(a cura di Mimma Zuffi)
66thand2nd editore - € 18,00

Ci ha
lasciato Binyavanga Wainaina, morto a Nairobi a soli 48 anni. Fondatore della
rivista Kwani, autore di memorabili articoli sui luoghi comuni che
caratterizzano lo sguardo sul continente africano (How to write about Africa, How
not to write about Africa) e dell’acclamato memoir Un giorno scriverò di questo posto (66thand2ndeditore,2013),Wainaina fu incluso nel
2014 nella lista del Time Magazine dei 40 uomini più influenti del pianeta.
Quell’anno, in seguito all’approvazione di leggi restrittive sull’omosessualità
in Uganda - paese natale di sua madre – e in Nigeria, decise di rendere
nota la sua omosessualità in modo indimenticabile e commovente. “I am
homosexual, mum” è il capitolo mancante del suo memoir, quello in cui
Binyavanga immagina di raccontare alla madre – scomparsa da poco – di essere
omosessuale. Il pezzo ha suscitato reazioni in tutto il continente e
travalicato i confini dell’Africa, facendo di Binyavanga uno dei più inusitati
e al contempo autorevoli attivisti del mondo gay africano e mondiale. La sua
intelligenza trascendeva ogni etichetta, la sua voglia di vivere era
irresistibile, il suo talento letterario immenso eppure accogliente e ora
incompiuto.
Lo amavamo tutti e per l'Editore è stato un grande onore poterlo
pubblicare in Italia.
Soprattutto, era un uomo buono e pieno di dolcezza. Mancherà
moltissimo a tutti coloro che l'hanno conosciuto.
IL LIBRO
Kenya, 1978. Nell’anno della morte del presidente
Kenyatta, il «padre della patria» di etnia kikuyu, Wainaina ha sette anni e
nella mente «un milione di corridoi». Da qui prende il via questo memoir di
formazione che procede per ricordi e metafore immaginifiche, in cui Binyavanga
racconta la propria storia e insieme quella, ingarbugliata e violenta, del
continente nero. La sua non è l’Africa ingorda degli affamati e delle
multinazionali ma un’Africa che vuole trarre forza dalla diversità, e che
Wainaina restituisce attraverso le proprietà magiche della parola: l’infanzia
in Kenya, l’università in Sudafrica, i viaggi in Uganda e poi in Togo, gli
scontri brutali tra etnie, le mode occidentali e i colori sgargianti, la
confusione delle strade e dei mercati si alternano al tempo sospeso, segreto e
provvidenziale della lettura. È nel cuore del romanzo, quando la sterminata e
cosmopolita famiglia di Wainaina finalmente si riunisce assumendo le complesse
sembianze dell’intero continente, che si attiva l’illuminazione: «Un giorno
scriverò di questo posto».
«Il Kenya raccontato da Binyavanga Wainaina apre gli
occhi e la mente».
Bono Vox
Lorenzo Mazzoni, il Fatto Quotidiano
Grazie per avermi fatto conoscere questo personaggio, incuriosendomi e mi riprometto di andare a leggere qualche sua opera. Juanito.
RispondiEliminaGrazie Juanito. Era veramente un grande e avrebbe potuto dare ancora molto.
RispondiEliminaMimma