lunedì 29 gennaio 2024

Romania: una bellissima scoperta

 

appunti sparsi di viaggio di Marina Fichera

 


Prosegue la serie dei miei viaggi alla scoperta dell’Est Europeo, questa volta la meta da me scelta è stata la Romania. Alcuni amici che l’avevano già visitata me ne avevano parlato molto bene e questo aveva generato in me altissime aspettative. Ebbene, le mie aspettative sono state ampiamente superate, ho infatti avuto modo di apprezzare un paese bello, pulito e ordinato, con un patrimonio artistico e culturale prezioso e vario e una popolazione colta, sorridente e gentile.

Atterro in un bollente giorno d' inizio agosto dalla capitale rumena, Bucarest. Ammetto che a me questa città evocava il triste passato comunista di Ceaușescu e l’idea di grandi palazzoni in stile sovietico. Quanto di più sbagliato! Bucarest, conosciuta anche come la Parigi dell’Est, è una città molto affascinante e ricca di edifici e chiese bellissimi. Nel pomeriggio del primo sabato d’agosto, con oltre 36° C, il centro storico, in buona parte pedonale, brulica di accaldati turisti che affollano i tanti localini - dai quali ci chiamano tutti in italiano per offrirci un fresco ristoro - e l’atmosfera è piacevole e vivace.

Non si può andare a Bucarest e non vedere, almeno da fuori, quello che fu il palazzo voluto da Ceaușescu, ora sede del Parlamento. La dimensione di questa costruzione in stile eclettico socialista, iniziata nel 1984 e terminata solo dopo la destituzione e morte del dittatore, è impressionante. Lungo oltre 250 metri per lato, alto più di 80 metri e con altrettanto sviluppo sotterraneo, è il palazzo più pesante al mondo – è sul Guinness dei primati – e il secondo più grande al mondo dopo il Pentagono, con una superficie di oltre 350.000 mq. Davvero impressionante.

                         Il palazzo del Parlamento a Bucarest (foto di Marina Fichera)

Quando si dice Transilvania credo che a quasi tutti venga in mente solo una cosa: il conte Dracula. Peccato che il personaggio inventato da Bram Stoker alla fine del XIX abbia ben poco in comune con quello che sembra sia stato il suo ispiratore, il conte Vlad III, e che la Transilvania sia molto di più rispetto a questo stereotipo da turisti mordi e fuggi.

La Transilvania, che si sviluppa per buona parte sulla verde catena montuosa dei Carpazi, è da sempre stata una regione di incontri e scontri, in un miscuglio secolare di leggende, religioni, saperi e popoli europei e asiatici. Un’affascinante e complessa storia che ha permesso lo sviluppo di uno straordinario insieme di paesi e città con splendidi palazzi, castelli e chiese.

Uno di questi magnifici castelli è quello di Peleș, che potete vedere nella foto di copertina dell’articolo. Residenza estiva del re Carlo I, edificato negli anni ’80 del XIX secolo, il castello, costruito in stile alpino e ancora interamente e lussuosamente arredato, è immerso in uno splendido bosco che lo protegge dalla calura estiva. Lontanissimo da lugubri atmosfere vampiresche, visitare le sue splendide sale dà una piacevole sensazione di benessere e raffinatezza, anche se circondati da centinaia di altri vivaci turisti.

                     Interni del castello di Peleș. La sala della musica. (foto di Marina Fichera)

La Transfăgărășan è considerata una delle strade più belle al mondo. Fu costruita per volere di Ceauseșcu tra il 1970 e il 1974, con l’intento di permettere un eventuale rapido attraversamento dei Carpazi da parte dell’esercito rumeno in caso di invasione sovietica. Si snoda per poco più di 150 chilometri, attraverso un massiccio montuoso aspro e disabitato, e nei mesi estivi è diventata meta di uno sfrenato turismo locale.

Nel weekend di ferragosto ci inerpichiamo per la panoramica strada ma, giunti a pochi chilometri dal passo e dal laghetto con relativo mercato locale, restiamo bloccati per quasi quattro ore per il traffico impazzito! Siamo partiti dalla pianura con sole e caldo e in vetta troviamo freddo da piumino e fitte nuvole, eppure in tanti si sono sistemati, forse rassegnati, lungo la strada per mangiare, farsi selfie e cercare di ammirare un panorama che appare e scompare tra le minacciose nuvole. Quando finalmente riusciamo ad attraversare il passo lungo la strada incontriamo almeno quattro orsi che si affacciano per chiedere cibo agli automobilisti.


La Transfăgărășan (foto di Marina Fichera)

La lingua rumena è una delle lingue neolatine, di cui fa parte anche l’italiano. Ovunque si vada moltissime persone, appena ti sentono parlare in italiano, si mettono a parlare in un italiano che farebbe invidia a parecchi compatrioti, oppure ti fanno i complimenti e sono contentissimi che si sia scelta la loro nazione come meta di vacanza. È una bella sensazione sentirsi accolti in questo modo.

La regione della Bucovina, a nord della Romania, è incantevole. Qui scopro meravigliosi monasteri ortodossi, spesso fortificati, dove tenaci e pragmatiche suore proteggono capolavori dipinti anche sulle pareti esterne, e paesini con deliziose casette di legno intarsiato che sembrano fatte di pan di zenzero. Il tutto incorniciato da dolci colline e boschi verdi. Mi sembra di essere in una fiaba senza tempo, da quanto è tutto così piacevolmente perfetto.


      Il Monastero di Voronet in Bucovina (foto di Marina Fichera)

Nella regione di Maramureş - a nord ovest del paese, al confine con l’Ucraina – si possono ancora incontrare abitanti che indossano gli abiti tradizionali, con magnifici ricami, per andare la domenica in chiesa. Le antiche chiese di legno dai campanili alti e appuntiti costruite senza un chiodo e i verdi colli, i colorati paesini e i suggestivi panorami mi fanno sentire come trasportata dentro un tableau vivant.


Il monastero di Barsana (foto di Marina Fichera)

In realtà quest’area ha una storia travagliata, ed è una delle più povere d’Europa, eppure non riesco a rendermene conto se non attraversando la fastiscente periferia della cittadina di Baia Mare, il capoluogo di questa regione una volta famosa per i suoi impianti minerari, ma che ormai sono chiusi da oltre vent’anni.

So bene che il mio essere di passaggio per pochi giorni, se non ore, non mi permette di capire fino in fondo la realtà dei luoghi che visito, ma mi sembra così strano che qui ci siano ancora tanti problemi economici e sociali.

In questa bella regione, ma anche nel resto del paese, ho trovato un’atmosfera di accoglienza e amicizia che ha reso tutto ancora più piacevole e che è stata confermata dall’incontro casuale con una gentilissima signora originaria del Maramureş, Lena, residente da quasi venticinque anni a Modena. Anche se in vacanza dalla mamma, Lena è stata felice di farci conoscere la sua bella regione e abbiamo passato quasi un’intera giornata insieme a lei, sua sorella e i suoi nipoti, tutti con un simpaticissimo accento modenese.



La bella campagna del Maramureş (foto di Marina Fichera)

Per prima cosa visitiamo lo stravagante cimitero allegro di Sapanta, con le sue lapidi di legno - colorate d’azzurro e altri sgargianti toni - che riportano il ritratto del defunto e brevi filastrocche, spesso umoristiche, che ne raccontano la vita. È stranissima e leggera l’atmosfera di questo cimitero, che non ha proprio nulla di triste ed è preso d’assalto da orde di accaldati turisti paganti. Non avevo mai visto nulla di simile!


Il cimitero allegro e la chiesa di Sapanta (foto di Marina Fichera)

Dopo questa visita andiamo a vedere il confine con l’Ucraina e poi a casa della mamma di Lena - a meno di cento metri dal confine - e ci vengono offerti dei golosissimi dolci fatti in casa la mattina stessa.

Infine visitiamo insieme il museo aperto nelle ex prigioni di Sighetu Marmatiei. Nelle losche stanze, luogo di sofferenza e prigionia, ci racconta di quanto sia stata dura la vita al tempo di Ceaușescu. Rimaniamo tutti senza parole, ma siamo anche sollevati al pensiero che tutto ciò sia ormai finito da oltre trent’anni.

Posso solo dire grazie alla nostra amica per i racconti sulla vita presente e passata, la gentilezza e la disponibilità!

Nel mio viaggio ho visitato anche alcune città rumene, tra cui Sibiu, Braşov e Sighişoara. In ogni città ho trovato un bellissimo centro storico, conservato con grande cura, teatri e chiese ricche di opere d’arte, palazzi antichi, simpatici ristorantini e mercati di artigianato locale.

 Sighișoara  (foto di Marina Fichera)

Ancora una volta ho avuto la conferma che viaggiare è l’unico modo per sconfiggere gli stereotipi e i pregiudizi che purtroppo alcune volte ci creano false immagini di luoghi e persone a noi sconosciute. Andare a vedere con i propri occhi, parlare con persone sconosciute, mangiare il cibo locale, tutto questo è, a mio parere, il miglior modo per capire, crescere e vivere.

 

“Cinstea si bunatatea intrec orice frumusete.”

L’onestà e la gentilezza superano ogni bellezza.

Proverbio rumeno.

13 commenti:

  1. Bravissima Marina! Avendo avuto il piacere e la fortuna di aver viaggiato con te, mi ritrovo ora a rivivere con gioia quei momenti. Grazie

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    1. Il commento è mio , Marco Grassi

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    2. ti ringrazio Marco, un caro saluto
      Marina

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  2. Splendido reportage,Marina! Vien voglia di andarci ripercorrendo le tue orme, grazie!💯🪻🌻🌸

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    1. Grazie, un viaggio che consiglio a tutti!

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  3. Molto bello il tuo racconto Marina! L’ ho letto molto volentieri. Margherita Falconi

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    1. Ti ringrazio molto Margherita, qui sul blog troverai altri interessanti racconti di viaggio, miei e non solo.

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  4. Cosa vuoi che ti dica Marina , l'articolo è bello come tutti quelli che hai scritto. Complimenti !! Pa

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  5. Bravissima! E' molto interessante!

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  6. Racconto molto interessante e bellissime foto. Viene proprio voglia di andarci. Bravissima Marina

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