio e in questo modo non vi erano mai spazi lasciati vuoti. Questi luoghi erano messi a disposi­zione dai padroni della fabbrica. Gli operai erano in prevalenza contadini che venivano dalla sterminata campagna russa, e appena potevano richia­mavano in città la famiglia che spesso finiva anch’essa a lavorare nella loro stessa fabbrica.

Questo aveva acuito la crisi abitativa della città e così anche le famiglie dormivano in questi dormitori. Alle famiglie era riservata la Kamorka, una piccola stanza che ospitava più nuclei famigliari mentre gli stanzoni ospitavano fino a venti - trenta operai.

Coloro che riuscivano andavano a popolare i nuovi edifici costruiti alla periferia in cui ancora una volta famiglie numerose erano stipate in pochi metri quadri e comunque essi si potevano ritenere fortunati perché erano riusciti ad evadere dai kamorki.

Il ministro delle finanze Nicolaij Bunge, oltre ad altre riforme (quali la tassazione dell’eredità, abolizione imposta pro capite, e la fondazione di una banca contadina) inaugurò una legislazione del lavoro spesso però destinata a rimanere sulla carta.

Secondo queste nuove norme i ragazzi dai dodici ai quindici anni avevano la riduzione lavorativa a otto ore al giorno, il divieto di lavoro notturno per i bambini e donne nell’industria tessile, la riduzione delle multe a carico dei lavoratori e la nomina di ispettori che avrebbero dovuto verificare l’applicazione della legge.

Nonostante si trattasse di una regolamentazione limitata, gli adulti continuavano a lavorare 12 ore al giorno su turni distribuiti sulle 24 ore, il ministro fu costretto a rassegnare le dimissioni per la protesta degli altri ministri reazionari il linea con la politica del sovrano.

Nicola II (1894-1917)

Nicola II fu l’ultimo zar di Russia e la sua figura
apparve da subito piuttosto contraddittoria.

Caratterialmente era un uomo mite, l’esatto opposto dei suoi predecessori, per nulla arrogante e molto legato alla famiglia. Questi aspetti in apparenza positivi, celavano però una grave mancanza di carattere, ed una scarsa capacità decisionale, che lasciò ampi spazi ad alcuni collaboratori, ma, soprattutto dopo il matrimonio, celebrato nel 1894, alla moglie Alexanda Fëdorovna.

 



Essa era una principessa del granducato d’Assia, sito nell’impero germanico, e nipote della regina Vittoria presso la quale aveva vissuto dall’età di sei anni poiché aveva perso la madre, deceduta come quasi tutta la sua famiglia, per un’epidemia di difterite. Dalla nonna purtroppo essa aveva ereditato l’emofilia. Questa malattia, silente nelle donne che ne sono portatrici sane, si manifesta nei figli maschi.


 

Quando nel 1904 partorì finalmente, dopo quattro femmine (Olga 1895, Tatiana 1897, Maria 1899, Anastasia 1901) l’atteso erede maschio, Alessioi genitori fecero su di lui questa terribile scoperta.

 


 

 

 

 

 

 

 

I Romanov in una foto del 1912: alle spalle di Nicola II e Alexandra si trovano le figlie Marija, Olga, Tatiana, la minore Anastasia è seduta su uno sgabello, mentre Alessio è seduto vicino alla madre.

La zarina, che da luterana si era convertita alla religione ortodossa, era una donna dal carattere forte ma molto ignorante e bigotta, iniziò quindi ad affidarsi oltre che a medici anche a guaritori e tra questi occupò una posi­zione predominante lo Stareč Rasputin, una sorta di mistico impostore che tentò di ingerirsi anche nelle scelte politiche del sovrano, approfittando del fatto che la zarina e le figlie alla fine erano state plagiate dalla sua personalità.

Al marito una volta aveva scritto: “Sono solo una donna che lotta per il suo sovrano, per il suo bambino, per i due esseri più cari al mondo

Nicola II non fu in grado di capire i grandi mutamenti che nel XIX secolo avevano caratterizzato l’Europa, e il divario ancora esistente tra questo continente e il suo paese, nonché le condizioni difficili in cui era costretta a vivere la stragrande maggioranza della sua popolazione.

Convinto che il regime autocratico fosse impenetrabile alle problematiche economiche che attraversano i paesi in via di sviluppo, non dimostrò l’intelligenza sufficiente per capire che erano seduti tutti sopra ad un vulcano. Anzi, all’inizio del nuovo secolo, mosse guerra al Giappone, una guerra disastrosa che portò il paese sull’orlo di una grave crisi.

 (segue)

 

 


Nessun commento:

Posta un commento