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giovedì 21 aprile 2016

"MonteCarlo", di Peter Turrin

recensione di Francesca Altobelli




Come suggerito dal titolo,  la prima parte del romanzo si svolge a Montecarlo, in una luminosa e scintillante giornata. Maggio 1968, sta per prendere il via il Grand Prix, il più celebre e prestigioso tracciato cittadino della Formula 1 al mondo. Gli spalti sono affollati, e tra le celebrità spiccano il Principe di Monaco e la più famosa stella del cinema francese del tempo: la splendida Deedee. Molti anche i meccanici e gli addetti ai lavori che partecipano all'organizzazione dell'evento. Uno di loro si chiama Jack Preston, lavora per la Lotus e poco prima della partenza si trova vicino all'automobile della sua scuderia. Proprio mentre sta armeggiando con i suoi strumenti per assolvere alle ultime incombenze, ha una sorta di apparizione: Deedee si dirige verso di lui, sembra fissarlo e volerlo raggiungere. In realtà si sta dirigendo verso il principe, ma proprio quando è accanto a lui, una nuvola di fumo si solleva, un'auto esplode e la tragedia viene evitata grazie alla presenza di spirito di Jack che riesce a proteggerla procurandosi ferite e ustioni. Da quel momento niente sarà più lo stesso. 



Dopo un periodo di degenza in ospedale in Costa Azzurra, Jack torna ad Aldstead, il villaggio inglese in cui era nato, ritrova la mogle Maureen e il grigiore delle giornate sempre uguali. In un primo momento la speranza che il suo sacrificio venga riconosciuto e celebrato pubblicamente è forte, poi pian piano, con il passare del tempo, inizia ad affievolirsi e a cercare una qualsiasi scusa per alimentarsi di nuovo. Anche i compaesani sembrano credere sempre di meno all'eroicità dell'atto di Jack o comunque dargli meno peso. La partecipazione di Deedee a una famosa trasmissione televisiva è ancora un'occasione perchè il coraggio di Preston diventi di dominio pubblico e la verità manifesta: l'eroe non è la guardia del corpo, ma il valente meccanico inglese. Purtroppo neanche l'apparizione televisiva risulta utile a tal fine e pian piano la speranza si affievolisce e la realtà peggiora divenendo ogni giorno più malinconica. Dopo una prima parte solare e gioiosa, la seconda parte del libro, probabilmente la più intensa e sentita, è decisamente più cupa e introspettiva. La necessità di ogni uomo di vedersi riconosciuti i propri meriti in un mondo caratterizzato spesso da ingiustizie e superficialità fa riflettere e immalinconisce. La generosità non è sempre riconosciuta e probabilemente dovrebbe esistere a prescindere dal fatto che ci possa essere gratitudine. Molti sono gli spunti di riflessione offerti da questo romanzo particolare e suggestivo.

Peter Turrin (note biografiche)
Nasce nel 1968. Autore di romanzi, racconti e opere teatrali, è considerato uno dei più importanti scrittori di lingua olandese. È stato tradotto in numerosi paesi e ha vinto diversi riconoscimenti internazionali. Molto amato dalla critica per la capacità di coniugare eleganza classica e ingegno sperimentale.



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