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venerdì 2 gennaio 2015

Marco Malvaldi: "Il telefono senza fili"

recensione di Tiziana Viganò


Quando Vanessa Benedetti, proprietaria di un agriturismo, scompare misteriosamente, al Bar Lume sale la febbre del delitto. 
Quattro terribili vecchietti dalla lingua biforcuta passano le giornate tra pettegolezzi e illazioni fantasiose, caffè e cicchetti, carte e biliardo e sono spalleggiati dal “barrista” (con due erre) Massimo, che rende concrete le fantasie col suo acume investigativo e la sua razionalità di scienziato (proprio come l’autore). 
Metti una nuova affascinante e giovane commissaria che ha tutta l’aria di volerlo sedurre, aggiungi un altro delitto ai danni di Atlante il Luminoso, cartomante della tivù, un marito molto molto sospetto, una comitiva di tedeschi inguaiati, le recenti dipendenze di tutti – app, social, web -....e il gioco è fatto!




“Il pettegolezzo diventa metodo investigativo”: primo momento di ogni indagine, quello che passa dal Bar Lume è davvero un telefono senza fili  più veloce della rete e più potente di un fulmine. Così  la nuova poliziotta si servirà di questo metodo antico come il mondo e, pappa e ciccia con i vecchietti e in odore di liaison con  Massimo, diventerà assidua frequentatrice nel nostro BarLume a Pineta, sulla costa toscana, 

Rispetto agli altri primi il quinto libro ha una trama, colpi di scena e la soluzione dei delitti meno impegnativa e prevale la commedia dove i personaggi si caratterizzano nelle loro relazioni e nel rapporto con l’ambiente: non è un difetto, ma è una scelta diversa rispetto agli altri e il libro risulta ancora più divertente.

Malvaldi sa giocare davvero bene, mescolando gli ingredienti con l’irresistibile dialetto toscano che colora l’italiano e una solida capacità di tessere una trama gialla con intelligenza e conoscenza.
I suoi gialli sono ottimi esempi di intreccio, di colpi di scena e di suspence, ma regalano anche al lettore un grande divertimento, grazie alla scrittura leggera e veloce, le arguzie e l’umorismo graffiante che è tipico dei toscani: una “commedia degli equivoci” che stempera la drammaticità del giallo secondo regole che ricordano la tradizione teatrale classica.
Un giallo di qualità, molto originale, spassoso: la “differenza che fa la differenza”  ha reso Malvaldi uno degli autori italiani più letti e tradotti. Credo che il segreto del successo stia nel fatto che questo scienziato/scrittore si diverta per primo a scrivere e leggere i suoi libri.
Dopo i due episodi del 2013 usciti su Sky cinema  il quintetto toscanaccio tornerà  in televisione. Due nuovi film ispirati ai romanzi di Malvaldi saranno prossimamente in onda sempre su Sky. Novità nel cast con il debutto di Alessandro Benvenuti  che sostituisce Carlo Monni recentemente scomparso: un attore che è garanzia di grandi capacità e di divertimento; assolutamente da ascoltare gli audiolibri con le sue letture dei romanzi.

Il mio consiglio
Piacerà a chi ama il giallo, ma anche a chi non lo ama, piacerà a chi vuole regalarsi qualche ora di relax divertente senza rinunciare alla qualità della lettura: sono sicura che dopo il primo leggerete anche tutti gli altri della serie, come ho fatto io, in trepidante attesa del prossimo libro.
La recensione degli altri quattro libri del Bar Lume e di altri dello stesso autore è su questo blog


Marco Malvaldi è nato a Pisa il 27 gennaio 1974. All'attività di scrittore affianca quella di ricercatore presso il Dipartimento di Chimica Biorganica dell'Università di Pisa. Ha esordito nella narrativa nel 2007, con il romanzo dal titolo La briscola in cinque che ha dato vita alla serie composta da altri romanzi: Il gioco delle tre carte, 2008, Il re dei giochi, 2010, La carta più alta, 2012 e quest’ultimo, Il telefono senza fili, 2014. Altri romanzi, tutti successi, Odore di chiuso, 2011, Milioni di milioni, 2012, Argento vivo, 2013,

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