Jaca Book - pagg. 232 - € 50,00
83 fotografie da 19 film
Prefazione di Paolo Mereghetti
(a questa presentazione segue l'estratto di un articolo scritto da Annalisa Petrella)
Le bionde
di Hitchcock sono divenute un topos della storia del cinema. Lo scrittore ed
esperto cinematografico Thilo Wydra descrive in questo volume l'enigmatico
carisma di queste figure femminili lanciate da Hitchcock, oltre a
ricostruire la genesi di numerosi classici
del grande schermo.
Con i suoi più
di cinquanta film, Alfred Hitchcock (1899-1980) non ha
soltanto segnato stilisticamente le successive generazioni di registi
cinematografici, ma ha anche inventato un nuovo tipo di protagonista femminile
che, a sua volta, ha fatto scuola: donne giovani e forti con un sex appeal
distaccato, imprigionate in una rete di logoranti macchinazioni, ordite
perlopiù dagli uomini.
Vestite elegantemente dalla
costumista Edith Head, queste donne, dalla bellezza moderna e senza
tempo, sono diventate raffinate icone della suspense. E quasi tutte sono
bionde, compresa la mora Karin Dor che Hitchcock - a cui la risposta non
mancava mai - definì « blonde inside». Grace Kelly, Tippi Hedren, Kim Novak e
Ingrid Bergman, solo per citare le più celebri, sono figure indimenticabili
della storia del cinema, e le loro interpretazioni in La
finestra sul cortile, Gli
uccelli, La donna
che visse due volte o Notorious stregano
ancora oggi gli spettatori. Gli scatti qui pubblicitari
e le foto di scena tratti dai film interpretati dalle più
spettacolari «bionde hitchcockiane» - espressione ormai diffusa tra gli
intenditori - forniscono l'inconfutabile dimostrazione di questo fenomeno e di
tutte le sue sfumature.
Thilo Wydra (nato nel
1968 a Wiesbaden) lavora dai primi anni Novanta come scrittore e
giornalista freelance. Dal 2004 al 2011 è stato corrispondente al
Festival Internazionale del Cinema di Cannes. Scrive per vari giornali e
riviste, è consulente della zdf per i suoi documentari History e lavora
anche per la radio. È autore di numerose biografie di artisti e di molti
libri sul cinema. Ha raccontato, tra gli altri, Margaret von Trotta (2000),
Romy Schneider (2008), Alfred Hitchcock (2010), Grace Kelly (2012)
e Ingrid Bergman (2017).
Paolo Mereghetti (Milano,
1949), giornalista e critico cinematografico, ha scritto per importanti
testate, tra cui «Repubblica», «Ombre rosse», «Linus», «Reset» e «Linea
d'ombra». Autore di numerose pubblicazioni, cura dal 1993 il più celebre e
diffuso dizionario dei film in lingua italiana - Il Mereghetti -, giunto nel
2017 alla sua undicesima edizione. Nel 2001 ha vinto il Premio Flaiano per la
critica cinematografica. Attualmente collabora con «Il Corriere della Sera»,
«Ciak», Radiotre e Rai3.
*****
In un
articolo scritto da Annalisa Petrella (Il cinema ritrovato, 10 capolavori
del cinema ritornano nelle sale italiane restaurati con tecnologia digitale, pubblicato da sognaparole.blogspot.it) si leggeva:
La prima triade già uscita nelle sale ha proposto tre
maestri del cinema: Alfred Hitchcock, Luchino Visconti e Marcel Carné con la
sceneggiatura di Jacques Prevert, ma vorrei soffermarmi su Dial M for Murder,
nella versione italiana Il delitto perfetto, notissimo film di Hitchcock che è
stato proposto, finalmente, in versione 3D, come quando era stato girato nel 1954.
….
Assistendo alla proiezione in 3D, e facendo un confronto con quella che
tutti conosciamo, si nota subito che il metodo di utilizzo del 3D da parte di Hitchcock
conferisce alle scene più cruciali un effetto particolarmente avvincente: la
scena del delitto in cui Grace Kelly, per difendersi dall’assassino che la sta strangolando,
reagisce con tutte le sue forze, fa perno su se stessa, si piega all’indietro
contro il tavolo e, tendendo il braccio dietro le spalle, afferra le forbici
che pianta nella schiena dell’aggressore, risulta eccezionale. Ogni dettaglio
si evidenzia; luci, ombre, colori, profili, contrasti e suoni assumono forme e
significati così completi che esaltano la tecnica della suspense. C’è un altro
momento particolarmente significativo molto valorizzato dal sistema
tridimensionale: la scena con l’inquadratura della chiave che poi avrà una
grandissima importanza per la soluzione del caso.
Vorrei aggiungere, infine, un altro aspetto che rende veramente
godibile questa versione rinnovata del film. Gli attori sono ripresi in modo
tale da far credere allo spettatore di trovarsi in una poltrona di platea a
teatro, le distanze vengono annullate e pare di poter toccare l’abito
drappeggiato di seta rossa della Kelly semplicemente allungando la mano, e tutti
gli oggetti, i famosi indizi disseminati sulla scena da Hitchcock, acquistano
una propria vita e una profondità che annuncia elementi utili per l’interpretazione
dei fatti.
La trama racconta di un tennista squattrinato (Ray Milland) che
progetta di uccidere la ricca moglie (Grace Kelly) nel timore che lo lasci per uno
scrittore americano (Robert Cummings). Il marito riesce a convincere un
avventuriero a caccia di denaro (Anthony Dawson) a strangolare la moglie in
casa loro nel preciso momento in cui lui si trova al club con un alibi
perfetto. Ma il delitto sarà tutt’altro che perfetto perché la moglie riuscirà
a reagire con tutte le sue forze contro l’aggressore uccidendolo. Durante
l’inchiesta che segue l’omicidio la moglie si troverà accusata di omicidio dell’aggressore
e soltanto un dettaglio apparentemente insignificante si rivelerà fondamentale
per la soluzione al caso.
Per quanto riguarda la storia del film "Il delitto perfetto",
che tutti abbiamo visto e apprezzato almeno una volta e realizzato in soli trentasei giorni, Hitchcock aveva preso il
testo di una commedia di successo di Frederick Knott e, con la sua collaborazione,
l’aveva adattata al cinema, curando, com’era solito fare, ogni dettaglio, compresi
gli oggetti dell’arredamento. Tra gli attori scelti fece lavorare per la prima
volta in un suo film Grace Kelly, che successivamente diventerà la protagonista di altre
due sue importanti pellicole: "La finestra sul cortile” e “Caccia al ladro”.
Grace Kelly nella parte della moglie Margot |
La storia si
svolge quasi interamente in un unico ambiente, il soggiorno di casa, che la macchina
da presa indaga con il virtuosismo del grande maestro….
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