(intervista di Selene G. Rossi)
Sonorità sporche,
melodie struggenti… L’energia de Il Fiume
ci riporta al rock anni ‘90 trascinandoci nella sua onda. Sono in tre, parlano
poco, ma si fanno sentire con la loro musica!
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(foto di Selene G. Rossi) |
Nel corso di questi mesi ho avuto
modo di conoscere e apprezzare Il Fiume,
band emergente dell’hinterland milanese formata da Roberto, Luca e Matteo. I
ritmi e le sonorità delle canzoni, la voce graffiante, quasi ruvida, ma a
tratti morbida e suadente, mi hanno riportata indietro nel tempo, rievocando la
mia passione per il grunge. Ciò che più mi ha colpita è stata l’intensità dei
testi e la potenza che fluisce ininterrottamente per tutta la durata di Silenziosi baccani, loro primo album
pubblicato a settembre.
Dopo qualche insistenza, sono
riuscita a convincere il front man
del gruppo a rilasciarmi quest’intervista, e, devo ammettere, di aver vissuto
un’esperienza unica; poliedrico e dissacrante, Roberto esce dagli schemi
precostituiti cantando ciò che vede, tessendo vere e proprie poesie grazie alle
quali si riesce ad abbandonare il mondo in cui viviamo per ritrovarci in una
sorta di universo parallelo in cui malinconia e frustrazione trovano uno sfogo
naturale, cedendo il passo alla funzione consolatoria della musica in cui
sembra di assistere allo sbocciare di un fiore.
Tutto in voi sembra evocare forza, a partire dal nome del gruppo, Il Fiume. Da dove nasce questa scelta?
Il fiume ci ha ispirato
proprio per la sua potenza, ma anche per tutti i significati che racchiude in
sé. In moltissime culture è fondamentale, è essenziale, è linfa. Il fiume è
sacralità, tranquillità, ma anche forza, violenza, capacità di dare la vita e
capacità di toglierla. Nello spirito della nostra musica c’è tutto questo: rispetto per l’ambiente, le cose, le persone, potenza, fiumi di
parole, ma anche tranquillità, calma, pace.
In controtendenza a una società che corre troppo forte, che
si allontana eccessivamente da quelli che sono i nostri veri bisogni, gli
istinti primitivi…
Sì, brava...
Quanto di te c’è di un fiume? O quanto di un fiume c’è in te?
Il fiume scorre in tutti noi, ascoltalo
e permettigli di farlo. Senza il fiume non ci sarebbe vita…
E quanto c’è di te nelle tue canzoni?
Quando compongo spesso vivo un’emozione. Non sono sempre
cosciente di quel che scrivo perché mi lascio
andare all’istinto, ma quando rileggo i testi trovo ciò che stavo vivendo in
fase di composizione. Mi rappresentano, ogni sensazione che canto proviene
dalle profondità del mio essere.
C’è qualche artista che ti ha ispirato non soltanto in campo musicale?
La Natura è la prima fonte
d’ispirazione. Poi la gente che incontro, le persone che frequento mi
permettono di trasformare in musica ogni sensazione che provo.
Ho ascoltato diversa musica rock,
anche se non sono un’enciclopedia. Ci sono brani che, a volte, mi aiutano a
concentrarmi e a trovare idee. Shine On
You Crazy Diamond è uno di questi, per esempio.
Ascoltando alcune tue canzoni mi è sembrato che utilizzi spesso dei
"nonsense" per esprimere ciò che vivi. Questo uso che ne fai da cosa
è determinato? È una decisione conscia o nasce spontaneamente?
Forse è un modo un po’ introspettivo e astratto
che ho di esprimere i concetti, ma no, non parlerei di nonsense; ognuno può trarne l’emozione di cui ha bisogno.
La musica de Il Fiume riesce a
scavare nelle profondità dell’animo delle persone. Come ti senti nel sapere che
riuscite in quello che per molti è invece impossibile?
La musica è emozione; rendere
tangibile un’emozione e riuscire a trasmetterla, è già un successo. Penso sia
aver fatto un buon lavoro.
La tua voce cambia dal parlato al cantato; diventa più ruvida e ferina,
come se stessi tirando fuori qualcosa dalle profondità del tuo essere che, di
solito, è celato al mondo. Sembra che il tuo lato selvaggio emerga con forza e
potenza e che tu, in quel momento, stia per conquistare l’universo intero,
trascendendo ciò che sei e diventando un’altra persona.
Beh, sia la calma sia l’irruenza
compongono la persona. Perché reprimerne
una anziché gestirla? E poi, sai che palle se parlassi cantando?
A volte nei tuoi testi si percepisce una malinconia quasi mai dichiarata
esplicitamente ma spesso sottesa. Altre volte, invece, si ha l’impressione che,
come nel caso di Moderno, tu muova
una critica a questa società nella quale pare che tutti abbiano una compulsione
a essere brillanti, in cui si debba essere sempre conformi a ciò che viene
richiesto e sembra che tu stia scrivendo un “manifesto” della tua volontà di
volerti distaccare dall’essere parte di un gregge.
Capita che trovi ispirazione per le
canzoni in momenti di rivolta interiore o disapprovazione verso qualcosa. Moderno critica una società ai miei
occhi un po’ “violenta” nelle intenzioni, negli usi e nei costumi.
Ascoltando Ne porto il ricordo
sono rimasta molto colpita dalla parte in cui canti che “la sofferenza insegna a non dimenticare.” Di quale tipo di
sofferenza parli?
Spesso,
razionalmente, si tende a dimenticare le situazioni negative; ma questo solo
razionalmente perché, poi, il corpo e l’animo se le portano sempre dentro,
nella spina dorsale, nel modo di camminare, fino a diventare parte integrante
di te. La tendenza delle persone è rimuovere i brutti avvenimenti per non
soffrire, per cercare di andare avanti. Chi prova un dolore molto forte
istintivamente tende a non provarlo di nuovo. È per questo che “la sofferenza insegna a non dimenticare”.
A volte sembra che tu canti di un disagio di fronte al quale pare non
esserci speranza. Poi però passa una canzone come Sole al vento e tutto assume una nuova luce.
C`è bisogno di un po’ di Sole al vento… Eh eh... Questa è una società completamente basata sul consumismo e
sullo sfruttamento delle risorse del pianeta senza rispetto per fiumi, animali,
piante, persone... Se vedi, non puoi che
essere sensibile.
Qual è la tua canzone preferita tra quelle che hai composto?
Sarà
banale ma mi piacciono un po’ tutte. Ogni canzone ha qualcosa. Magari ce n’è
qualcuna in cui riesco a esprimere un po’ meglio quello che provo, che
preferisco per come gira ma, tendenzialmente, mi piacciono tutte. Ognuna ha
qualcosa da dare a modo suo.
A questo punto non vi resta che
ascoltare i pezzi de Il Fiume su Bandcamp (https://ilfiume.bandcamp.com/track/karmarmonico).
E se per caso voleste acquistare il
loro album, potrete trovarlo a breve in vendita su Facebook (https://www.facebook.com/IlFiumeGrungeRock).
Ho ascoltato la canzone con il collegamento. Molto bella. Complimenti. Mi auguro di vedervi presto nel firmamento delle stelle. Menomale che c'è ancora qualcuno che ha qualcosa da dire e non solo lamentosi bla bla.
RispondiEliminaFranco
Grazie Franco, non so dove arriveremo, ma i vostri commenti ci fan capire di essere già tra tante stelle, che, anche se nascoste, illuminano il loro mondo più di altre molto evidenti
EliminaLa classe non è acqua...ma Fiume. Andate avanti così. Juanito
RispondiEliminalasciati travolgere, sarà un piacevole viaggio sensoriale
EliminaIl Fiume scorre...e arriva al mare del successo. Continuate e il successo è dietro l'angolo
RispondiEliminaMaddy
la diga ha ceduto e l' onda corre libera, ovunque arriverà, lo avrà fatto senza pregiudizio e con le più pure intenzioni
EliminaHo letto con questa interessante intervista e ascoltato il brano. Molto bello e accattivante. Ci saranno occasioni per vedervi suonare dal vivo?
RispondiEliminaCerto, seguici sulla pagina di Facebook se ti è possibile, la terremo aggiornata sui nostri eventi
EliminaHo ascoltato il brano e posso dire che musica e parole meritano un plauso. Siete molto bravi.
RispondiEliminaMarinella
La natura rende i suoi elementi capaci di stupire con variopinte sfumature
EliminaUn po' di sano rock! Mi auguro di sentirvi presto su tutte le radio nazionali!
RispondiEliminaAnche noi Fede, e allora si che bisognerà tenersi forte..
EliminaUn testo davvero coinvolgente. E, da musicista, direi anche melodie intense. Davvero bravi. E brava Selene che, come sempre, sei riuscita a scrivere un pezzo interessante. Complimenti a tutti voi.
RispondiEliminaMarco
Marco
Grazie Marco per il tuo parere professionale
EliminaChe dire? Bella l'intervista, da brivido il testo e la musica! Bravi tutti!
RispondiEliminaSara
Grazie per esserti lasciata prendere dalla corrente, che il viaggio sia intenso
EliminaChe pezzo! Vero grunge italiano! Bravi!
RispondiEliminaMario
E' un genere che sentiamo molto nostro perchè ci permette di espirimere Il Fiume con temi differenti senza trascurare la potenza dei suoni
EliminaBrava Selene, ancora una volta hai scritto un pezzo intelligente e brillante. E brava la band! Complimenti.
RispondiEliminaSimonetta
Grazie per il commento positivo.
EliminaApprofitto e condivido il grazie a Selene per l' interesse e l'affetto mostrato verso Il Fiume
Se l'intervista è coinvolgente, se Selene è stata brava nel porre le domande, se Roberto ha dato delle risposte più che coinvolgenti, ammetto che le risposte ai commenti sono solo una conferma della sensibilità e del senso poetico insiti in Roberto. Forza ragazzi, il successo è assicurato. Un abbraccio virtuale a tutti.
RispondiEliminaMatt
Grazie Matt!
EliminaRock on!