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mercoledì 4 gennaio 2017

LA SCIARPA ROSSA

di Sandra Romanelli                    

Racconto presentato al CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE NAVIGLIO MARTESANA per il Tema Acqua. 
Ha vinto il Primo Premio, a insindacabile giudizio della giuria, con la seguente motivazione: 
In un cupo pomeriggio invernale, in una Milano fredda e solitaria, lo sfiorarsi di un muto dolore e di una turbata pietà, descritti con parole tanto sobrie quanto drammaticamente intense.



Piove su Milano. È un freddo pomeriggio d’inverno, il cielo è scuro, le nubi così nere e gonfie di pioggia, fanno apparire il pomeriggio buio, come se fosse già sera  inoltrata. Sulla Ripa Ticinese transitano poche auto. Si ode lo sferragliare del tram che si arresta alla fermata della chiesetta di  San Cristoforo, in via Lodovico il Moro, dove un passeggero sale, ma nessuno scende a sfidare la furia di quel temporale. 


Il Caffè degli artisti ha le luci accese, ma dentro non ci sono avventori. Dopo i primi tuoni, così roboanti e minacciosi, anche l’ultimo cliente se n’è andato, salutando in fretta.  
Lungo l’Alzaia Naviglio Grande, scorgo una donna che cammina lenta e incerta sotto la pioggia. La sua figura esile si nota subito, per via di quella sciarpa rossa che porta intorno al collo. Sembra smarrita, non ha l’ombrello, il suo cappottino grigio è inzuppato d’acqua,  i suoi capelli sono gocciolanti e le gocce di pioggia stemperano un mascara forse un po’eccessivo, che macchia di nero un viso pallido, spaventato. 
Io  sto percorrendo la via Lodovico il Moro, sono in auto, ma non posso non essere turbata dall’immagine di quella persona che sembra persa.  
Ad un tratto, il cielo così cupo e scuro,  s’ illumina per un lampo, io rallento la mia andatura e vengo immediatamente sorpassata da un’auto, il cui conducente non manca di farmi notare il suo disappunto, con una sgradevole strombazzata. La donna si volge allora verso di noi. Quel  rumore improvviso sembra interessarla. 
Immediatamente  decido di fermare la marcia della mia auto e per un attimo i nostri sguardi, anche se da lontano, s' incontrano, ma poi la donna riprende con dignità e lentezza, il suo andare sotto la pioggia. 
Un uomo le passa velocemente accanto e prosegue senza esserne turbato. Due ragazze che corrono  allegre, riparate dallo stesso ombrello, la guardano e rallentano il passo, ridacchiando. 
Io invece, provo una strana sensazione di disagio osservando quella donna e mi chiedo: Dove va? Da dove viene? Perché se ne va così sola sotto la pioggia? Perché si lascia bagnare senza cercare un riparo?   
Posteggio la mia auto accostandola al marciapiede, sulla via Lodovico il Moro. 
Desidero  attraversare il Ponte di San Cristoforo per raggiungerla, per chiederle se ha bisogno di qualcosa. 
Ecco, sono sul ponte e guardo giù. Il Naviglio scorre come sempre nel suo letto, solo che oggi le sue acque scure  sembrano ingrossate; guardandole con occhio attento, si può provare un senso di preoccupazione, come se potessero da un momento all’altro, straripare. Provo un momentaneo senso di nausea, ma mi riprendo subito, devo scendere dal ponte perché voglio parlare con  quella donna. 
Appena sceso l’ultimo scalino mi accorgo che è sparita, non la vedo più sulla strada. Dove può essere entrata? Qui c’è un unico palazzo, al citofono non ci sono nomi ma numeri. Forse  mentre io attraversavo il ponte, mi sono soffermata troppo a osservare le acque limacciose del Naviglio e lei, nel frattempo, è entrata lì, in quello stabile. Ecco, sono la solita ansiosa, mi preoccupo per niente! Meglio tornare indietro e riprendere il percorso in auto. 
Mi avvicino alla mia autovettura per ripartire, ma improvvisamente provo un dolore alla bocca dello stomaco, e poi ho freddo, sento dei brividi, non  sto bene. Vedo l’insegna luminosa del Caffè degli Artisti. 
Decido di entrare per riprendermi un po’.
Che bello qui ! C’è una calma , un tepore! Il  sottofondo musicale è piacevole. Io questa musica la conosco, ma non riesco proprio a ricordarne il titolo! Decido di sedermi ad un tavolino vicino alla vetrata, nella speranza assurda di rivedere quella donna.
- Cosa desidera?
La voce dell’uomo che si trova al banco mi risveglia dai miei pensieri. 
- Ma, non so, qualcosa di caldo, forse un caffè - rispondo come in trance.  
- Se posso consigliarla , la nostra specialità è il Marocchino, la vuole provare ? 
- Si, grazie, prendo un Marocchino.
Passano pochi minuti ed arriva la mia bevanda. 
Ha un profumo gradevolissimo di caffè forte, misto a un sentore di cioccolata. Il sapore è pieno, il gusto di cioccolata esalta l’aroma del caffè! È proprio quello che ci voleva,  la sorseggio con gusto. 
Bene, ora sto meglio!
La pioggia batte contro i vetri, in modo insistente.
- Che tempo oggi! È brutto già da stamattina, ma adesso si sta proprio scatenando!
La voglia di parlare dell’uomo al banco, mi mette subito a mio agio e così gli dico: 
- Ma sa che prima ho visto una donna, dall’altra parte del ponte che camminava sotto la pioggia. Non aveva l'ombrello, eppure andava lentamente e non cercava riparo! Sono salita sul ponte per raggiungerla, ma quando sono scesa dall’altra parte, lei non c’era più. Abita forse in quel palazzo di fronte? Lei la conosce?
 - Chi... quella tipa con la sciarpa rossa? No, signora, non la conosce nessuno qui. È da questa mattina però che si aggira da queste parti.
- Ma adesso dove sarà andata?
- Che vuole signora, non ne ho idea, sarà entrata in chiesa. Stamattina l’hanno vista anche lì.
- Già, non ci avevo pensato, ma forse è proprio entrata in chiesa a ripararsi, o a pregare, mi sembrava sofferente, forse ha bisogno di aiuto.
- Sa, ne passa tanta di gente strana qui, io non ci faccio più caso. Se dovessi stare dietro a tutti i tipi stravaganti che circolano là fuori, non potrei più lavorare.
- Ha ragione….. Si è fatto tardi, devo andare. 
Mi avvicino al bancone per pagare, saluto ed esco sotto l’acqua. 
Come se non bastasse, adesso si è alzato anche il vento, perciò mi affretto a raggiungere la mia auto per riprendere il viaggio verso casa.  
Eccomi arrivata davanti alla mia abitazione. 
Ho voglia di sprofondarmi tra i morbidi cuscini del mio divano per riposare corpo e mente, poi, di farmi un bagno caldo e togliermi di dosso l’ansia e il malessere dell’ultima ora.
Entro in casa, mi tolgo il cappotto e mi avvicino alla finestra per chiudere le tapparelle. 
Voglio isolarmi dal resto del mondo! Sono ancora turbata dal ricordo di quella figura esile con la sciarpa rossa.
Improvvisamente ho un tuffo al cuore: sulle acque scure del Naviglio galleggia una sciarpa rossa! 
Esco sul balcone per vedere meglio. 
È “la sua” sciarpa rossa! 

Milano
Chiesa di San Cristoforo - Alzaia Naviglio Grande

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