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venerdì 6 maggio 2016

"Le quattro stagioni dell’estate" di Grégoire Delacourt

(a cura di Mimma Zuffi)

Salani Editore - pagg. 224 - € 14,90
Traduzione di Riccardo Fedriga


Da fine aprile in libreria

Sulla spiaggia di Touquet i bambini piangono perché l’acqua del mare è troppo fredda, mentre le madri sonnecchiano al sole. Tutto attorno, sulle dune, dentro i bar, dietro gli alberi e sulla battigia, sbocciano storie d’amore. Quattro coppie, quattro passioni vissute visceralmente, quattro periodi diversi della nostra vita. L’adolescenza e i suoi amori platonici, quando ci si può ancora promettere qualunque cosa, quel regno fragile e perfetto che precede di un soffio la delusione e la perdita. Trent’anni, l’età in cui cominciamo a interrogarci su ciò che siamo diventati, degli sconosciuti a volte così diversi da ciò che sognavamo un tempo. 


Cinquant’anni, quando bisogna imparare di nuovo a prendersi cura di se stessi e di una coppia ormai stanca. La vecchiaia, e gli amori che ci ha lasciato una vita, quelli che sono per sempre. L’amore è un fuoco che va nutrito, per evitare che perda d’intensità e si spenga per sempre, perché la passione è tutto, ma bisogna essere disposti a lavorarci in ogni momento della vita. Dopo il successo di Le cose che non ho, Grégoire Delacourt torna con un libro che fa vibrare le corde del cuore e che parla a ognuno di noi. Un romanzo toccante, senza edulcorazioni, che non assomiglia a nessun altro.

Grégoire Delacourt, classe 1960, è uno tra i più grandi pubblicitari francesi, autore di famosissime campagne. Le cose che non ho, il suo secondo romanzo, è stato per mesi numero uno nelle classifiche dei bestseller francesi e in Italia, alla pubblicazione, ha avuto ben quattro edizioni in un mese. Ancora oggi è tra i libri più venduti e più amati dal pubblico. Per Salani ha pubblicato anche La prima cosa che guardo.


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