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venerdì 27 aprile 2018

Figlie del mare, di Mary Linn Bracht

(a cura di Mimma Zuffi)
Longanesi - pagg. 372 - € 18,60


«Un esordio letterario e storico che spezza il silenzio
decennale sulla tragedia delle “comfort women” coreane.»
The Bookseller

«Bracht scrive per opporsi a quelli che negano o minimizzano
le atrocità commesse contro le donne.»
The Guardian

Mary Lynn Bracht affronta una delle peggiori vergogne della Seconda guerra mondiale, il genocidio delle “comfort women”: Figlie del mare racconta la storia delle donne rapite dall’esercito giapponese e costrette a lavorare nelle case di piacere riservate ai militari dell’Impero nipponico. Grande Storia e vicenda personale si intrecciano in questo romanzo d’esordio la cui protagonista, Hana, diventa il simbolo delle oltre 300.000 “comfort women” della Seconda guerra mondiale, esprimendone emozioni e paure e raccontando i risvolti sociopolitici giunti sino ai giorni nostri.


È il 1943 quando la vita di Hana, giovanissima pescatrice di perle coreana, viene sconvolta: nel tentativo di nascondere la sorella minore Emiko da un soldato giapponese, Hana viene catturata, deportata in Manciuria e costretta a lavorare in un bordello. Sessantotto anni dopo, Emiko è a Seoul per cercare la sorella e partecipare alle manifestazioni che, ogni mercoledì, chiedono giustizia per le “comfort women” di fronte all’ambasciata di Tokyo. La donna desidera scoprire la verità su quanto è accaduto nel 1943, un fatto che per anni l’ha costretta al senso di colpa.
La vicenda delle donne coreane costrette dall’esercito giapponese al destino delle “comfort women” è stata per molti anni uno dei più gravi motivi di attrito tra le due potenze asiatiche. L’esistenza delle “comfort women” è stata ammessa dal governo giapponese nel 1993 e solo nel 2015 è stato definito ufficialmente crimine di guerra, per cui lo stato ha chiesto scusa e ha istituito un fondo monetario per le sopravvissute.

MARY LYNN BRACHT vive a Londra, dove ha frequentato un master in scrittura creativa. È cresciuta in America, nella comunità sudcoreana, sviluppando un legame con il suo paese di origine che ha reso più saldo nel 2002, con la visita al villaggio d’infanzia di sua madre. Durante questo viaggio apprese per la prima volta delle “comfort women” catturate per i bordelli dell’esercito giapponese. Figlie del mare è il suo primo romanzo.

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