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lunedì 2 marzo 2020

FRANCIS SCOTT FITZGERALD, PORTAVOCE DELLA SUA GENERAZIONE


(di Mimma Zuffi)


L'età del jazz, ovvero gli anni Venti: "il decennio" scrive Fernanda Pivano "Di tutte le proteste e di tutte le rivolte, delle utopie più ottimistiche e delle delusioni più spietate." Frutto e specchio di quegli anni, appunto,  undici racconti, quasi sempre scritti sotto lo stimolo della necessità economica risultano tra la produzione migliore di Francis Scott Fitzgerald. Soprattutto "Primo maggio"  è quasi un racconto-simbolo di quegli anni, di 
quegli uomini, delle loro feste, illusioni e follie. 


Tema centrale, come ne "Il diamante grosso come l'Hotel Ritz", è la ricchezza (ossessione che perseguitò sempre Fitzgerald) e la corruzione e il deterioramento morale  con la quale vanno a braccetto. Questi racconti sono spesso ispirati a episodi autobiografici sostenuti da una scrittura tutta edonismo e invenzione, rivelando  un'eccezionale qualità narrativa: le voci, i gesti, gli emblemi esteriori ed effimeri di quel mondi di belli e dannati  appaiono - grazie anche a una componente di ironia che a volte sfiora il grottesco - come riflessi in uno specchio deformante  che li trasferisce dal concreto in una sfera magica e surreale. 
Questi racconti,  usciti in America nel 1922, tra The beautiful and damned (1922) e The great Gatsby (1925) - era infatti abitudine dell'autore alternare la pubblicazione di un romanzo e una raccolta di racconti - sono: Il fannullone, La parte posteriore del cammello, Primo maggio, La vasca azzurra, Il diamante grosso come l'Hotel Ritz, Il caso singolare di Benjamin Butoon, Tarquinio a Cheapside, La strega dai capelli rossicci, La feccia della felicità, Il  signor Icky, Jemina, ragazza di montagna.
I più famosi sono: Primo maggio e Il diamante grosso come l'Hotel Ritz; quest'ultimo definito da Fitzgerald come "la cosa migliore che ho mai scritto: una cosa veramente notevole", delizioso sia come satira sia come autosatira. In questo racconto la ricchezza che ossessiona Fitzgerald da quando Zelda lo respinse è letteralmente ridicolizzata.  Il tema del racconto è la corruzione che giace al fondo della ricchezza, un tema che sarebbe ricomparso in tutti i romanzi da The beautiful and damned a The great Gatsby, da Tender is the night a The Last Tycoon, qui si svolge in forma di fantasia intrisa di simbolismo: crudeltà e immoralità  fanno da base alla ricchezza, con la famiglia di magnati che eliminano gli ospiti al fine di non essere traditi, e culmina quando il proprietario della montagna di diamanti ne offre un pezzo a Dio con la preghiera che gli promette altri diamanti più grossi purché Dio lo salvi dall'essere scoperto. Dio mostra di non accettare la proposta facendo risuonare sulla montagna un gran tuono, il corruttore è convinto che non l'abbia accettata perché non è abbastanza grosso.
Nel racconto si alternano satira, denuncia sociale e simbolismo.
La ricchezza non è che un simbolismo di gioventù e la gioventù é solo un sogno.
Prima vittima della corruzione esercitata dal denaro sulla qualità degli uomini, Fitzgerald condusse la sua denuncia antiplutocratica in tutti i suoi libri, anche se i suoi personaggi non mostravano quella che dal secondo dopoguerra in poi si è chiamata "sensibilità sociale" uno dei racconti in cui la denuncia sociale viene condotta direttamente e non attraverso la metafora della distruzione esercitata su persone moralmente sane dalla corruzione del denaro è Primo Maggio. In questo racconto le storie del  racconto sono quattro e s'intrecciano secondo una tecnica molto audace che, più tardi, venne perfezionata da John Dos Passos: il giovane ricco diventato povero, il ricco rimasto ricco, il ricco che rinuncia alla ricchezza per seguire la sua ideologia socialista, e due reduci dalla guerra in uniforme, "poveri, senza amici".
Lo sviluppo indipendente e simultaneo di varie linee di azione apparentemente sconnesse fra loro si basa sull'unità di un unico tema: l'isterismo del primo dopoguerra.

Per due racconti citati voglio trascrivere l'introduzione scritta da Fitzgerald:

Primo maggio
Questo racconto piuttosto sgradevole, pubblicato come un romanzo breve sullo "Smart Set" nel luglio 1920, riferisce una serie di avvenimenti che avevano avuto luogo nella primavera dell'anno precedente e che mi avevano fatto molta impressione. In realtà, essi non erano collegati tra loro, se non dall'isterismo generale di quella primavera che inaugurò l' Età del Jazzi, ma nel mio racconto io tentai - senza molto successo, temo - di intrecciarli insieme in una struttura unica…un disegno che rendesse nell'insiene quei mesi a New York, quali apparivano al almeno un membro di quella che era allora la giovane generazione.

Il diamante grosso come l'Hotel Ritz
Le storie seguenti sono descritte in quella che, se fossi un autore di una certa statura, chiamerei la mia "seconda maniera". "Il diamante grosso come lìHotel Ritz", apparso l'estate scorsa sullo "Smart Set", lo scrissi esclusivamente per mio diletto. Mi trovavo in quella particolare disposizione di spirito caratterizzata da un desiderio sfrenato di lusso, e la storia è, all'inizio, un tentativo di saziare quella brama con cibi immaginifici.
Un noto critico ha avuto la bontà di apprezzare questo mio scritto fantastico più di ogni altro. Io personalmente preferisco "Il pirata al largo della costa".     Ma alterando leggermente Lincoln, se a te piace questo genere di cose, questa allora, forse, è una cosa che ti piacerà.

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