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giovedì 8 dicembre 2016

Cina: consumismo in salsa di soya

Appunti sparsi di viaggio di Marina Fichera



L’11 dicembre 2016 sarà un giorno importante per alcuni miliardi di persone su questo pianeta. Lo so, la data non vi dice nulla o quasi, e vi starete chiedendo di che cosa stia parlando. Domenica 11 dicembre 2016 scadrà la clausola del Protocollo di Adesione della Cina all’Organizzazione  Mondiale del Commercio (WTO) del 2001 nella quale si prevede che, passati quindici anni dall’ingresso nella WTO, tutti i membri dovranno concedere al Paese di Mezzo lo status di Economia di Mercato (MES). Il fulcro della questione è che l’Unione Europea non ha intenzione di concederlo, visto che questo cambio di status significherebbe far decadere i dazi sui prodotti cinesi e quindi mettere in crisi vari settori industriali europei.

Eppure quando visitai per la prima volta la Cina, nell’agosto del 2009, l’economia di mercato, così come la pensiamo noi nella quotidianità, era già una realtà tangibile. Intere città sorte dal nulla, con milioni di abitanti,  a semplice contorno di un mare di fabbriche in grado di sputare merci di ogni tipo. Commercio, ricchezza, potere: “Il mio grattacielo è più alto del tuo!”.
Lo skyline di Shanghai (foto di Marina Fichera)
La Cina è un luogo che non ti può lasciare indifferente. O ti attira oppure ti respinge, come una fatale e crudele donna. Io ho preferito farmi attirare, scegliendo il fascino della sua cultura millenaria, tanto che dopo questo primo viaggio ho studiato la lingua mandarina per ben quattro anni. Ho scelto di immergermi nello sterminato oceano del Paese di Mezzo, anche se non sempre le cose sono state semplici.
Uno dei motivi che mi aveva spinta a scegliere questo viaggio - che toccava tutte le ex capitali imperiali più qualche altra destinazione fuori dai circuiti turistici standard - era stata la visita a un luogo mitico nell’immaginario di chi, come me, ha praticato arti marziali: il Tempio Shaolin,  ai piedi della Montagna Songshan, nella verde regione dell’Henan, Cina centrale.
Le montagne dell’Henan intorno al Tempio Shaolin (foto di Marina Fichera)
La rigogliosa regione dell’Henan è considerata la culla del Kung Fu, l’insieme delle arti marziali cinesi che comprende una serie di stili che vanno dal Tai Chi Chuan, passano per lo Shaolin Chuan e sfociano nel Wushu di Bruce Lee.
Visitare il Tempio Shaolin non è facilissimo per i turisti stranieri. Il capoluogo più vicino in cui soggiornare è la bella Luoyang, una delle sette città imperiali, che nel suo passato ha accolto ben 13 dinastie.
Luoyang è una città con una cultura raffinata e un vivace centro storico pedonale costellato da migliaia di lampade rosse a rallegrare il solito, lattiginoso, cielo estivo cinese.  Entro in alcuni meravigliosi – e grandissimi – negozi di tè. Il profumo del legno scuro dell’esotico mobilio intarsiato si mescola con gli aromi e le fragranze di migliaia di contenitori di foglie e panetti di tè. Sono inebriata ma anche sconvolta dai prezzi astronomici della maggioranza delle tipologie di tè. Non riesco a comunicare con le eleganti commesse in divisa blu ed esco mestamente senza aver comprato nulla.
 
Il centro pedonale di Luoyang (foto di Maina Fichera)
Da questa ricca città si può anche partire per visitare, oltre al famoso Tempio, anche le magnifiche Grotte di Longmen, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Il sito è una montagna sull’argine di un fiume color del fango che, nei secoli passati, è stato modellato da monaci e devoti buddisti. Decine di migliaia di statue del Buddha, alte da pochi centimetri fino alla principale che raggiunge quasi  venticinque metri, compongono una costellazione di devozione. Il caldo e l’umido sono devastanti e la folla di turisti cinesi si agita selvaggia come al solito, eppure ho come l’impressione che ogni singolo Buddha mi sorrida benevolmente.
Vista delle Grotte di Longmen (foto di Marina Fichera)
Finalmente arriva la mattina della visita al Tempio Shaolin. Con il pulmino ci avviciniamo alle montagne e più ci avviciniamo più la temperatura si fa mite e il cielo azzurro. Buon segno, penso. 

Spettacoli al Tempio Shaolin (foto di Marina Fichera)

E invece appena arrivo alla biglietteria, affollata come una spiaggia riminese a Ferragosto, qualcosa mi dice che qui lo spirito delle arti marziali è svanito. L’enorme sito, quasi del tutto ricostruito, è abitato da maestri, da praticanti a vari livelli, e da migliaia di ragazzini che arrivano da tutte le regioni della Cina. I genitori di questi apprendisti pagano costose rette per far imparare loro le arti marziali nella speranza che diventino maestri ricchi e famosi. Plotoni di bambini con i capelli rasati e le divise arancioni o bianche corrono o si esercitano degli ampi spazi dell’area.
Tutt’intorno è solo una sfilza di negozi di paccottiglia e magliette – che ammetto di aver acquistato, nessuno è perfetto - e tristi show a pagamento.
Il tempio è diventato una sorta di circo e ho la spiacevole impressione che la millenaria saggezza del Kung Fu sia stata soppiantata dalla ricerca del denaro e della fama. Ho come una sensazione di perdita, di smarrimento. 
Giovani allievi al Tempio Shaolin (foto di Marina Fichera)

L’unico luogo del tempio che è riuscito a mantenere la sua dignità, ai margini opposti della biglietteria, è quasi deserto. L’antico cimitero dei Maestri Shaolin, monaci buddisti che hanno coltivato e praticato le arti marziali con devozione e sacrificio, è la sola zona che merita una visita, tutto il resto è una delusione cocente e sconcertante.
Ogni azione nel Paese di Mezzo è causa ed effetto del dio denaro. La Cina è un paese al tempo stesso magnetico, affascinante, ma per alcuni aspetti anche orripilante. Sono curiosa di sapere cosa accadrà dopo l’11 dicembre 2016.


Non è importante quanto hai studiato. E' più importante quanto hai assorbito e capito di ciò che hai studiato.
Bruce Lee

7 commenti:

  1. Aggiornamento: UE e USA si sono opposti al passaggio della Cina a MES,
    tutto è in discussione alla WTO.

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  2. brava Marina per l'aggiornamento! A parte che, come al solito, il tuo pezzo è molto interessante.
    Anto

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  3. Grazie Marina, per averci portato li' dove persone come me non sono usi andare, per le stesse logiche che hanno trasformato quei posti, come dicevi tu, in circhi di altri interessi. Grazie per condividere quello che tu non hai "rinunciato" a visitare e vedere
    Vincenzo

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    Risposte
    1. Grazie Vincenzo, diciamo che io sono per "se non vedo non ci credo"
      Un saluto
      Marina

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    2. Complimenti Marina per l'interessante articolo completo, come sempre, di bellissime foto che ci fanno "viaggiare".
      Un saluto
      Patrizia e Alice

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    3. Grazie Care Amiche!
      un abbraccio
      Marina

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