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lunedì 20 aprile 2015

"Frankenstein", dalle pagine del libro alle tavole del palcoscenico

di Giovanni De Pedro

Frankenstein è arrivato a Milano? 
Sissignori ma non temete, è stata solo una rappresentazione messa in scena al Teatro Delfino, Piazza Carnelli, Milano, dalla compagnia “Il Mecenate” - e di questa compagnia teatrale sentiremo certamente parlare positivamente anche in futuro.

La locandina dello spettacolo "Frankenstein"

Dal 16 al 26 Aprile si può assistere a un grande spettacolo, magistralmente diretto da Federico Zanandrea che ha saputo miscelare alla recitazione, trovate spettacolari come scene con ombre cinesi e proiezioni a fondo palco, realizzate da Simone De Domenico. Nella parte del Dottor Frankenstein recita, Lorenzo Scattorin, un attore di decennale esperienza vissuta fra teatro e televisione.


Tutto lo spettacolo è supportato dalle scenografie di Pierluigi Piantanida e da splendidi costumi di Rosaria Giacomino, accompagnati da sapienti trucchi, soprattutto quello inquietante della “creatura”, realizzato da Francesco Sanseverino. Eccezionale è anche la colonna sonora, in gran parte dal vivo con i canti di alcuni cori cittadini, che sanno rendere, con una drammaticità che pervade tutta la sala e scende nel più profondo di ogni spettatore, la scena in cui Justine, incolpata di omicidio, si avvia verso l'esecuzione.
Un eccezionale cast costituito da ben venticinque attori e supportato anche dalla partecipazione di artisti circensi del Piccolo Circo dei Sogni, diretto da Paride Orfei.

La toccante esecuzione di Justine

In un laboratorio bavarese, il Dottor Frankestein fa rivivere il cadavere di un uomo, tramite un esperimento scientifico. La “creatura” si libera e inizia a girovagare per il mondo. Dapprima sul suo cammino incontra un gruppo di saltimbanchi che lo sfruttano per spettacoli di strada.
Un saltimbanco, custode del "mostro"

Quando il “mostro” riesce a fuggire, vaga per posti a lui sconosciuti, fino a giungere a un casolare di campagna, dove instaura un'amicizia con un vecchio cieco. L'uomo gli insegna a parlare e a leggere usando testi letterari. Il loro rapporto s'incrina quando il vecchio decide di presentarlo al figlio e alla nuora, i due coniugi vedendo l'orribile aspetto della “creatura” hanno un moto di repulsione reagendo con violenza tanto da infierire fisicamente sul corpo del “mostro”. Egli riesce a liberarsi e ad allontanarsi ma quest'ultima esperienza gli ha fatto perdere fiducia nell'umanità. La “creatura” raggiunge Ginevra, città della famiglia Frankenstein e nella casa incontra William, fratello minore del dottore, lo rapisce per poi ucciderlo. Justine, la governante, è costretta ad autoaccusarsi dell'omicidio e viene giustiziata, nella scena più toccante dello spettacolo. Il “mostro” raggiunge il laboratorio del Dottore, gli chiede di creare una compagna come lui, con la promessa che se ne sarebbe andato a vivere in posti lontani, altrimenti avrebbe ucciso Elizabeth durante la notte di nozze. Frankenstein decide di fare rivivere Justine ma all'ultimo momento non mantiene la promessa. La “creatura”, come aveva minacciato, uccide Elizabeth e scappa lontano. Il “mostro” viene inseguito e raggiunto dal Dottore a San Pietroburgo, dove Frankenstein muore assiderato dal freddo.

La "creatura" terrorizza e uccide Elizabeth
Foto di scena durante le prove e durante
lo spettacolo





















La rappresentazione mette in risalto, citando un passo del “Paradiso perduto” di Milton, alcuni temi trattati nella storia di Frankenstein, ovvero: l'uomo può sostituirsi al naturale corso delle cose, quindi a Dio? La creazione del “mostro” è un tentativo, bioeticamente giusto o sbagliato, di vincere la morte con una vita artefatta. La natura, prima o poi, si rivolta contro il genere umano; come quando i corsi dei fiumi vengono deviati o le montagne spezzate, tutto riprenderà il corso naturale, creando il caos. Cito una frase del copione: “La follia umana è appena cominciata”.
Quando la “creatura” nasce, crede incondizionatamente nel genere umano e in tutte le persone che incontra ma viene giudicato per il suo aspetto esteriore senza che nessuno comprenda i suoi sentimenti. Il “mostro” arriva a chiedersi: “Cos'è l'amore?”.
L'amore è quella cosa che prima esce, il cuore ribolle e tu credi di poter fare qualsiasi cosa, questa è la risposta della “creatura” e comprende che “La più alta capacità umana è mentire”.
Ma il “diverso” fa paura e questo accresce in lui l'aggressività, per difesa nei riguardi dei “normali”.
L'unico momento d'attenzione che il “mostro” sente nei suoi riguardi, è quando il Dottor Frankenstein lo insegue, per ucciderlo.
Elizabeth, la moglie del dottore, rimane all'oscuro dell'esperimento, fino al momento in cui incontra la “creatura”. E' proprio vero che “Le mogli sono sempre le ultime a sapere i segreti dei propri mariti!”.
Grazie a tutto il cast e alla direzione del Teatro Delfino per lo spettacolo che offre a un pubblico attento che non lesina applausi e chiamate alla ribalta.
La "natura" vince sull'uomo





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