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domenica 23 aprile 2017

IL MIELE: UN REGALO DEGLI DEI

di Mimma Zuffi

C'è un'ape che se posa
Su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato,
la felicità è una piccola cosa.
"Felicità", Trilussa

(foto dal web)


L'uomo preistorico, curioso e predone, sfida l'ira di uno sciame di api per rubare il miele. È l'inizio della sua storia, ma egizi, greci e romani, invece, pensano che un nettare tanto buono è certo un dono prezioso degli dei.

CI FA GOLA DA 7000 ANNI
La curiosità per tutti i fenomeni che gli accadevano attorno, e soprattutto la fame sono stati lo stimolo che ha sicuramente spinto l'uomo preistorico a rovistare nel cavo di un albero per impadronirsi di una preda dolcissima: il miele. Da quel momento, o poco più tardi, una cronologia molto precisa e documentata ci descrive l'antichissima storia delle api e del miele. In un fossile, addirittura risalente al periodo terziario, trovato nei pressi di Aix-en-Provence, la dimostrazione, senza alcun dubbio, che questo insetto esisteva già venti milioni di anni fa e, cioè, molto prima dell'uomo. 


Ma la più antica raffigurazione della raccolta del miele è una pittura rupestre sulle pareti della
Cueva de la Araña,
Cueva de la Araña, grotta del Ragno (vicino a Valencia, in Spagna) e che risale a 5000 anni a.C. L'uomo che vi appare ha un'aria nient'affatto cavernicola, abbastanza evoluta e raziocinante, già capace di ideare astuzie e marchingegni. Lo si vede infatti molto in alto, vicino al nido delle api, issato saldamente grazie ad una corda assicurata alla roccia, con un recipiente concavo in una mano e i favi bottinali nell'altra. Ma evoluto era certo anche il pittore che ha chiuso il disegno con una moderna cornice grafica: un festone di api stilizzate.
Da qui un salto storico: siamo in Egitto nel 3200 a.C. durante la prima dinastia dei Faraoni. Si deve trovare un simbolo per rappresentare la regalità del Faraone, il suo assoluto potere sul popolo felicemente sottomesso al re. 



E l'ape viene scelta come simbolo reale (la riscoprirà qualche secolo più avanti anche Napoleone I, che di api coprirà il suo mantello imperiale). Ancora egizio e databile attorno al 3000 a.C. un bassorilievo che racconta l'estrazione del miele. Il primo scritto su questo nettare risale,  invece, a qualche secolo dopo e, precisamente, al 2700 c.C.; sono tavolette trovate in Mesopotamia recanti precisazioni piuttosto dettagliate su alcuni medicamenti a base di miele.




UN ALIMENTO MAGICO
Ramsete III
Già da 3000 anni prima di Cristo il miele è una sostanza fondamentale per curarsi e anche per imbellettarsi, e ne fanno uso tutte le civiltà, non solo quelle del bacino del Mediterraneo.  Nel più antico dei testi indini, compilato tra il 3000 e il 2000 a.C., sono tantissimi i riferimenti alle api e al miele; usato nei riti cerimoniali come offerta preziosa e anche come medicamento. Ma Ramsete III (1200 a.C.) è rappresentato in un graffito mentre rende omaggio al dio Nilo con una decina di migliaia di giare di miele. L'origine antichissima e indoeuropea del miele è attestata anche dal nome, che troviamo pressoché immutato nella radice,sia spostandoci dall'India all'Europa, sia "viaggiando" nel tempo: da "madhus", in antica lingua indiana appunto, "melhu" in greco, "mel" in latino, "med" in russo, "mead" in inglese, "miel" in francese e "miele" in italiano. Sostanza fondamentale alla vita (ricordiamoci che lo zucchero  è una scoperta"moderna") così buona e ricca, che molto spesso le si sono attribuiti aspetti sovrannaturali. Gli antichi, ad esempio, pensano che il miele sia un dono  degli dei: la stupefacente vita delle api li affascina e li spinge a trovare magico anche il loro prodotto. Generazione spontanea, castità, immortalità sono, secondo i primi studi, i principi fondamentali della vita delle api (quella della generazione spontanea è certamente la teoria più assurda eppure perdura sino al XIX secolo): secondo gli antichi le api nascono da un torello sacrificale destinato a diventare il rifugio  di "esseri sprovvisti di piedi, ma muniti di ali, freneticamente ronzanti nell'aria, numerosi come le gocce di una pioggia d'estate". Radicata è anche la teoria della castità di tutti i membri dell'arnia (la scoperta della fecondazione dell'ape regina durante il volo nuziale si scoprirà infatti solo nel XVIII secolo). In quanto all'origine divina ricordiamo che
Aristotele
Aristotele chiama il miele "sudore del cielo" e Plinio "saliva delle stelle"; per tutti i poeti, da Omero a Virgilio, api e miele sono oggetto di stupore, e per i filosofi l'ape appare come il tramite tra la vita terrestre e l'altra vita, se non addirittura, l'immortalità stessa. Nella cultura buddista il miele ha il potere di far raggiunger le forme superiori nelle varie trasmigrazioni dell'anima. Per gli Indiani, Visnù è addirittura un'ape posata su un fiore di loto e Kama, il dio dell'amore, possiede un arco la cui corda è formata da un festone di api, a significare le dolcezze e le pene d'amore. Il miele serve sin da quei tempi a curare e a conservare la bellezza, e anche a imbalsamare perché ha poteri conservanti.

SULLE TAVOLE DEI ROMANI
Per millenni l'umanità ha solo il miele per dolcificare gli alimenti e lo usa in mille modi. I piccoli greci sin dall'infanzia sono nutriti con il "melikatron", una mistura di latte e miele. E sempre con il miele e sempre in Grecia, si legano le salse e si cucinano gli arrosti. Ma i più accaniti consumatori di miele sono certamente i nostri antenati rimani: nella Res Culinaria di Apicio le ricette al miele non si contano. Durante il pasto "romano", poi, almeno tre sono i momenti del miele: all'inizio, il vino da bere è mielato e invecchiato, a metà, il piatto forte è quasi sempre cotto o legato con il miele, alla fine, il dessert, è spesso accompagnato da favi colmi di miele o da miele liquido. Ai tempi di Nerone il cibo più prelibato era il ghiro in salsa di miele. Di Orazio poi è nota la passione per una certa omelette, le "ova mellita", la cui ricetta richiedeva due once di miele per ogni uovo. Famosi anche i pani mielati, i bignè croccanti, "globos", la brioche avvolta a spirale, "spira", oltre la "placenta", dolce delle feste, la "scribitta", una focaccina con scritte augurali, il "panis mellitus" al profumo d'anice, il "savillum", a base di formaggio, miele e semi di papavero.

LO SAPEVATE CHE

- per i nordici la "luna di miele" è una provvista di vino mielato offerta in dono agli sposi novelli.
- in Grecia e a Roma gli atleti consumavano sempre miele prima di affrontare una gara.
- un chirurgo indiano del XIV secolo a.C. seleziona ben otto varietà di miele e per ognuna ne specifica le proprietà.
- per gli egiziani l'ape è nata dalle lacrime di Ra, il dio del sole e il miele è un nutrimento divino.
- per i mussulmani il ladro di miele è immediatamente raggiunto dalle ire e dalle maledizioni di Allah.
- nel Medioevo le dame ricamavano per i  cavalieri di novella investitura una fascia con un ramo di timo circondato da api.
- in Germania e in Francia vi sono tuttora alcuni proverbi popolari che dicono che "porta sfortuna vendere le proprie api" e che "le api non pungono le ragazze pure".
- Ape Maia, orso Yoghi, ma certamente il più goloso dei piccoli eroi è Winnie Pooh, al punto che entrato una volta in una dispensa di miele, tanto ne mangiò che ingrassò…e ora non può più uscire!

E CHE COSA VUOL DIRE…

- Miele grezzo: è il miele semplicemente estratto dal favo e messo nel contenitore per la vendita, senza aver subito alcuna trasformazione.
Miele liquido: è il miele, denso e trasparente, appena estratto dal favo.
- Miele cristallizzato:   la temperatura appena fredda fa sì che uno degli zuccheri che compongono il miele, il destrosio, precipiti dalla soluzione, formando tanti piccoli cristalli. Questa cristallizzazione può avvenire in misura più o meno maggiore anche anche a seconda del tipo di miele. Attenzione: questo miele può essere riportato allo stato liquido, scaldandolo moderatamente (non bisogna però raggiungere o superare la temperatura di 60° che distruggerebbe alcuni importanti componenti).
- Miele centrifugato: è semplicemente il miele che, per poter essere estratto, viene sottoposto a una centrifugazione, con tutto il favo. Inoltre le varietà del miele sono tante e dipendono essenzialmente dal tipo di fiori a cui le api vanno a suggere i nettare.



IL  PICCOLO DIZIONARIO DEL MIELE

ALVEARE: abitazione delle api.
APE REGINA: è l'ospite più importante dell'alveare. più grande delle api operaie, ha la testa grossa e ovale, il torace piccolo, l'addome grosso e allungato, le ali corte. non fa uso del pungiglione e non si reca a raccogliere il nettare: la sua funzione è quella di deporre le uova per la perpetuazione della specie. Un'ape regina vive da tre a cinque anni.
APICARIO: insieme di alveari riuniti in uno stesso luogo.
API FIGLIATRICI: sono operaie allevate in celle leggermente più grandi. Quando la famiglia manca della regina si mettono a deporre uova che sono sempre vitali e danno origine a maschi perfetti.
BORSETTA MALEARIA: è il "magazzino naturale" di cui è fornita l'ape operaia, per raccogliere il nettare.
BOTTINATRICI: sono così chiamate le api nella loro funzione di raccolta del nettare.
DANZA DELLE API: è il mezzo di comunicazione mediante il quale un'ape bottinatrice indica ad una novizia il luogo dove ha fatto un buon raccolto.
FAVO: foglio cereo con cellette rudimentali che viene messo dall'apicoltore in un'apposita scanalatura. Serve alle api come base d'inizio per la costruzione delle loro cellette.
FUCHI: sono i maschi delle api. Più grossi, ma più corti, della regina, hanno il corpo nerastro e coperto da foltissimi peli. Hanno il solo compito di decondare la regina.
MIELE D'ABETE:  colore suro, odore e sapore dolce, non stucchevole. Antisettico delle vie respiratorie.
MIELE D'ACACIA: colore oro trasparente; aroma e sapore delicati, ricorda quello del giore, cristallizza difficilmente; dolcifica senza alterare il gusto; non intorbida i liquidi.
MIELE D'AGRUMI: proviene dalla coltivazione di arance, mandarini, pompelmi, limoni. Colore chiarissimo, quasi bianco; solido o semisolido; sapore caratteristico.
MIELE DI CASTAGNO: colore marrone scuro; liquido o semisolido, secondo la temperatura; ricco di polline; amarognolo, ricostituente.
MIELE D'ERICA: si ricava da undici specie di erica, chiamata comunemente brugo.
MIELE D'EUCALIPTO: color nocciola chiaro, aromatico, solido o semisolido; sapore amarognolo. Sedativo della tosse.
MIELE DI LAVANDA: leggermente ambrato, abbastanza fluido; aroma e sapore  caratteristici. Buon miele da tavola; ottimo miele terapeutico perché ricco di ferro e valido contro le malattie respiratorie.
MIELE MONOFLORA: molti mieli che le api producono raccogliendo il nettare su gruppi o coltivazioni pure di piante mellifere. Si distinguono in monoflora aromatici, perché provengono da piante aromatiche ricche di olii essenziali e monoflora non aromatici.
MIELE MILLEFIORI: molto comune, ambrato; profumo ed aroma composto.
MIELE DI ROSMARINO: bianco o ambrato molto chiaro, un po' denso; odore fresco aromatico; ottimo dopo i pasti stemperato in un po' d'acqua tiepida, come digestivo.
MIELE DI SULLA: colore giallino; sapore leggermente ma gradevolmente amarognolo.
MIELE DI TARASSACO: colore da ambra chiaro a dorato; sapore forte e caratteristico.
MIELE DI TIGLIO: colore giallo chiaro trasparente, aroma e sapore balsamico; leggermente sonnifero, utile per il raffreddore.
MIELE DI TIMO: colore giallo oro, solido o semisolido; odore caratteristico; sapore piacevolmente pungente.
NETTARE: è l'umore dolce contenuto nei fiori.
OPERAIE: sono femmine imperfette dall'apparato genitale atrofizzato. Più piccole della regina, hanno l'addome quasi completamente ricoperto dalle ali, ma sono dotate di due importantissimi apparati: quello per la secrezione della cera e quello velenifero o di difesa.
PAPPA REALE: è l'alimento speciale con il quale viene nutrita la larva dell'ape regina.
POLLINE: è costituito dai granuli  che 'ape operaia fa cadere nelle antere mature.
PUNGIGLIONE: è l'arma di difesa delle api operaie che si trova all'estremità dell'addome.
REGINA FUCAIOLA: è quella che durante il volo nuziale non viene fecondata. Ha la capacità di deporre uova dalle quale nascono soltanto fuchi.
SCIAMATURA: emigrazione spontanea delle api, che si allontanano in parte dalla propria casa per stabilirsi in un altro luogo.
UOVA: un'ape regina può deporre da duemila a tremila uova al giorno.
VOLO NUZIALE: dopo cinque giorni dalla sua nascita, la regina esce dall'arnia e in volo viene fecondata.







1 commento:

  1. Interessante storia di un dolce alimento. Complimenti Ape Regina Mimma.

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