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martedì 5 dicembre 2017

La riconoscenza

di Milena Boldi


Questo racconto si è classificato primo al Premio Letterario Internazionale "Tra le parole e l'infinito di S. Maria Capua Vetere 

                     
Marco è reduce da otto mesi di ricovero in ospedale a causa di un grave incidente automobilistico.
L’hanno rimesso in sesto pezzo per pezzo e la sua giovane età ha contribuito al buon esito dell’operazione.
E’ un ragazzo robusto, ha capelli neri, occhi scuri e penetranti, pelle olivastra, le tipiche caratteristiche della popolazione del meridione d’Italia.
Infatti, mentre ora vive a Milano,  le sue origini sono pugliesi.
E' solo al mondo. I suoi genitori sono morti nello stesso incidente e non ha fratelli o sorelle.
In questi lunghi, lunghissimi mesi, in cui gli ha fatto compagnia il computer, oltre alla visita, sempre meno frequente, di qualche amico, ha conosciuto su facebook una ragazza di nome Monica.
Giorno dopo giorno, Monica è riuscita a infondergli il coraggio per affrontare il presente e la speranza per il futuro.


La sua sensibilità, dimostrata dalle belle parole, l’ha pian piano conquistato. 
Marco è all’ultimo anno d' ingegneria gestionale e Monica gli ha scritto di essere al primo anno della laurea in biologia.
Lei non ha voluto pubblicare su facebook alcuna foto personale e non ha mai voluto recarsi a conoscere Marco di persona.
Lui si è dimostrato, invece, più disponibile. Oltre a quelle presenti sul suo profilo, le ha inviato altre foto, tra cui alcune con i genitori. 
Non comprende il senso di tanta riservatezza ma, tant’è, lei non ha ceduto alle sue richieste, finché Marco ha cessato di insistere.
Oggi, dopo otto lunghissimi mesi, sta per uscire dal luogo che l’ha visto segregato per tanto tempo. Non gli sembra vero, è emozionato, perfino elettrizzato.
Ha strappato a Monica la promessa di incontrarsi, finalmente.
Alle quattro del pomeriggio si presenterà nel negozio di abbigliamento dove lei lavora part-time, guadagnandosi qualche soldo per mantenersi agli studi.
Il negozio è in centro, Marco lo conosce bene e alle quattro in punto sarà lì.
Ora è fuori dal portone principale dell’ospedale. E’ una giornata di sole settembrino di rara bellezza e la luce colpisce i suoi occhi, ferendoli. Si sistema gli occhiali scuri a protezione di quella luce invadente. Tiene la borsa con i suoi effetti personali nella mano sinistra e con la destra si appoggia al braccio di Stefano, che lo accompagnerà in automobile.
Stefano si è rivelato un amico autentico, l’unico che non si è stancato di fargli visita regolarmente, riuscendo a superare la monotonia e la pesantezza di un periodo così difficile.
Arrivati a casa di Marco, si sistemano sul divano e si versano subito un paio di whisky. Ci vuole qualcosa di forte.
L’impatto per Marco è molto doloroso, la casa adesso è vuota e d’ora in poi sarà sempre così. Si dovrà abituare, ne è consapevole, ma all’inizio non sarà facile.
L’amico lo aiuta a sistemare il contenuto della borsa, scende nel negozio sottostante a fare la spesa, che porta a casa in diversi sacchetti.

- Non è troppo presto per te uscire oggi, per incontrarti con quella ragazza? Non dovresti aspettare di riprendere le forze? -, gli chiede Stefano.
- Non preoccuparti, mi sento bene. Con tutta la riabilitazione che mi hanno fatto, sono in forma … è che non vedo l’ora di incontrarla.
Non è solo curiosità la mia, ho anche un debito di riconoscenza nei suoi confronti per l’aiuto che mi ha dato in tutti questi mesi.
Le sue parole sono state per me un aiuto prezioso, mi rispondeva a volte anche di notte, quando mi sentivo più solo. Ha dimostrato una sensibilità e una tenerezza tali, che ne sono commosso.
- Non è che per caso ti sei innamorato? Da come ne parli!
- Può darsi, non ne sono sicuro. So di certo che non vedo l’ora di incontrarla. Ho intenzione di comprarle delle rose, credi che le gradirà?
- Certo, tutte le donne amano i fiori, soprattutto una sensibile come lei.
Stefano si commiata, non trascurando di rassicurare Marco:
- Se hai bisogno di qualcosa chiamami, a qualsiasi ora del giorno o della notte. In ogni caso, passo domani a vedere come stai.
Uscito l’amico, Marco si dirige in bagno per farsi la doccia. I suoi movimenti sono ancora incerti e traballanti, ma lo sostiene e gli dà forza il desiderio di incontrare Monica.
Impiega più tempo del previsto, ma alla fine ce la fa a lavarsi e vestirsi e, alle tre e trenta, è pronto per uscire.
E’ abbigliato in maniera sportiva, indossa jeans e felpa verde scuro e ai piedi un paio di Nike.
Passa dal fiorista che, quando lo vede, lo accoglie con un caldo abbraccio e inizia a fargli un sacco di domande, ma lui non ha tempo per raccontargli la sua disavventura e lo saluta assicurandogli che tornerà presto e gli spiegherà tutto.
Sono le quattro.
Quando è ormai nei pressi del negozio, Marco si accorge di aver abusato delle proprie forze e all’improvviso si sente spossato, incapace di portare a termine il suo progetto. La lunga degenza in ospedale l’ha debilitato, prova una stanchezza indicibile e un leggero tremore alle gambe. In queste condizioni gli manca il coraggio di presentarsi a Monica.
Ritorna sui suoi passi e, attraversando lentamente il vicino parco pubblico, si dirige come un automa verso una panchina dove siede una signora anziana con accanto un cagnolino. Le porge il mazzo di rose e con un timido sorriso:
- Le prenda, signora. Le avevo comprate per una persona che non si è presentata all’appuntamento. Gliele regalo volentieri.
La signora lo ringrazia e, ancora incredula, prende i fiori come se accogliesse il regalo più prezioso del mondo. Forse da troppo tempo non riceve più un  omaggio simile.
Marco torna lentamente verso casa. Sente un gran vuoto dentro, un vuoto che aumenta e si trasforma in angoscia quando apre la porta dell’appartamento.
Si accascia sul divano e finalmente piange tutte le lacrime che finora aveva trattenuto.
Iniziano per lui giorni difficili, in cui prende piena coscienza della sua solitudine.
Piange l’assenza dei suoi genitori, piange per la vita che, in questo momento, gli sembra non abbia più niente da offrigli.
Nei giorni che seguono non accende il computer, non riesce ad applicarsi agli studi, non si fa la barba, mangia in maniera disordinata. 
Stefano tenta di aiutarlo come meglio può, cercando di infondergli di nuovo la voglia di vivere. Lo incita a ricontattare Monica, che sicuramente lo starà cercando, ma Marco è sprofondato in uno stato di apatia dal quale fa fatica a risollevarsi.
Non sa più cosa deve fare, lui che ha sempre affrontato la vita con un coraggio da leone. Si sente improvvisamente fragile, inerme e mentre non riesce a farsene una ragione, non sa neppure come uscirne.
Comprende l’aiuto che gli sta offrendo Stefano e lo tormenta il pensiero di Monica, ma non trova più la serenità che l’aveva sorretto nei mesi passati in ospedale, quando tutto si era svolto in maniera naturale e spontanea.
O forse era solo rassegnazione ma, pensandoci ora, si rende conto che il suo non poteva essere considerato uno stato definitivo e che deve affrontare ora l’inevitabile elaborazione di quanto accaduto.
Dopo circa un mese di questo stato d' inedia, decide, tuttavia, di darsi una mossa.
Un mattino si alza e, dopo aver fatto colazione, si fa la barba e accende il computer. Scopre che Monica l’ha contattato ancora diverse volte su facebook, ma che da quindici giorni non l’ha più cercato. Poi riapre finalmente i libri e ricomincia a studiare, perché deve preparare la tesi. Chiamerà Monica, intanto sta cercando di recuperare la sua vita, per presentarsi a lei nelle migliori condizioni.
Un venerdì di ottobre suona il campanello Stefano, che lo invita a una festa di compleanno per la sera successiva. Marco è titubante, non si sente ancora in perfetta forma e non ha voglia di vedere gente, ma Stefano insiste, in maniera forse un po’ ossessiva. Infine Marco accetta, in linea con il proposito di riprendere in mano la sua vita. 
All’inizio della serata si sente come un pesce fuor d’acqua, sopporta a fatica tutta quella confusione cui non è più abituato, sta per dare forfait quando Stefano si avvicina e gli presenta una ragazza molto carina, di nome Laura.
E’ alta, longilinea, con capelli lunghi biondi e occhi verdi.
Per una frazione di secondo coglie nello sguardo di Stefano una strana luce, come se avesse appena compiuto una marachella, poi Marco non ci fa più caso e si dedica a quella nuova conoscenza.
Mentre lei parla, con tono dolce e accattivante, Marco avverte una strana sensazione, come se le sue parole gli suonassero familiari.
Chiacchierano a lungo di tutto, come se si conoscessero da sempre e Marco le racconta della sua recente disavventura e di Monica, per la quale prova tanta riconoscenza e che desidera incontrare, ma è passato del tempo e fa sempre più fatica a rompere il ghiaccio.
- Chissà cosa penserà di me, per come mi sono comportato, le dice Marco.
- Non pensa affatto male di te, perché crede di aver capito cosa hai dovuto passare. Te lo dico con sicurezza … perché Monica sono io.
Stefano è riuscito a individuarmi tra i tuoi amici su facebook, mi ha contattata e convinta a venire qui stasera.

Lui prova l’improvvisa sensazione di risvegliarsi da un incubo e ritrova in un attimo la forza che l’ha sempre contraddistinto:
- Monica!? Allora mi hai perdonato per non essermi più fatto sentire e per non essere venuto all’appuntamento. Io non ho mai smesso di pensarti, ma rimettermi in piedi è stato più difficile di quanto credessi.
- L’avevo immaginato. Per un po’ ti ho cercato, poi ho deciso che era meglio ritirarmi in silenzio. Ho pensato semplicemente che non avessi più bisogno di me.
- Non posso esserne certo, ma per quello che provo in questo momento credo che avrò bisogno di te per sempre.





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