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sabato 25 maggio 2019

Addio a Wainaina, attivista dei diritti gay in Africa


(a cura di Mimma Zuffi)
66thand2nd editore - € 18,00













Ci ha lasciato Binyavanga Wainaina, morto a Nairobi a soli 48 anni. Fondatore della rivista Kwani, autore di memorabili articoli sui luoghi comuni che caratterizzano lo sguardo sul continente africano (How to write about AfricaHow not to write about Africa) e dell’acclamato memoir Un giorno scriverò di questo posto (66thand2ndeditore,2013),Wainaina fu incluso nel 2014 nella lista del Time Magazine dei 40 uomini più influenti del pianeta. 


Quell’anno, in seguito all’approvazione di leggi restrittive sull’omosessualità in Uganda  - paese natale di sua madre – e in Nigeria, decise di rendere nota la sua omosessualità in modo indimenticabile e commovente. “I am homosexual, mum” è il capitolo mancante del suo memoir, quello in cui Binyavanga immagina di raccontare alla madre – scomparsa da poco – di essere omosessuale. Il pezzo ha suscitato reazioni in tutto il continente e travalicato i confini dell’Africa, facendo di Binyavanga uno dei più inusitati e al contempo autorevoli attivisti del mondo gay africano e mondiale. La sua intelligenza trascendeva ogni etichetta, la sua voglia di vivere era irresistibile, il suo talento letterario immenso eppure accogliente e ora incompiuto.

Lo amavamo tutti e per l'Editore è stato un grande onore poterlo pubblicare in Italia.
Soprattutto, era un uomo buono e pieno di dolcezza. Mancherà moltissimo a tutti coloro che l'hanno conosciuto.

IL LIBRO

Kenya, 1978. Nell’anno della morte del presidente Kenyatta, il «padre della patria» di etnia kikuyu, Wainaina ha sette anni e nella mente «un milione di corridoi». Da qui prende il via questo memoir di formazione che procede per ricordi e metafore immaginifiche, in cui Binyavanga racconta la propria storia e insieme quella, ingarbugliata e violenta, del continente nero. La sua non è l’Africa ingorda degli affamati e delle multinazionali ma un’Africa che vuole trarre forza dalla diversità, e che Wainaina restituisce attraverso le proprietà magiche della parola: l’infanzia in Kenya, l’università in Sudafrica, i viaggi in Uganda e poi in Togo, gli scontri brutali tra etnie, le mode occidentali e i colori sgargianti, la confusione delle strade e dei mercati si alternano al tempo sospeso, segreto e provvidenziale della lettura. È nel cuore del romanzo, quando la sterminata e cosmopolita famiglia di Wainaina finalmente si riunisce assumendo le complesse sembianze dell’intero continente, che si attiva l’illuminazione: «Un giorno scriverò di questo posto».

«Il Kenya raccontato da Binyavanga Wainaina apre gli occhi e la mente».
Bono Vox

«Un giorno scriverò di questo posto è una fiaba africana con striature jazz, un’improvvisazione libera e sofferta».
Lorenzo Mazzoni, il Fatto Quotidiano



2 commenti:

  1. Grazie per avermi fatto conoscere questo personaggio, incuriosendomi e mi riprometto di andare a leggere qualche sua opera. Juanito.

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  2. Grazie Juanito. Era veramente un grande e avrebbe potuto dare ancora molto.
    Mimma

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