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mercoledì 7 marzo 2018

CRONACA DI UN’ULTIMA ESTATE, di YASMINE EL RASHIDI

(a cura di Mimma Zuffi)
Bollati Boringhieri - pagg. 180


Selezionato per il Pen Open Book Award 2017Questo è un romanzo sul silenzio e sulla memoria. In realtà “l’ultima estate” non è una sola, le “ultime” sono tre, quelle del 1984, del 1998 e del 2014. Segnano momenti di delucidazione, risoluzione e cambiamento, per chi racconta e per il paese. E sono caratterizzate dai silenzi dei familiari, degli amici, dei mezzi di comunicazione su quello che sta succedendo all’Egitto.
È un romanzo raccontato “per sottrazione”, che attraverso i ricordi di una protagonista prima bambina, poi adolescente, poi donna, illuminano passaggi politici storici insieme a vicende personali e familiari. 


L’autrice intreccia presente e passato: se stessa bambina con una madre misteriosamente reticente sull’assenza prolungata e inspiegabile del padre; se stessa giovane donna decisa a diventare autrice di documentari, intervistando gente per la strada, ispirandosi a Edgar Morin in un paese dove la comunicazione coincide con la propaganda televisiva; se stessa scrittrice che riesplora il suo passato dopo la caduta di Mubarak e si pone domande sui silenzi che hanno segnato e formato la sua esistenza.
Le sparizioni - prima di tutte quella del padre della protagonista - riempiono lo sfondo, insieme ai soprusi, all’antisemitismo, all’anticomunismo. E ci sono altre sparizioni, emblematiche, di edifici, di parchi, di passeggiate a mare, di esercizi pubblici… e anche corpi senza vita con il numero di telefono scritto sul braccio, come se gli uccisi avessero saputo di dover essere identificati dopo gli scontri del 2011.
Non ci sono illusioni, nel romanzo, né speranze, ma c’è una nostalgia diffusa, che non è solo quella dei riti d’infanzia, o delle presenze familiari e amicali finite in prigione o all’estero. Ed è un vivissimo quadro del Cairo passato e presente: vedute, suoni, odori, sapori e i cambiamenti della città, che rispecchiano quelli della coscienza e del linguaggio della protagonista: nuove emozioni, nuovi desideri, nuove ambizioni, e nuova consapevolezza del potere della repressione occulta o palese.

© Brigitte Lacombe
Yasmine El Rashidi vive tra gli Stati Uniti e il Cairo. È editorialista per il «New York Review ok Books», per il «Guardian» e per il trimestrale «Bidoun», dove si occupa di arte e cultura. È autrice del saggio The Battle for Egypt, Dispatches from a Revolution (2011), dove racconta la rivoluzione che portò alla caduta del regime di Mubarak e al conseguente insediamento del regime militare.


I giudizi della stampa e degli scrittori
«In questo libro non c’è una parola di troppo. Ogni frase ha un suo preciso significato, perché nel romanzo di El Rashidi, come nella vita, famiglia e società sono inseparabili».
Claire Messud, «The New York Review of Books»
«Il romanzo, nelle sue pause di sospensione dalle vicende politiche, evidenzia soprattutto il personale isolamento di una generazione che si è vista letteralmente scippare i propri sogni. Un ritratto vivido di ciò che è successo negli ultimi anni in Egitto».
«The New York Times»
«Un romanzo che racconta la storia di un paese attraverso le sue vicende politiche e il risveglio della coscienza della sua protagonista».
«The Washington Post»

«El Rashidi offre un ritratto acuto e accurato della complessa cultura egiziana».
«The New York Times Book Review»



«Una lettura davvero notevole, generosa ed elegante sulla vita metropolitana del Cairo. L’autrice ha un occhio straordinario per i dettagli: le strade, le scuole, la casa, tutto visto attraverso il filtro della passione politica. Cattura tutto e rielabora in questo processo un ritratto non solo reale, ma quasi preveggente dell’Egitto contemporaneo. Spie della polizia politica appostate a ogni angolo, dietro spoglie insospettabili».
André Aciman
«Un romanzo certamente politico, ma con un cuore pulsante, un bell’equilibrio tra un’avventura umana dolorosa e l’esame politico di un paese con una storia antica e piena di sfaccettature».
«ELLE»
«Originale e provocatorio».
«Los Angeles Review of Books»
«Ogni lettore occidentale che sia rimasto sconcertato, incredulo o persino disgustato dalla narrazione sui fatti del 2011 in Egitto e di quello che ne è seguito, quando finirà questo libro sentirà una profonda comprensione ed empatia con il popolo egiziano».
«The Huffington Post»
«Una finestra sulla vita quotidiana in Egitto, intima e pubblica, attraverso i decenni, sempre alle prese con i fantasmi della morte e della sparizione».
«Newsday»
«Una storia personale e politica piena di sfumature».
«BBC.com»



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