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mercoledì 7 marzo 2018

L'ultimo pellegrino, di Gard Sveen

(a cura di Mimma Zuffi)
Marsilio editore - pagg. 576 - € 19,50

Carl Oscar Krogh, ottantacinque anni e un passato in prima linea nella resistenza norvegese, viene trovato morto nella sua sontuosa villa sulle colline a nord di Oslo in un radioso mattino di giugno. È stato ripetutamente accoltellato, colpito con una tale brutalità da essere quasi irriconoscibile. Solo tre settimane prima, nei boschi del Nordmarka, non lontano dalla capitale, erano stati rinvenuti i resti di tre persone uccise negli anni della Seconda guerra mondiale. L’ispettore Tommy Bergmann, il cui carattere solitario e scostante nasconde un passato con cui non ha ancora fatto i conti e una storia d’amore rovinata dalla violenza, è convinto che tra i due casi ci sia un nesso. Le sue ricerche fra eccentrici professori di storia, testimoni logorati dalla vita e archivi dimenticati fanno emergere lo stretto legame che univa Krogh a un leggendario combattente, morto in circostanze misteriose a guerra ormai conclusa, e finiscono per focalizzarsi sulla seducente figura di Agnes Gerner, una donna bella e coraggiosa, spia audace al servizio degli inglesi nella Norvegia occupata dai nazisti.


 Catapultato negli anni bui del conflitto, Bergmann si ritrova in un intricato labirinto di miti e menzogne dove tutto sembra essere in vendita; un mondo ambiguo in cui, accanto a chi dice che il più grande onore è riuscire a sopravvivere, c’è anche chi è disposto a tutto per amore.

Gard Sveen
(1969) è un politologo e, oltre a scrivere gialli, è da molti anni consulente del ministero della Difesa norvegese. Vive a Ytre Enebakk, non lontano da Oslo. Con questo suo romanzo d’esordio ha vinto sia il Glass Key che il Riverton Prize, i massimi riconoscimenti scandinavi per la letteratura poliziesca: è l’unico autore insieme a Jo Nesbø ad averli ottenuti entrambi. L’ultimo pellegrino è il primo episodio di una serie pubblicata in dodici paesi.




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