!-- Menù Orizzontale con Sottosezioni Inizio -->

News

mi piace

domenica 21 agosto 2016

Significato dietro la "figura"

di Mimma Zuffi



Ti sei mai chiesto che significato c’è dietro la “figura”? Ad ogni modo, al di là del giudizio e al di qua della qualità o dell’impressione, questo significato rende alla parola “vedere” un senso: riappare il problema della percezione. Se convenga chiamare giudizio ogni percezione di un rapporto e dare il nome di visione all’impressione, è certo che l’illusione è un giudizio.   Quest' analisi presuppone, almeno idealmente, uno strato di impressioni in cui le linee principali sarebbero parallele così come lo sono nel mondo – cioè nell’ambiente che noi costruiamo per mezzo di misure -  e presuppone anche una seconda operazione che modifica le impressioni facendo intervenire le linee ausiliarie e falsa in tal modo il rapporto delle linee principali. 


Dunque, la prima fase è di pura congettura, e con essa il giudizio che dà la seconda. Si costruisce l’illusione ma non la si comprende. In questo senso generale, e oserei dire formale, il giudizio spiega la percezione vera o falsa che sia solo se si regola sull'organizzazione spontanea e sulla configurazione particolare dei fenomeni.  Vero è che l’illusione consiste nel far entrare gli elementi principali della figura in relazioni ausiliarie che rompono il parallelismo. Perché lo rompono? Perché due rette prima parallele cessano di essere in coppia e sono trascinate in una posizione obliqua dall’immediato contesto nel quale sono introdotte? Avviene come se tali rette non facessero più parte dello stesso mondo. Due vere oblique sono messe nello stesso spazio che è lo spazio oggettivo.
La concezione di giudizio come forza psichica- o mediazione logica, come si preferisce – e la teoria della percezione come interpretazione non è che una contropartita atta a preparare un’autentica presa di coscienza. Una volta intesa la percezione come interpretazione, la sensazione, che ha agito da punto di partenza, è definitivamente superata dal momento che ogni coscienza percettiva è già andata oltre. Penso che si giunga alla sensazione quando, riflettendo sulle nostre percezioni, vogliamo esprimere che esse non sono in tutto e per tutto opera nostra. La pura sensazione è l’effetto ultimo della conoscenza: solo per un’illusione la poniamo all’inizio e la crediamo anteriore alla conoscenza. Nei confronti della vita percettiva l’intellettualismo è insufficiente o per difetto o per eccesso: evoca a titolo di limite le molteplici qualità che non sono se non l’involucro dell’oggetto, e di qui passa a una coscienza dell’oggetto che ne possiederebbe il segreto e che  priverebbe lo sviluppo dell’esperienza della sua contingenza e l’oggetto del suo stile percettivo. Il passaggio dalla tesi all’antitesi, il capovolgimento dal pro al contro - il procedimento costante dell’intellettualismo - lascia immutato il punto di partenza di un' analisi; da un mondo che partiva dai nostri occhi per farsi vedere da noi, si ha ora una coscienza o un pensiero del mondo, ma la natura stessa di questo mondo non è cambiata, esso è sempre definito dalla esteriorità assoluta delle parti. E’ semplicemente sdoppiato in un pensiero su cui si fonda. Si passa da un'oggettività assoluta a una soggettività assoluta, ma questa seconda idea ha il medesimo valore della prima e non si regge se non contro quella, cioè grazie a quella.

9 commenti:

  1. Difficile ma bello anche filosoficamente parlando. Complimenti.
    Adriano

    RispondiElimina
  2. Bisogna essere molto concentrati nel leggerlo, ma alla fine si dice "molto bello".
    Nicky

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nicky, lo so che non si deve perdere il filo nel leggerlo, ma mi ha dato molta soddisfazione. Grazie del commento,
      Mimma

      Elimina
  3. Mi hai intrigato, Mimma! Andrebbe sviluppato il discorso in tutte le sue conseguenze, per esempio nei rapporti sociali, le diverse percezioni che diepnedono, come hai accennato alla fine. Andrebbe sviluppato anche un discorso (non voglio esagerare, ma ci ho pensato) di carattere storico e metafisico, come culture lontane nel tempo modifichino il processo di percezione. Insomma, bello, interessante e intrigante. Hai buttato solo un sasso nello stagno e i cerchi si stanno allargando... :-) Vai oltre... Carlo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Carlo, hai capito perfettamente il mio pensiero e il tuo commento mi incita a continuare. Andrò sicuramente oltre.
      Mimma

      Elimina
  4. Molto bello. Sia nella forma che nel contenuto. complimenti!
    Molto bello vedere come dal concetto iniziale ci si muova verso qualcosa di ancora piu' concettoso e piu' ampio, verso i processi mentali che lo sottendono e le loro implicanze logiche.
    Anche io penso che sarebbe interessante applicare il concetto ad altri ambiti.
    Brava!
    Vincenzo

    RispondiElimina