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mercoledì 17 gennaio 2018

CAPORETTO ANDATA E RITORNO, di PAOLO PACI

(a cura di Mimma Zuffi)

Corbaccio - pagg. 238 € 19,60

1917-2017
A cento anni dall’anno cruciale per l’Italia, per l’Europa e per l’Occidente,
un libro su Caporetto e la memoria moderna

Un viaggio sentimentale dall’Isonzo al Piave

«La guerra è tra di noi. Vicina, vicinissima, anzi sotto casa. È una guerra di un secolo fa. Dopo, ci sono state altre guerre, perfino più devastanti. Eppure nessuna si è impressa nella memoria (collettiva, familiare, individuale) quanto quella guerra. La prima guerra mondiale.»
Dove si trova Caporetto? Pochi lo sanno. Il villaggio nella valle dell’Isonzo, oggi conosciuto con il nome sloveno di Kobarid, è un buco nero della geografia e della storia d’Italia. 

Il Piave e il Monte Grappa invece tutti sanno dove sono: sotto casa. Impressi per sempre nella toponomastica dei nostri paesi e città. Memorie censurate, nomi trasfigurati dal mito della Vittoria. Ma Caporetto, Piave, Monte Grappa sono (anche) luoghi reali. Sono il punto di partenza e il traguardo di un viaggio durato un anno, dall’ottobre 1917 al novembre 1918. Un anno di invasione, di stragi, di fame, durante il quale l’Italia ha rischiato di perdere sé stessa. Per ritrovare infine, contro ogni previsione, una sua controversa identità.
Paolo Paci ci conduce passo passo nell’itinerario dalle Alpi Giulie ai contrafforti delle Prealpi venete, seguendo le tracce di un esercito in rotta e di un altro in trionfale avanzata. Tra ossari e diari di guerra, canzoni e trincee, film e musei spontanei, ritroviamo la verità geografica dei luoghi. Scoprendo, nel racconto degli abitanti (nipoti e pronipoti degli antichi soldati), come la memoria della Grande Guerra sia ancora straordinariamente viva. Un po’ business, un po’ nostalgia. E, in fondo, frammento del nostro Dna. 


Paolo Paci  è nato a Milano nel 1959 e, come moltissimi altri italiani, ha avuto un nonno soldato. Ferito sul Piave. Per qualche decennio è stato giornalista di viaggio, oggi si dedica in esclusiva alle sue passioni: scrittura, giardinaggio, alpinismo. Tre attività, in vario modo, pericolose. Tra i suoi libri ricordiamo 365 giorni sulle Alpi (Mondadori), Evitare le buche più dure (Feltrinelli), Il deserto dei non credenti (San Paolo). Il suo ultimo titolo è Il respiro delle montagne (Sperling & Kupfer).  




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