appunti sparsi di viaggio di Marina Fichera
Prosegue la serie dei miei viaggi alla scoperta
dell’Est Europeo, questa volta la meta da me scelta è stata la Romania. Alcuni
amici che l’avevano già visitata me ne avevano parlato molto bene e questo
aveva generato in me altissime aspettative. Ebbene, le mie aspettative sono
state ampiamente superate, ho infatti avuto modo di apprezzare un paese bello, pulito
e ordinato, con un patrimonio artistico e culturale prezioso e vario e una
popolazione colta, sorridente e gentile.
Atterro in un bollente giorno d' inizio agosto dalla
capitale rumena, Bucarest. Ammetto che a me questa città evocava il triste
passato comunista di Ceaușescu e l’idea di grandi palazzoni in stile sovietico.
Quanto di più sbagliato! Bucarest, conosciuta anche come la Parigi dell’Est, è
una città molto affascinante e ricca di edifici e chiese bellissimi. Nel
pomeriggio del primo sabato d’agosto, con oltre 36° C, il centro storico, in
buona parte pedonale, brulica di accaldati turisti che affollano i tanti localini
- dai quali ci chiamano tutti in italiano per offrirci un fresco ristoro - e
l’atmosfera è piacevole e vivace.
Non si può andare a Bucarest e non vedere, almeno da
fuori, quello che fu il palazzo voluto da Ceaușescu, ora sede del Parlamento. La
dimensione di questa costruzione in stile eclettico socialista, iniziata nel
1984 e terminata solo dopo la destituzione e morte del dittatore, è
impressionante. Lungo oltre 250 metri per lato, alto più di 80 metri e con
altrettanto sviluppo sotterraneo, è il palazzo più pesante al mondo – è sul Guinness dei primati – e
il secondo più grande al mondo dopo il Pentagono, con una superficie di oltre
350.000 mq. Davvero impressionante.
Quando si dice Transilvania
credo che a quasi tutti venga in mente solo una cosa: il conte Dracula. Peccato
che il personaggio inventato da Bram Stoker alla fine del XIX abbia ben poco in
comune con quello che sembra sia stato il suo ispiratore, il conte Vlad III, e
che la Transilvania sia molto di più rispetto a questo stereotipo da turisti
mordi e fuggi.
La Transilvania, che si sviluppa per buona parte sulla
verde catena montuosa dei Carpazi, è da sempre stata una regione di incontri e
scontri, in un miscuglio secolare di leggende, religioni, saperi e popoli
europei e asiatici. Un’affascinante e complessa storia che ha permesso lo
sviluppo di uno straordinario insieme di paesi e città con splendidi palazzi,
castelli e chiese.
Uno di questi magnifici castelli è quello di Peleș,
che potete vedere nella foto di copertina dell’articolo. Residenza estiva del
re Carlo I, edificato negli anni ’80 del XIX secolo, il castello, costruito in
stile alpino e ancora interamente e lussuosamente arredato, è immerso in uno
splendido bosco che lo protegge dalla calura estiva. Lontanissimo da lugubri
atmosfere vampiresche, visitare le sue splendide sale dà una piacevole
sensazione di benessere e raffinatezza, anche se circondati da centinaia di
altri vivaci turisti.
La Transfăgărășan
è considerata una delle strade più belle al mondo. Fu costruita per volere di
Ceauseșcu tra il 1970 e il 1974, con l’intento di permettere un eventuale
rapido attraversamento dei Carpazi da parte dell’esercito rumeno in caso di
invasione sovietica. Si snoda per poco più di 150 chilometri, attraverso un
massiccio montuoso aspro e disabitato, e nei mesi estivi è diventata meta di uno
sfrenato turismo locale.
Nel weekend di
ferragosto ci inerpichiamo per la panoramica strada ma, giunti a pochi
chilometri dal passo e dal laghetto con relativo mercato locale, restiamo
bloccati per quasi quattro ore per il traffico impazzito! Siamo partiti dalla
pianura con sole e caldo e in vetta troviamo freddo da piumino e fitte nuvole,
eppure in tanti si sono sistemati, forse rassegnati, lungo la strada per
mangiare, farsi selfie e cercare di ammirare un panorama che appare e scompare
tra le minacciose nuvole. Quando finalmente riusciamo ad attraversare il passo
lungo la strada incontriamo almeno quattro orsi che si affacciano per chiedere
cibo agli automobilisti.
La Transfăgărășan (foto
di Marina Fichera)
La lingua rumena è una delle lingue neolatine,
di cui fa parte anche l’italiano. Ovunque si vada moltissime persone, appena ti
sentono parlare in italiano, si mettono a parlare in un italiano che farebbe
invidia a parecchi compatrioti, oppure ti fanno i complimenti e sono
contentissimi che si sia scelta la loro nazione come meta di vacanza. È una
bella sensazione sentirsi accolti in questo modo.
La regione della Bucovina, a nord della
Romania, è incantevole. Qui scopro meravigliosi monasteri ortodossi, spesso
fortificati, dove tenaci e pragmatiche suore proteggono capolavori dipinti
anche sulle pareti esterne, e paesini con deliziose casette di legno intarsiato
che sembrano fatte di pan di zenzero. Il tutto incorniciato da dolci colline e
boschi verdi. Mi sembra di essere in una fiaba senza tempo, da quanto è tutto
così piacevolmente perfetto.
Nella regione di Maramureş - a nord ovest del
paese, al confine con l’Ucraina – si possono ancora incontrare abitanti che
indossano gli abiti tradizionali, con magnifici ricami, per andare la domenica
in chiesa. Le antiche chiese di legno dai campanili alti e appuntiti costruite senza
un chiodo e i verdi colli, i colorati paesini e i suggestivi panorami mi fanno
sentire come trasportata dentro un tableau vivant.
In realtà
quest’area ha una storia travagliata, ed è una delle più povere d’Europa,
eppure non riesco a rendermene conto se non attraversando la fastiscente
periferia della cittadina di Baia Mare, il capoluogo di questa regione
una volta famosa per i suoi impianti minerari, ma che ormai sono chiusi da
oltre vent’anni.
So bene che il mio essere di passaggio per pochi
giorni, se non ore, non mi permette di capire fino in fondo la realtà dei
luoghi che visito, ma mi sembra così strano che qui ci siano ancora tanti
problemi economici e sociali.
In questa bella regione, ma anche nel resto del
paese, ho trovato un’atmosfera di accoglienza e amicizia che ha reso tutto
ancora più piacevole e che è stata confermata dall’incontro casuale con una
gentilissima signora originaria del Maramureş, Lena, residente da quasi
venticinque anni a Modena. Anche se in vacanza dalla mamma, Lena è stata felice
di farci conoscere la sua bella regione e abbiamo passato quasi un’intera
giornata insieme a lei, sua sorella e i suoi nipoti, tutti con un
simpaticissimo accento modenese.
La bella campagna del
Maramureş (foto di Marina Fichera)
Per prima cosa visitiamo lo stravagante cimitero
allegro di Sapanta, con le sue lapidi di legno - colorate d’azzurro e altri
sgargianti toni - che riportano il ritratto del defunto e brevi filastrocche, spesso
umoristiche, che ne raccontano la vita. È stranissima e leggera l’atmosfera di
questo cimitero, che non ha proprio nulla di triste ed è preso d’assalto da
orde di accaldati turisti paganti. Non avevo mai visto nulla di simile!
Dopo questa
visita andiamo a vedere il confine con l’Ucraina e poi a casa della mamma di
Lena - a meno di cento metri dal confine - e ci vengono offerti dei golosissimi
dolci fatti in casa la mattina stessa.
Infine visitiamo
insieme il museo aperto nelle ex prigioni di Sighetu Marmatiei. Nelle
losche stanze, luogo di sofferenza e prigionia, ci racconta di quanto sia stata
dura la vita al tempo di Ceaușescu. Rimaniamo tutti senza parole, ma siamo
anche sollevati al pensiero che tutto ciò sia ormai finito da oltre trent’anni.
Posso solo dire grazie alla nostra amica per i
racconti sulla vita presente e passata, la gentilezza e la disponibilità!
Nel mio viaggio ho visitato anche alcune città
rumene, tra cui Sibiu, Braşov e Sighişoara. In ogni città ho
trovato un bellissimo centro storico, conservato con grande cura, teatri e
chiese ricche di opere d’arte, palazzi antichi, simpatici ristorantini e mercati
di artigianato locale.
Ancora una volta ho avuto la conferma che viaggiare
è l’unico modo per sconfiggere gli stereotipi e i pregiudizi che purtroppo
alcune volte ci creano false immagini di luoghi e persone a noi sconosciute. Andare
a vedere con i propri occhi, parlare con persone sconosciute, mangiare il cibo
locale, tutto questo è, a mio parere, il miglior modo per capire, crescere e
vivere.
“Cinstea si
bunatatea intrec orice frumusete.”
L’onestà e la
gentilezza superano ogni bellezza.
Proverbio
rumeno.
Bravissima Marina! Avendo avuto il piacere e la fortuna di aver viaggiato con te, mi ritrovo ora a rivivere con gioia quei momenti. Grazie
RispondiEliminaIl commento è mio , Marco Grassi
Eliminati ringrazio Marco, un caro saluto
EliminaMarina
Splendido reportage,Marina! Vien voglia di andarci ripercorrendo le tue orme, grazie!💯🪻🌻🌸
RispondiEliminaGrazie, un viaggio che consiglio a tutti!
EliminaMolto bello il tuo racconto Marina! L’ ho letto molto volentieri. Margherita Falconi
RispondiEliminaTi ringrazio molto Margherita, qui sul blog troverai altri interessanti racconti di viaggio, miei e non solo.
EliminaCosa vuoi che ti dica Marina , l'articolo è bello come tutti quelli che hai scritto. Complimenti !! Pa
RispondiEliminaGrazie Pà! Marina
EliminaBravissima! E' molto interessante!
RispondiEliminaTi ringrazio!
EliminaRacconto molto interessante e bellissime foto. Viene proprio voglia di andarci. Bravissima Marina
RispondiEliminaTi ringrazio Patrizia!
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