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giovedì 29 maggio 2025

Achille Guzzardella

 (a cura di Mimma Zuffi)

   


                                                                                GIADA o                                                                                                                                                        Verrà la morte e avrà i tuoi   occhi                                                                                                                                                       



Fondazione Corrente ha dedicato una mostra ad Achille Guzzardella (Milano 1955), la cui formazione è legata all’attività degli intellettuali che fecero parte di Corrente; il suo percorso artistico fa comprendere la persistenza della lezione di questi maestri nella cultura milanese in un arco temporale che si estende ben oltre gli anni del dopoguerra, arrivando fino alla contemporaneità. 

Le sculture di Guzzardella testimoniano il suo essere un trait d’union e la grande tradizione ritrattistica a cavallo tra l’otto e il novecento, da Vincenzo Gemito a Medardo Rosso, polarità che rappresentano una scelta di libertà espressiva e di attenzione ai valori dell’uomo. Si tratta di un’eredità già raccolta dagli scultori vicini all’ambiente culturale di Corrente, Giacomo Manzù, Marino Marini, Giovanni Paganin e Sandro Cherchi. 

                                                                                                                              


La mostra, articolata su due piani, presenta sculture realizzate dal 1977 ad oggi, ritratti dedicati a familiari, amici, figure di spicco della cultura italiana, così come ad operai e contadini, soggetti di un lavoro che ha sempre al centro la relazione e l’espressione di un profondo umanesimo. Le sue sculture dimostrano la capacità di Guzzardella di lavorare con i diversi materiali della tradizione, bronzo, gesso, terracotta, ceramica. 

Nella Sala Mostre Temporanee sono esposte venti sculture e busti di intellettuali e artisti legati a Corrente, oltre a una selezione di quadri in cui maggiormente si intravede, nel trattamento della materia e nella gamma cromatica utilizzata, l’influenza del movimento artistico di Corrente.

Nella Sala Biblioteca sono invece presentate una selezione di schizzi e studi d’artista, caratterizzati dalla loro estemporaneità; appunti di viaggio attraverso l’epoca di una grande Milano, con i suoi protagonisti, oltre a una selezione di articoli e cataloghi e che ricostruiscono il percorso dell’artista. Alle pareti, una serie inedita di opere donate da diversi autori - tra cui Birolli, Cassinari, Migneco, Mucchi, Treccani - a Guzzardella sottolineano ancora il profondo legame con Corrente.

Rispetto a una realtà contemporanea invasa da immagini e contenuti virtuali, inquadrati attraverso uno schermo solipsistico, Guzzardella rappresenta con il suo lavoro la costanza resistente dell’opposto: il sapiente uso di testa e mani per disegnare, incidere e scolpire; il valore della memoria per costruire una dimensione storica del proprio agire; l’umanità della presenza fisica rispetto alla rarefazione dei rapporti tra le persone.  Un lavoro in contro tendenza fino a pochi anni fa, che ritrova tuttavia, nei ciclici ritorni storici che riguardano anche il mondo dell’arte, riscontro in diversi autori presenti nella Biennale d’Arte di Venezia del 2022, uniti in una rinnovata dimensione sociale del proprio lavoro.


Achille Guzzardella

NOTA BIOGRAFICA

Achille Guzzardella nasce a Milano nel 1955. Figlio di Alberto ed Elena frequenta il Liceo Artistico per poi laurearsi nel 1979 in Architettura al Politecnico di Milano. Nel 1984 si diploma in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera dove tra gli altri è allievo di Raffaele De Grada. Nello stesso periodo vince il concorso e ottiene una cattedra di scultura al Liceo Artistico, da questo momento in poi unirà all’interesse per l’arte quello per la docenza, lavoro che lo accompagnerà per tutta la vita. Gli anni ottanta vedono dunque il battesimo della sua attività scultorea: nel 1981 la mostra del comune in piazza Mercanti di Milano e in seguito la personale alla galleria Valentini. L’inizio della sua carriera da ritrattista inizierà negli anni ottanta. Per lui poseranno negli anni alcuni dei personaggi più importanti della Milano del secolo scorso: Carlo Bo,

Dario Fo, Raffaele De Grada, Bruno Munari, Ernesto Treccani, Gianni Brera, Piero Gauli, Mimmo Rotella, Umberto Veronesi, Valentino Bompiani, Carlo Castellaneta, Mario de Micheli e molti altri. Gli anni novanta rappresentano la consacrazione definitiva. Nel 1993 il busto di Marco Marchesan viene collocato presso il Ministero della Sanità di Mosca e l’anno successivo sarà la volta del ritratto di Robert Lawrence Balzer posto all’interno del Culinary Institute of America presso Napa Valley a Saint Helena in California. Da questo momento molte delle sue opere entreranno nelle collezioni museali italiane ed estere. Ancora oggi possiamo trovare le sue sculture presso la collezione Paolo VI in Vaticano, il Museo Puskin a Mosca, la Pinacoteca Ambrosiana di Milano, la Pinacoteca Provinciale di Bari, la fondazione del Cardinale Lercaro a Bologna, il Museo Camaitino di Sotto il Monte (Bg), il Museo Diocesano di Milano, il museo della Permanente di Milano, il Museo Civico di Crema, Palazzo Vittone a Pinerolo, il Centro Dantesco di Ravenna, il Museo Remo Brindisi a Lido di Spina, il Museo Treccani Fondazione Corrente di Milano, la Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate, il museo di Gazoldo degli Ippoliti (Mn), il Museo Beato Fra Claudio a Chiampo (Vi), la Pinacoteca Comunale di Ruffano (Le) e la Pinacoteca di Alessano (Le). Tra le mostre personali più importanti e la partecipazione a tante altre mostre collettive: alla Valentini di Milano (1981) presentata da Antonio De Bono, all’istituto di indagini psicologiche di Milano (1984) presentata da Alessandro Amoroso, Marco Marchesan, Franz Sartori, Giorgio Rota, al Centro De Gasperi U.C.A.I Arti visive di Milano con presentazione di Pedro Fiori (1990 e 1991), alla Famiglia Artistica di Milano (1995) presentata da Domenica Cara, al Museo di Pinerolo (1995) presentata da Mario Marchiando, al museo di Crema (1996) presentata da Carlo piastrella e Enzo Vicario e in catalogo da Mario de Micheli, alla galleria “Lazzaro by Corsi” di Milano (1996) presentata da Antonio Musiari, al Museo Archeologico di Milano (1997) presentata da E. Arslan, G. Manzoni, M.A. Zancan, A. Musiari e in catalogo da Carlo Bo e Paola Barbara Conti, all’ex Chiesa di Santa Maria ad Nives a Rimini (1998) presentata in catalogo da Giorgio Seveso, al Museo di Gazoldo degli Ippoliti presentata da Claudio Rizzi

1 commento:

  1. Ho letto con piacere l'articolo sul Maestro Achille Guzzardella, un artista che seguo da tempo, uno dei contemporanei che preferisco per serieta' e bellezza delle sue opere. Complimenti all' autrice per la scelta del celebre artista milanese.

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