di Mimma Zuffi
C'è un'ape che se
posa
Su un bottone de
rosa:
lo succhia e se ne
va…
Tutto sommato,
la felicità è una
piccola cosa.
"Felicità",
Trilussa
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(foto dal web) |
L'uomo preistorico, curioso e predone, sfida l'ira di uno
sciame di api per rubare il miele. È l'inizio della sua storia, ma egizi, greci
e romani, invece, pensano che un nettare tanto buono è certo un dono prezioso
degli dei.
CI FA GOLA DA 7000 ANNI
La curiosità per tutti i fenomeni che gli accadevano
attorno, e soprattutto la fame sono stati lo stimolo che ha sicuramente spinto
l'uomo preistorico a rovistare nel cavo di un albero per impadronirsi di una
preda dolcissima: il miele. Da quel momento, o poco più tardi, una cronologia
molto precisa e documentata ci descrive l'antichissima storia delle api e del
miele. In un fossile, addirittura risalente al periodo terziario, trovato nei
pressi di Aix-en-Provence, la dimostrazione, senza alcun dubbio, che questo insetto
esisteva già venti milioni di anni fa e, cioè, molto prima dell'uomo.
Ma la più antica raffigurazione della raccolta del miele è una pittura rupestre sulle pareti della
Cueva de la Araña, grotta del Ragno (vicino a Valencia, in Spagna) e che
risale a 5000 anni a.C. L'uomo che vi appare ha un'aria nient'affatto
cavernicola, abbastanza evoluta e raziocinante, già capace di ideare astuzie e
marchingegni. Lo si vede infatti molto in alto, vicino al nido delle api,
issato saldamente grazie ad una corda assicurata alla roccia, con un recipiente
concavo in una mano e i favi bottinali nell'altra. Ma evoluto era certo anche
il pittore che ha chiuso il disegno con una moderna cornice grafica: un festone
di api stilizzate.
Ma la più antica raffigurazione della raccolta del miele è una pittura rupestre sulle pareti della
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Cueva de la Araña, |
Da qui un salto storico: siamo in Egitto nel 3200 a.C.
durante la prima dinastia dei Faraoni. Si deve trovare un simbolo per
rappresentare la regalità del Faraone, il suo assoluto potere sul popolo felicemente sottomesso al re.

E l'ape viene scelta come simbolo reale
(la riscoprirà qualche secolo più avanti anche Napoleone I, che di api coprirà
il suo mantello imperiale). Ancora egizio e databile attorno al 3000 a.C. un
bassorilievo che racconta l'estrazione del miele. Il primo scritto su questo
nettare risale, invece, a qualche secolo
dopo e, precisamente, al 2700 c.C.; sono tavolette trovate in Mesopotamia
recanti precisazioni piuttosto dettagliate su alcuni medicamenti a base di
miele.

UN ALIMENTO MAGICO
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Ramsete III |
Già da 3000 anni prima di Cristo il miele è una sostanza
fondamentale per curarsi e anche per imbellettarsi, e ne fanno uso tutte le
civiltà, non solo quelle del bacino del Mediterraneo. Nel più antico dei testi indini, compilato
tra il 3000 e il 2000 a.C., sono tantissimi i riferimenti alle api e al miele;
usato nei riti cerimoniali come offerta preziosa e anche come medicamento. Ma
Ramsete III (1200 a.C.) è rappresentato in un graffito mentre rende omaggio al
dio Nilo con una decina di migliaia di giare di miele. L'origine antichissima e
indoeuropea del miele è attestata anche dal nome, che troviamo pressoché
immutato nella radice,sia spostandoci dall'India all'Europa, sia
"viaggiando" nel tempo: da "madhus", in antica lingua indiana
appunto, "melhu" in greco, "mel" in latino, "med"
in russo, "mead" in inglese, "miel" in francese e
"miele" in italiano. Sostanza fondamentale alla vita (ricordiamoci
che lo zucchero è una
scoperta"moderna") così buona e ricca, che molto spesso le si sono
attribuiti aspetti sovrannaturali. Gli antichi, ad esempio, pensano che il
miele sia un dono degli dei: la
stupefacente vita delle api li affascina e li spinge a trovare magico anche il
loro prodotto. Generazione spontanea, castità, immortalità sono, secondo i
primi studi, i principi fondamentali della vita delle api (quella della
generazione spontanea è certamente la teoria più assurda eppure perdura sino al
XIX secolo): secondo gli antichi le api nascono da un torello sacrificale
destinato a diventare il rifugio di
"esseri sprovvisti di piedi, ma muniti di ali, freneticamente ronzanti
nell'aria, numerosi come le gocce di una pioggia d'estate". Radicata è
anche la teoria della castità di tutti i membri dell'arnia (la scoperta della
fecondazione dell'ape regina durante il volo nuziale si scoprirà infatti solo
nel XVIII secolo). In quanto all'origine divina ricordiamo che
Aristotele
chiama il miele "sudore del cielo" e Plinio "saliva delle
stelle"; per tutti i poeti, da Omero a Virgilio, api e miele sono oggetto
di stupore, e per i filosofi l'ape appare come il tramite tra la vita terrestre
e l'altra vita, se non addirittura, l'immortalità stessa. Nella cultura
buddista il miele ha il potere di far raggiunger le forme superiori nelle varie
trasmigrazioni dell'anima. Per gli Indiani, Visnù è addirittura un'ape posata
su un fiore di loto e Kama, il dio dell'amore, possiede un arco la cui corda è
formata da un festone di api, a significare le dolcezze e le pene d'amore. Il
miele serve sin da quei tempi a curare e a conservare la bellezza, e anche a
imbalsamare perché ha poteri conservanti.
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Aristotele |
SULLE TAVOLE DEI ROMANI
Per millenni l'umanità ha solo il miele per dolcificare gli
alimenti e lo usa in mille modi. I piccoli greci sin dall'infanzia sono nutriti
con il "melikatron", una mistura di latte e miele. E sempre con il
miele e sempre in Grecia, si legano le salse e si cucinano gli arrosti. Ma i
più accaniti consumatori di miele sono certamente i nostri antenati rimani:
nella Res Culinaria di Apicio le ricette al miele non si contano. Durante il
pasto "romano", poi, almeno tre sono i momenti del miele: all'inizio,
il vino da bere è mielato e invecchiato, a metà, il piatto forte è quasi sempre
cotto o legato con il miele, alla fine, il dessert, è spesso accompagnato da
favi colmi di miele o da miele liquido. Ai tempi di Nerone il cibo più
prelibato era il ghiro in salsa di miele. Di Orazio poi è nota la passione per
una certa omelette, le "ova mellita", la cui ricetta richiedeva due
once di miele per ogni uovo. Famosi anche i pani mielati, i bignè croccanti,
"globos", la brioche avvolta a spirale, "spira", oltre la
"placenta", dolce delle feste, la "scribitta", una
focaccina con scritte augurali, il "panis mellitus" al profumo
d'anice, il "savillum", a base di formaggio, miele e semi di
papavero.
LO SAPEVATE CHE
- per i nordici la "luna di miele" è una provvista
di vino mielato offerta in dono agli sposi novelli.
- in Grecia e a Roma gli atleti consumavano sempre miele prima
di affrontare una gara.
- un chirurgo indiano del XIV secolo a.C. seleziona ben otto
varietà di miele e per ognuna ne specifica le proprietà.
- per gli egiziani l'ape è nata dalle lacrime di Ra, il dio
del sole e il miele è un nutrimento divino.
- per i mussulmani il ladro di miele è immediatamente
raggiunto dalle ire e dalle maledizioni di Allah.
- nel Medioevo le dame ricamavano per i cavalieri di novella investitura una fascia
con un ramo di timo circondato da api.

- Ape Maia, orso Yoghi, ma certamente il più goloso dei
piccoli eroi è Winnie Pooh, al punto che entrato una volta in una dispensa di
miele, tanto ne mangiò che ingrassò…e ora non può più uscire!
E CHE COSA VUOL DIRE…
- Miele
grezzo: è il miele semplicemente estratto dal
favo e messo nel contenitore per la vendita, senza aver subito alcuna trasformazione.
- Miele liquido: è il miele, denso e trasparente, appena estratto dal favo.
- Miele
cristallizzato: la temperatura appena fredda fa sì che
uno degli zuccheri che compongono il miele, il destrosio, precipiti dalla
soluzione, formando tanti piccoli cristalli. Questa cristallizzazione può
avvenire in misura più o meno maggiore anche anche a seconda del tipo di miele.
Attenzione: questo miele può essere riportato allo stato liquido, scaldandolo
moderatamente (non bisogna però raggiungere o superare la temperatura di 60°
che distruggerebbe alcuni importanti componenti).
- Miele centrifugato: è semplicemente il miele che, per poter
essere estratto, viene sottoposto a una centrifugazione, con tutto il favo.
Inoltre le varietà del miele sono tante e dipendono essenzialmente dal tipo di
fiori a cui le api vanno a suggere i nettare.
IL PICCOLO DIZIONARIO DEL MIELE
ALVEARE:
abitazione delle api.
APE
REGINA: è l'ospite più importante dell'alveare. più grande
delle api operaie, ha la testa grossa e ovale, il torace piccolo, l'addome
grosso e allungato, le ali corte. non fa uso del pungiglione e non si reca a
raccogliere il nettare: la sua funzione è quella di deporre le uova per la
perpetuazione della specie. Un'ape regina vive da tre a cinque anni.
APICARIO:
insieme di alveari riuniti in uno stesso
luogo.
API
FIGLIATRICI: sono operaie
allevate in celle leggermente più grandi. Quando la famiglia manca della regina
si mettono a deporre uova che sono sempre vitali e danno origine a maschi
perfetti.
BORSETTA
MALEARIA: è il
"magazzino naturale" di cui è fornita l'ape operaia, per raccogliere
il nettare.
BOTTINATRICI:
sono così chiamate le api nella loro
funzione di raccolta del nettare.
DANZA
DELLE API: è il mezzo di
comunicazione mediante il quale un'ape bottinatrice indica ad una novizia il
luogo dove ha fatto un buon raccolto.
FAVO: foglio cereo con cellette rudimentali che
viene messo dall'apicoltore in un'apposita scanalatura. Serve alle api come
base d'inizio per la costruzione delle loro cellette.
FUCHI: sono i maschi delle api. Più grossi, ma
più corti, della regina, hanno il corpo nerastro e coperto da foltissimi peli.
Hanno il solo compito di decondare la regina.
MIELE
D'ABETE:
colore suro, odore e sapore dolce, non stucchevole. Antisettico delle
vie respiratorie.
MIELE
D'ACACIA: colore oro
trasparente; aroma e sapore delicati, ricorda quello del giore, cristallizza
difficilmente; dolcifica senza alterare il gusto; non intorbida i liquidi.
MIELE
D'AGRUMI: proviene dalla
coltivazione di arance, mandarini, pompelmi, limoni. Colore chiarissimo, quasi
bianco; solido o semisolido; sapore caratteristico.
MIELE DI
CASTAGNO: colore marrone
scuro; liquido o semisolido, secondo la temperatura; ricco di polline;
amarognolo, ricostituente.
MIELE
D'ERICA: si ricava da undici specie di erica,
chiamata comunemente brugo.
MIELE
D'EUCALIPTO: color nocciola
chiaro, aromatico, solido o semisolido; sapore amarognolo. Sedativo della
tosse.
MIELE DI
LAVANDA: leggermente ambrato, abbastanza fluido;
aroma e sapore caratteristici. Buon
miele da tavola; ottimo miele terapeutico perché ricco di ferro e valido contro
le malattie respiratorie.
MIELE
MONOFLORA: molti mieli che
le api producono raccogliendo il nettare su gruppi o coltivazioni pure di piante
mellifere. Si distinguono in monoflora aromatici, perché provengono da piante
aromatiche ricche di olii essenziali e monoflora non aromatici.
MIELE MILLEFIORI: molto comune, ambrato; profumo ed aroma
composto.
MIELE DI
ROSMARINO: bianco o ambrato
molto chiaro, un po' denso; odore fresco aromatico; ottimo dopo i pasti
stemperato in un po' d'acqua tiepida, come digestivo.
MIELE DI
SULLA: colore giallino; sapore leggermente ma
gradevolmente amarognolo.
MIELE DI
TARASSACO: colore da ambra
chiaro a dorato; sapore forte e caratteristico.
MIELE DI
TIGLIO: colore giallo chiaro trasparente, aroma
e sapore balsamico; leggermente sonnifero, utile per il raffreddore.
MIELE DI
TIMO: colore giallo oro, solido o semisolido;
odore caratteristico; sapore piacevolmente pungente.
NETTARE: è l'umore dolce contenuto nei fiori.
OPERAIE: sono femmine imperfette dall'apparato
genitale atrofizzato. Più piccole della regina, hanno l'addome quasi
completamente ricoperto dalle ali, ma sono dotate di due importantissimi
apparati: quello per la secrezione della cera e quello velenifero o di difesa.
PAPPA
REALE: è l'alimento speciale con il quale viene
nutrita la larva dell'ape regina.
POLLINE: è costituito dai granuli che 'ape operaia fa cadere nelle antere
mature.
PUNGIGLIONE:
è l'arma di difesa delle api operaie che
si trova all'estremità dell'addome.
REGINA
FUCAIOLA: è quella che
durante il volo nuziale non viene fecondata. Ha la capacità di deporre uova
dalle quale nascono soltanto fuchi.
SCIAMATURA: emigrazione spontanea delle api, che si
allontanano in parte dalla propria casa per stabilirsi in un altro luogo.
UOVA: un'ape regina può deporre da duemila a
tremila uova al giorno.
VOLO
NUZIALE: dopo cinque giorni dalla sua nascita,
la regina esce dall'arnia e in volo viene fecondata.
Interessante storia di un dolce alimento. Complimenti Ape Regina Mimma.
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