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giovedì 27 ottobre 2022

Contaminazioni: dal FADO al SUDAMERICA INTERVISTA A DONATELLA ALAMPRESE

 


a cura di Sandra Romanelli

 


Nella suggestiva cornice del Parco d’Arte Pazzagli di Firenze, in una gradevole serata di agosto, Donatella Alamprese con lo spettacolo Contaminazioni, ha  condotto il suo pubblico in un fantastico viaggio musicale che partendo da  Lisbona, con le indimenticabili musiche di Amalia Rodrigues, è giunto fino in Sudamerica, tra Cile, Argentina e Venezuela, interpretando i canti di guerra e libertà di Violeta Parra e Mercedes Sosa. Ad accompagnare le sue emozionanti interpretazioni, la chitarra del musicista Marco Giacomini e il polistrumentista Stefano Macrillò con chitarra, cuatro venezolano. tiple colombiano e mandola.

Le prime note che abbiamo ascoltato sono quelle allegre, ma nostalgiche di “ A casa do via del Campo”  testo originario  di Alfredo Marcenario e  Joao Silva Tavares. Di questo brano sono state prodotte varie versioni.

 Amalia Rodrigues -con l’album Amalia in Italia- l’ha portato al successo nel 1974, nella versione italiana di Roberto Arnaldi. Nel  1978, questo brano è stato cantato anche dal cantautore Franco Simone.



1- La  casa in via del campo non ha nulla a che vedere con la canzone altrettanto  famosa di Fabrizio De André, anche se, forse, proprio da quella dei carruggi di Genova ha preso spunto la versione italiana del testo. In realtà, nel Fado, si tratta  della Casa da Mariquinhas“. Cos’era?

Mariquinhas", nella canzone usato come diminutivo di Maria, significa in portoghese "persona dolce, debole e un po' effemminata".  La Casa da Mariquinhas era una bordello dell’angiporto di Lisbona in cui si prostituivano gli “effeminati” (come si diceva all’epoca). Mariquinhas si può tradurre in italiano con “femminucce”, “donnicciole”.

L’autore del testo italiano, Roberto Arnaldi, ha scelto probabilmente Via del Campo ispirandosi ai temi della canzone di Fabrizio De Andrè. In realtà, le strade vicine al porto di Genova e di Lisbona in quegli anni si somigliavano molto. Atmosfere e profumi simili,  i negozi di alimentari rivestiti di piastrelle,  gli stoccafissi appesi e storie da vivere ad ogni angolo di strada.

  2 “Maria Lisboa” di Alain Oulman e David Mourão-Ferreira.

Il testo è scritto da Ferreira, uno dei più importanti e conosciuti poeti e scrittori portoghesi.

- Maria Lisboa è vestita di conchiglie e con alghe nei capelli, vende sogni e aria di mare. Questa canzone ci porta l’immagine di una donna eterea e la musica è quella dolce, nostalgica e cadenzata del Fado. Maria de Buenos Aires invece, (altra tua  magistrale interpretazione) è tango (di Piazzolla), è María del arrabal, è noche e  pasión fatal! A quale ti senti più vicina e perché?

Mi appartengono entrambe, in realtà.  I sogni, l’aria intensa  del mare che allarga l’orizzonte e la magia del Fado  che vive nella voce e nella fisicità di Maria  sono Lisbona stessa.

Allo stesso modo, Maria de Buenos Aires rappresenta la sua città e la sua  storia, è  una metafora. Le vicende della protagonista, raccontano gli anni della povertà, della speranza, dell’oppressione di uno stato dittatoriale e di una rinascita di questa città metropolitana per eccellenza: i suoi abitanti sono quasi tutti europei in esilio.  È l’esilio dalla propria terra, dall’infanzia,  dalla propria anima, da se stessi. Certo,  nel sangue ho radici argentine e quando interpreto Maria de Buenos Aires penso sempre a mia nonna Maria, del quartiere di Lanus che sposò mio nonno Giovanni, emigrato alla ricerca di una nuova vita. Sì, sono più Maria del arrabal!

Ma chi è Maria? Maria rappresenta la Rinascita, non ha sesso, è il Cristo...è il dramma della vita e allo stesso tempo il suo riscatto.

“…la crencha y los pechos zainos, le van de furca en la espalda las ganas de veinte machos….. la treccia e i seni selvaggi, la assale a tradimento alle spalle, la voglia di venti maschi.."

 


 

 

3 “Havemos de ir a Viana” di Alain Oulman e Pedro Homem de Melo.

 

- Questa canzone parla di Viana, una bellissima località situata nel Nord del Portogallo, ricca di storia e di incantevoli paesaggi naturali. Cosa ci vogliono comunicare le note e le parole di questo canto?

 

 Viana è una città affascinante, piena di bellezza. Situata all‘estuario del fiume Limia, è dominata da una sontuosa chiesa in cima a una collina. Direi che  la canzone racconta del “desiderio”... quello  di un nuovo amore,  di  un viaggio, un cambiamento...insomma,  la voglia di avventura e di non vivere di rimpianti.

Come recita la canzone: “Ciganos verdes ciganos deixai-me com esta crença , os pecados têm vinte anos os remorsos têm oitenta”  

“... i peccati hanno venti anni, i rimpianti ne hanno 80..”

   

                                                     Donatella Alamprese (foto di Sandra Romanelli)


4 “Garça Perdida” di Joao Mendonca e Leonardo Amuedo

 

E trago o mar dentro de mim,
Com o céu vivo a sonhar e vou sonhar até ao fim,
Até não mais acordar...
Então, voltarei a cruzar este céu e este mar,
Voarei, voarei sem parar á volta da terra inteira!

 

E porto il mare dentro di me

Con il cielo vivo che sogna e io sognerò fino alla fine,
Fino a quando non mi sveglierò più ...
Quindi attraverserò di nuovo questo cielo e questo mare,
Volerò, volerò senza sosta su tutta la terra!

 

- L’airone perduto è un brano appassionato che hai cantato con una dolcezza e intensità indescrivibili. Hai affermato che è un brano musicalmente molto difficile, cantato in portoghese solo dalla famosa cantautrice Dulce Pontes, nota per aver perpetuato la musica del Fado. Ogni volta che ho avuto il piacere di ascoltarti mi hai sempre stupita per  la tua forza e potenza interpretativa unita, meravigliosamente, a una dolcezza infinita, come si spiega questo connubio che riesci a realizzare?

 

 Sandra, grazie per le tue parole che denotano una grande sensibilità.

Interpretare sentimenti così intensi è sicuramente un grande beneficio per l’anima, viene fuori con spontaneità quella che è la nostra essenza, legata ai nostri vissuti e al contesto che viviamo. L’airone perduto è la metafora di un volo dell’anima che oltrepassa i confini del mare, che è separazione, abbandono dei luoghi cari e memoria di ciò che si è lasciato.

Questa bellissima poesia in musica mi fa pensare a tutti coloro che sono costretti ad abbandonare la propria terra, a intraprendere un viaggio per mare alla ricerca di una nuova vita che, inevitabilmente, spesso, va perduta. Inutile aggiungere che adoro Dulce Pontes e con mia grande sorpresa ho scoperto di essere stata mandata in onda, in una importante trasmissione argentina: la mia musica insieme alla sua...che gioia e che onore…

 

Donatella, credo che tu ti riferisca alla trasmissione “El Tango en el Mondo”, andata in onda il 9 ottobre.

Immagino la grandissima emozione per essere stata inserita accanto a nomi prestigiosi, ma conoscendo la tua competenza e passione per la musica e per il tango, è senz’altro un riconoscimento meritato.

Ma torniamo alle canzoni che ci hai proposto durante lo spettacolo” Dal Fado al Sudamerica”.



                                                Donatella Alamprese (foto di Sandra Romanelli)

 

5 “En los jardines humanos” testo e musica di  Violeta Parra


En los jardines humanos 

que  adornan toda la tierra                                                                                        

Pretendo de hacer un ramo

De amor y condescendenzia

Nei giardini umani

che adornano tutta la terra

Desidero comporre un bouquet

d'amore e di condiscendenza

Con En los jardines humanos e Run run, due brani scritti e musicati dalla cantautrice cilena Violeta Parra, e poi con i successivi brani di Mercedes Sosa, Donatella Alamprese s’inoltra in un repertorio più vicino alle musiche  delle sue origini argentine.                                                                                                                                                          

- Come Amalia Rodrigues rappresenta la punta di diamante delle interpreti di Fado, così Violeta Parra e Mercedes Sosa -considerate le più belle voci dell’America latina- esprimono l’emblema della musica sud-americana. Cosa rappresenta per te la musica di queste due grandi interpreti?

A Violeta Parra si deve un'importante opera di recupero e diffusione della tradizione popolare del Cile, opera proseguita poi dal movimento della “Nueva Cancion Chilena”. Nelle sue canzoni sono sempre presenti la denuncia e la protesta per le ingiustizie sociali. La Parra è il simbolo della cultura cilena, la voce della Patagonia e dei Mapuche; la sua è una lotta per la dignità, per i diritti umani dei popoli emarginati. È l’esempio meraviglioso di come una canzone, dal contenuto sociale, possa diventare un'opera d'arte, nel momento in cui afferma che “l'uomo deve essere libero per essere felice”.

È stato un grande onore per me e per il chitarrista Marco Giacomini aver rappresentato l’Italia e omaggiato la grande Violeta Parra proprio nella sua terra, a Santiago del Cile. Un’emozione profonda e indimenticabile.

Mercedes Sosa, definita La Negra -per i lunghi capelli neri- è potenza e carisma. La  sua lotta e la sua opposizione al potere e alla dittatura, il suo costante impegno politico e sociale sono valori che vanno onorati e riproposti con grande considerazione.

 


Donatella Alamprese e il chitarrista Marco Giacomini

6 “Run run” se fue pa’l norte  di Violeta Parra.

È un brano scritto da Violeta Parra per Gilbert Favré l’uomo di cui era follemente innamorata, ma poi lui, dopo una relazione durata sei anni, sposò un’altra donna.                                                                            

 Le canzoni di Violeta Parra rappresentarono una svolta nella corrente musicale cilena, ma più tardi lei si scontrò con l’incomprensione del suo pubblico.

-Furono, forse, queste due tragiche coincidenze che la portarono nel 1967, a soli quarantanove anni, a compiere il tragico gesto?

 

Chissà... una cosa è certa: Violeta soffrì tantissimo per entrambi i motivi.   Comunque, Gracias a la Vida  è stata la canzone scritta poco prima di suicidarsi. Un canto di bellezza, di speranza, di infinita gratitudine.

 

7 “Luna tucumana” di  Atahualpa Yupanqui.

Con Luna tucumana entriamo nel repertorio di Mercedes Sosa. Tucuman è il paese dov’era nata e che  era stata costretta a lasciare; per questo motivo la canzone viene identificata con il suo esilio e con la sua lotta per la libertà.

- In  Argentina Mercedes Sosa è considerata non solo una grande interprete, ma un vero e proprio mito. Con quale stato d’animo ti sei avvicinata alle sue canzoni?

Le mie origini argentine mi legano fortemente a questa terra e alla sua cultura.  Pensa che il figlio di Mercedes Sosa, Fabian, purtroppo scomparso alcuni anni fa, apprezzava tantissimo il nostro lavoro e lo aveva espresso in varie occasioni.  Mercedes è una icona della libertà che si afferma contro il potere e le ingiustizie. Mi sono avvicinata al suo repertorio con grande rispetto e soprattutto con grande umiltà.

 

8 “Alfonsina y el mar” di Ariel Ramirez e Félix Luna, cantata da Mercedes Sosa. Dedicata ad Alfonsina Storni (1892- 1938), nata nel Canton Ticino ma vissuta, fin da piccolissima, in Argentina; morta a Mar del Plata.                               

Sabe Dios qué angustia te acompañó qué dolores viejos calló tu voz para recostarte arrullada en el canto de las caracolas marinas la canción que canta en el fondo oscuro del mar la caracola. Te vas Alfonsina con tu soledad…             

Alfonsina y el mar è un brano dolcissimo, un omaggio a questa poetessa che decise di porre fine alla sua esistenza, per mare, cullata dalle conchiglie e dai cavallucci marini, in solitudine...

-  Come si colloca questa poetessa, drammaturga e giornalista, nella letteratura contemporanea?                                                                                                          

 Alfonsina non aveva ancora  vent’anni quando cominciò a lavorare come maestra elementare nelle scuole rurali. Ebbe esperienze come attrice e scrisse su diverse testate, dimostrandosi, ben presto, una giornalista critica e pungente, una figura rivoluzionaria per i suoi tempi . Ebbe il coraggio di allevare, completamente da sola, il suo amato figlio Alejandro e non rivelò mai l’identità del padre di suo figlio.

Pensa ad una giovanissima donna con un bambino, che si mantiene facendo più lavori, senza un uomo, senza una famiglia d’origine; che scrive come giornalista articoli critici sulla società, sui pregiudizi, sui diritti delle donne, e che recita come attrice, nella Buenos Aires del 1912. Possiamo solo immaginare, quanti ostacoli abbia dovuto fronteggiare. Sempre  contrastata dal pubblico maschile  è andata avanti, incurante dei pregiudizi. Questa  donna, minuta nell’aspetto, sorridente e gentile, così determinata e critica, andò sempre avanti per la sua strada e si affermò senza lasciarsi intimorire da nessuno. Un esempio per tutte noi.

 I suoi versi  sono un  chiaro e limpido  messaggio femminista. Con il suo coraggio di essere, e anche di decidere di porre fine alla sua esistenza, ha lasciato un‘eredità preziosa alle poetesse di oggi.  Ho musicato in suo onore un poema a lei dedicato dalla poetessa Marta Pizzo.  Alfonsina ha un posto speciale nel mio cuore...lessi le sue poesie da ragazzina, grazie a una raccolta di mio padre.

9 “La Maza” (sin cantera) di Silvio Rodriguez

- In questo brano portato al successo dalla grandissima Mercedes Sosa si identifica Il piccone come strumento per scavare nella miniera (cantera) della nostra creatività, oppure è una sottile metafora contro la guerra e la dittatura?

Certamente Silvio Rodriguez scrisse questo bellissimo brano con una chiave di lettura palesemente politica. Maza in spagnolo significa martello, piccone, la cantera invece è il luogo da dove si estraggono los cantos (le pietre) e la maza è anche lo strumento con cui vengono lavorate. La metafora “que cosa fuera la maza sin cantera” si riferisce al fatto che non siamo niente senza un cantiere di idee e creatività da cui attingere. Silvio Rodriguez è stato fondatore insieme a Pablo Milanés e Noel Nicola della Nueva Trova Cubana, ossia della canzone come comunicazione di impegno sociale e politico, pur non perdendo la sua dolcezza e passionalità. Io, come Silvio, credo fortemente nelle persone che sono capaci di lottare per i propri valori e ideali.

 


 

10 “La canciòn de las simples cosasdi Armando Tejada Gomez

- Un omaggio ai luoghi e alle cose semplici che abbiamo amato nella nostra infanzia.  Quali  sono i tuoi ricordi più belli e più sereni del passato?

Sicuramente quelli della mia infanzia vissuta con la mia famiglia: la condivisione e i giochi con mia sorella e i miei fratelli, le estati trascorse nella casa al mare, dove ho sempre respirato aria di serenità e fiducia, grazie ai miei genitori che hanno saputo sempre creare un'atmosfera amorosa e gioiosa, pur mantenendo regole ben precise da seguire.

11 “Razon de vivir” di Victor Heredia e 12 “Gracias a la vida” di Violeta Parra fanno parte del repertorio di Mercedes Sosa. 

 

a) La prima esalta l’importanza della comunione spirituale tra due persone e valorizza il bisogno della presenza dell’altro che ci accompagni e guidi, per alleviare il senso di solitudine e alleggerire il peso della vita;

b) la seconda è un inno meraviglioso alla vita, questo grandioso dono divino.

- 12 Nella società odierna come possiamo tradurre questo bisogno dell’altro, per vivere? E che cos’è, per te, il senso della vita?

Siamo tutte particelle di un unico sistema, siamo tutti connessi nella rete dell'universo...dunque siamo necessari gli uni agli altri.

La condivisione e l'unione sono alla base della ricerca di un’armonia, di un senso da dare al nostro passaggio terreno. Un senso della vita che, solo attraverso la consapevolezza di essere  gocce di un oceano, può diventare nel nostro quotidiano l'esercizio costante della pace. Basta pensare ai tragici accadimenti di questo periodo, alle guerre nel mondo e nel microcosmo, alle nostre, spesso inutili, battaglie.

13 -Todo cambia scritta e musicata nel 1982 dal cantante cileno Julio Numhauser, in piena dittatura ad opera di Pinochet (1973-1990). Fu cantata anche da Mercedes Sosa, durante il suo esilio in Europa, a seguito della dittatura militare in Argentina (1976-1983).

Il senso di questo brano dal ritmo venezuelano, così vivace, di cui il pubblico ha cantato con te il ritornello, lo rivelano le ultime strofe: Pero no cambia mi amor/ por mas lejos que me encontre/ ni el recuerdo ni el dolor/ de mi pueblo y de mi gente.

La domanda che desidero farti su questo canto, vorrei abbinarla all’ultimo brano che abbiamo avuto il piacere di ascoltare.

14 “Sólo le pido a Dios” di Leòn Gieco  portata al successo da Mercedes Sosa.

Que la guerra no me sea indiferente- Es un monstruo grande y pisa fuerte-
Toda la pobre inocencia de la gente.

Solamente chiedo a Dio - che la guerra non mi sia indifferente - è un mostro grande e calpesta ferocemente - tutta la povera innocenza della gente”.

- Questa canzone scritta dal cantautore argentino Leon Gieco nel 1978, durante la dittatura, mai come oggi risulta così attuale. Tu che hai conosciuto entrambi i popoli di Ucraina e Russia, cosa pensi di questa terribile guerra?

Conosco bene quei posti dove da ragazza ho completato la mia formazione culturale e linguistica. Il mio augurio, la mia speranza è che questi massacri finiscano al più presto. Sono popoli fratelli quelli che  stanno combattendo, hanno tradizioni e lingue che derivano dallo stesso ceppo, quindi molto simili. C’è sempre, in questi casi, qualcuno che soffia sul fuoco dell’odio. Il mio  augurio  di pace è rivolto a tutte le guerre del mondo che, purtroppo, sono tante…

-      Per terminare questo nostro incontro, desidero riflettere con te sul fatto di come è vero che la musica -linguaggio universale- riesce a unire i popoli, in questo caso due continenti.

Mi sento cittadina del mondo e mi piace fondere stili e generi, esplorare nuove possibilità, creando dei ponti tra mondi e culture diverse. Il centro di tutto è  sempre l'esperienza umana nelle sue molteplici sfaccettature. Ecco perchè nei miei spettacoli c'è spesso la poesia: da Borges alla Cvetaeva, agli Anonimi armeni e giapponesi e perché amo cantare in tante lingue.

In culture molto diverse tra loro, i drammi umani sono gli stessi, pure in epoche storicamente lontane. Il nucleo è il desiderio di libertà, di dignità e di giustizia, il bisogno di amore, comune a tutta l'umanità. Instaurare una vera comunicazione con chi ti ascolta è per me prioritario, è donarsi fino in fondo e con sincerità.

Continuerò a raccontare storie di donne e artiste straordinarie, così come ho fatto  anche ne "Le quattro Voci di Eva", in "Femme" e in "Latitudine Donna” e, naturalmente, proseguirò  a collaborare con la poeta Marta Pizzo di Buenos Aires per essere “ ponte” con la mia amata Argentina  e il Sudamerica.



Marco Giacomini, Donatella Alamprese, Stefano Macrillò

 

Donatella Alamprese, di origine argentina, è potentina di nascita e fiorentina di adozione.

Laureata all’Istituto Orientale di Napoli in Lingue e Letterature Straniere, dopo aver vinto il concorso di insegnante e ottenuta la cattedra, decise di dedicarsi, per molti anni all’insegnamento, pur continuando a coltivare, parallelamente, la sua passione per la musica.

Negli anni Ottanta partecipò come cantante a trasmissioni Rai come “Doc” e “Indietro tutta”.

Artista eclettica e cantante poliglotta, oggi è ritenuta la regina italiana del tango e canta in vari generi: lirica, jazz, pop.

Grazie alla bellissima voce dai toni lirici riesce a trasmettere al pubblico la sua intensa passione musicale e a creare momenti di sentita partecipazione.

Insieme al chitarrista Marco Giacomini ha portato la sua musica in vari teatri italiani ed europei, ma è conosciuta pure a livello internazionale.

Durante la tournée in Argentina ha riscosso un enorme successo e tutt’ora collabora  con il compositore Saul Cosentino e con la poetessa Marta Pizzo.

I suoi spettacoli sono stati apprezzati anche in Cile e Giappone.

Ad agosto le è stato conferito il premio Heraclea 2022.

 

Curiosità

Il parco d’arte Pazzagli di Firenze, luogo dove si è svolto lo spettacolo con Donatella Alamprese, visto dall’alto raffigura un viso sorridente e due profili laterali. È un grande giardino nel quale sono piantati circa 300 cipressi ed è decorato da sculture e installazioni dell’artista Enzo Pazzagli ed altri artisti.

 



 

 

                                                        Fiori fotovoltaici (foto di Sandra Romanelli)

Il parco è gestito dall'associazione "EcoRinascimento", tramite la quale sono state aggiunte nuove opere come i Fiori fotovoltaici dell’Arch. Massimiliano Silvestri e opere del Carnevale di Viareggio. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                                                  














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