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venerdì 6 marzo 2020

CONFINI, di Maurizio Zottarelli


(a cura di Mimma Zuffi)
Morellini editore - pagg. 334 - € 16,90


Una banda multietnica formata da albanesi, un romeno e un italiano, armati e pericolosi; una scia di crimini efferati e di “rapine in villa”; una adrenalinica caccia all’uomo on the road che porta il lettore da Nord a Sud dell’Italia. Confini come spazi geografici, da superare per mettersi in salvo, ma anche confini interiori, quelli che ognuno di noi si porta nel cuore, dove bene e male si impastano. Confini infine che ci chiamano altrove, alla ricerca di una stella buona che ci faccia sentire finalmente “piccoli nell’universo”. Una storia drammatica e appassionante che arriva al nocciolo dell’esperienza umana 

È in libreria il nuovo libro del milanese Maurizio Zottarelli, CONFINI, per la collana di narrativa ‘Varianti’ diretta da Sara Rattaro e Mauro Morellini, un romanzo feroce e crudo che condurrà il lettore in una caccia all’uomo on the road dal Nord al Sud Italia alla scoperta del limite umano, della linea di confine tra bene e male, tra la vita e la morte.
 

Tutto inizia nel 2010 in Valle D’Aosta, località Saint Christophe. È novembre e un gruppo di rapinatori albanesi, con un romeno e un italiano al seguito, inaugura una serie di violente rapine a mano armata che colpiscono ville isolate, dimore di famiglie facoltose. Obiettivo? Fare bottino: razziare soldi e gioielli. Col sogno di conquistarsi una vita più ricca, serena, degna di essere vissuta. Per andare oltre il proprio confine. Vincerlo, superarlo.
Dall’altra parte della barricata l’ispettore Danilo Alfieri, uomo intelligente e dalla vita complicata, con un lavoro che certo non lo aiuta a semplificarla. Sarà lui, con l’aiuto di Valentina, ex fidanzata e affascinante avvocato, ricomparsa dopo tanti anni nella sua esistenza, a seguire una pista per identificare alcuni membri dell’organizzazione criminale e poi a prendere decisioni importanti, anche per se stesso.

Dalla Valle d’Aosta, a Torino, poi in provincia di Milano, Cremona, Verona, Brescia, e poi giù lungo lo Stivale, la banda percorre una corsa folle per sfuggire alla Polizia, in un tour sempre più brutale di assalti, uccisioni, violenze perfino autodistruttive che finisce per fiaccarli e dividerli.

Rimasti soli, ad Artur e Engjell resta solo la fuga, il ritorno a casa, verso l’Albania, ove giacciono i ricordi più cari, gli affetti, e solo lì possono ritrovare la propria autenticità. Se solo si riuscisse a prendere il traghetto e partire. Se si riuscisse a superare quel maledetto confine. Quale confine, poi? La linea oltre la quale si è salvi e si rimane in vita? O quella che può marcare i destini di un’esistenza?

Con una scrittura tesa, carica di pathos che tiene attaccato alla pagina il lettore, Zottarelli descrive in maniera realistica le scene che esplodono davanti agli occhi in tutta la loro cruda drammaticità: gli interni delle case, i loro odori, i garage, le credenze affollate, le espressioni terree delle persone aggredite, la campagna umida, le strade buie, i fischi delle sirene, in una continua alternanza di sensazioni lancinanti. La rabbia, soprattutto, sfogata con ferocia, perfino autodistruttiva, sulle persone innocenti che vengono martoriate spesso senza motivo, per il solo fatto che osano reagire, tentano di opporsi al progetto criminale. E l’amarezza, l’unico vero sapore che resta nei momenti di solitudine, quando ci si domanda che cosa sia davvero questo sogno di felicità, così forte, almeno quanto il naturale e quasi inspiegabile attaccamento alla vita. Perché la bellezza, anche se nascosta, c’è e rispunta in inaspettati rigurgiti di umanità e tenerezza che unisce vittime e carnefici, divisi sì dalla vita eppure uniti, e talvolta perfino simili, nella loro disperata, ingorda, brama di felicità.


Maurizio Zottarelli 
è nato a Milano, città dove vive e lavora. Laureato in Lettere, ha intrapreso, fin dai primi anni  di università, l’attività di giornalista. Nello stesso periodo ha iniziato a scrivere racconti partecipando a concorsi letterari e rassegne di autori emergenti. Nel 2000 ha esordito come autore teatrale con la commedia Shakespeare al Kilo –Commedia in quattro etti, ottenendo un ottimo successo di critica e di pubblico. L’anno successivo è stato finalista con Marlboro Lights del NIAF Prize di New York, concorso per opere teatrali inedite in lingua italiana. Nel 2008 ha pubblicato con Bompiani L’undicesimo dito, romanzo nato da un precedente testo teatrale.

 


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