Salani editore pagg. 384 - € 14,90 |
Delicato, ironico, leggero e divertente: questi sono i primi aggettivi che mi vengono in mente pensando al secondo libro dedicato da Loredana Limone alle vicende di Borgo Propizio. Il fatto che "E le stelle non stanno a guardare" sia un secondo capitolo non preclude affatto la possibilità di essere apprezzato e amato anche da chi non ha iniziato la lettura con il primo libro. Impariamo a conoscere tutti i personaggi come se fossero presentati per la prima volta e non abbiamo alcuna percezione del fatto che avessero già avuto una vita letteraria precedente. La forza del romanzo è proprio l'atmosfera magica che il luogo e i suoi abitanti emanano. Borgo Propizio è un piccolo paese senza tempo, senza un'esatta collocazione geografica, che possiamo posizionare dove il cuore ci induce a fare. I suoi cittadini sono figure che nella vita ci è capitato di incontrare, che conosciamo anche senza averne mai visto il volto. Le sorelle Marietta e Mariolina, i personaggi più riusciti, sono esilaranti anche nei momenti più complicati. I loro caratteri sono pennellati con una tale dovizia che ci sembra appartengano alla nostra quotidianità.
La rabbia, la delusione, le aspettative, le insicurezze che provano e generano sono piene di umanità. Tuttavia la poliedrica comunità del borgo non è colorata solo dalla presenza delle due sorelle pseudo-zitelle, ma anche da tanti altri riuscitissimi personaggi: innanzitutto Ruggero, il marito un po' rozzo di Mariolina; Letizia e Belinda, zia e nipote che gestiscono la latteria più intellettuale che sia mai esistita, ricca d'incontri e di confronti, dal nome inconfondibile "Fatti mandare dalla mamma"; Cesare e Claudia, genitori di Belinda, riunitisi dopo una separazione; Felice Rondinella, il sindaco, autore della riqualificazione del paese, ma anche uomo misterioso e pieno di segreti; Dora, l'edicolante pettegola per definizione, e così via. Tutta la storia verte sull'organizzazione di un evento importantissimo nella vita comunitaria: un festival letterario a cui si vorrebbe far presenziare la fantomatica figura del signor G.M. (l'idolo di Letizia e anche, presumiamo, dell'autrice: Gianni Morandi). Il compito di organizzare l'evento viene affidato a Ornella, altra abitante del paese, che incrocerà sulla sua strada il giallista Rocco Rubino, scrittore del momento e personaggio spassosissimo nella sua presunzione e falsità. Tutti gli eventi si susseguono in un continuo di dialoghi, episodi, situazioni che ci fanno divertire e riflettere, proiettandoci in una dimensione che non ci appartiene più o non ci è mai appartenuta, fatta di comunità, condivisione, solidarietà mescolata a punte di malizia e cattiveria. La lettura scorre veloce lasciandoci un senso di pace e serenità. In fondo tutti vorremmo vivere almeno per un po' a Borgo Propizio e andare a bere un bel bicchiere di latte aromatizzato nella latteria di Belinda. Almeno con l'immaginazione questo delicatissimo romanzo ci consente di farlo.
Loredana Limone (note biografiche)
Loredana Limone è nata a Napoli. Ha scritto diverse fiabe e libri di gastronomia prima di approdare alla narrativa con il suo primo romanzo "Borgo Propizio" (2012). "E le stelle stanno a guardare" è il suo secondo romanzo ed è appena uscito il terzo volume "Un terremoto a Borgo Propizio".
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