Iperborea - pagg. 256 - € 17,00
in uscita il 21 ottobre
Un grande romanzo sull’amore, la poesia e la memoria.
Una storia famigliare che va dall’inizio del XX secondo fino agli anni Settanta
e si snoda in tutta l’Islanda. Quella di Stefánsson è una scrittura che incanta
e infonde nuova vita alla grande letteratura islandese.
Una conchiglia e un sasso, ricordi di famiglia che fanno riemergere dal passato due grandi storie d’amore e di vita: quella burrascosa e irrequieta del bisnonno, uomo dalle mille risorse e mille debolezze, che sposa una diciassettenne cui resterà sempre legato malgrado l’irrefrenabile tendenza alla fuga, e quella tenera e triste del padre, apprendista muratore che, venuto a Reykjavík dai fiordi dell’Est, trova l’amore della vita in una ragazza ribelle e sognatrice, destinata a morire troppo presto lasciandolo con un bambino di sette anni.
Quel bambino, oggi quarantenne, ripercorre con l’ingenuità
dell’infanzia il dolore di quei momenti, le lunghe giornate di solitudine con i
suoi inseparabili soldatini, la comparsa improvvisa e sconvolgente di una donna
dal ruolo inquietante di matrigna. Ma riaffiorano anche i momenti quotidiani
della vita del quartiere, il panettiere Böðvar dagli occhi tristi, le partite a
pallone, l’amicizia con Pétur dalle mani delicate, le angherie del bullo
Frikki. Ricreando attraverso la scrittura i meccanismi della memoria, dove il
tempo si dilata e si contrae sovrapponendo immagini, pensieri, sentimenti e
luoghi, Jón Kalman Stefánsson intreccia i destini di quattro generazioni di
donne e uomini, vite effimere come le nuvole nei cieli d’Islanda, la cui
incessante ricerca di un senso – nella vita, nel bisogno di radici,
nell’inesorabilità della morte e del desiderio – è assoluta ed eterna, come lo
sono una conchiglia e un sasso: «Un giorno, prima o poi, li riporterò tutti e
due sulla Snæfellsnes e li lascerò al loro posto: il sasso sulla collina, la
conchiglia in mare. Grazie per avermeli dati in prestito, dirò.»
Jon Kalman Stefansson, nato a Reykjavík, ex insegnante e bibliotecario, si dedica alla poesia prima di passare alla narrativa, distinguendosi subito per una lingua di singolare ricchezza evocativa e diventando uno dei più amati scrittori nordici. Attraverso potenti affreschi dell’Islanda di ieri e di oggi, i suoi romanzi affrontano le grandi domande dell’uomo, la vita, l’amore, il senso ultimo dell’esistenza, il potere dell’arte e della letteratura. Più volte nominato al Premio del Consiglio Nordico, con Luce d’estate ed è subito notte ha ricevuto il Premio Islandese per la Letteratura. Iperborea ha pubblicato anche la trilogia Paradiso e inferno, La tristezza degli angeli e Il cuore dell’uomo, oltre ai Pesci non hanno gambe e Grande come l’universo, che raccontano una saga famigliare spaziando da un capo all’altro dell’Islanda attraverso il Ventesimo secolo, e il romanzo corale Storia di Ásta.
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