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venerdì 29 gennaio 2016

La favola del ranocchio e di altri animali


di Mimma Zuffi

Favola o realtà?

In questo mondo di consumismo i media ci offrono troppa crudeltà gratuita e non sappiamo, o non vogliamo più raccontare favole ai bambini. Non siamo più capaci di far amare e di amare gli animali, che non sono giocattoli da buttare quando siamo stanchi di loro.

Accompagnati dalle parole dello scrittore Jules Renard, potremmo invece avvicinarli alla natura e andare con loro a vedere le scimmie che si rincorrono sugli alberi, danzano ai raggi del  nuovo sole, si stizziscono, si spulciano, sbucciano una banana, e bevono avidamente, mentre i loro occhi lanciano lampi che presto si spengono nel ricordo delle foreste.




Potremmo andare a vedere i fenicotteri che sembra camminino  sulle molle, per paura  di bagnarsi nell’acqua dello stagno; i cigni e il loro lungo collo; lo struzzo con quelle alucce da pulcino e un ciuffetto in cima alla testa simile a un berretto ; andate a vedere le cicogne, che fanno solo spallucce (a lungo andare è un gesto che non dice più nulla);  i pinguini in frac come se dovessero recarsi a una cerimonia; il pellicano che gira con quel suo enorme  becco come se fosse una sciabola; e i pappagallini che si fanno gioco del custode.

E se andassimo con loro a vedere  la giraffa che ci mostra la sua testa, oltre le sbarre della gabbia; l’elefante che trascina stancamente le sue pantofolone, con la proboscide penzoloni e il codino che si muove appena.

Andiamo anche a vedere il porcospino, con quegli aculei  fastidiosi non solo per sé ma anche per la sua compagna; la zebra; la pantera, distesa mollemente al sole; l’orso che ci fa sorridere mentre pensa tristemente ai ghiacci lontani; e il leone che sbadiglia ricordando la libertà di cui godeva nella sua Africa.

E che dire del ranocchio? Poveretto, vive sotto una pietra e lì morrà …a meno che non…
Andavo spesso a fargli visita, e tutte le volte avevo sempre paura che fosse ancora lì e paura che non ci fosse più.
Sì, c’era ancora. Nascosto sotto il suo stretto rifugio, lo occupava tutto, rigonfio come la sacca degli avari di una volta, ricordandomi così lAvaro di Molière o Il Mercante di Venezia di Shakespeare. Ed ancora un ricordo del cartone animato Robin Hood con Re Giovanni e i sacchi pieni delle monete rubate alla povera gente.
Era tuttavia sufficiente un piccolo rumore per allontanarlo e per venirmi incontro con salti pesanti e guardarmi con i suoi occhioni rossi e quasi colmi di lagrime.
Se il mondo  lo trattava con ribrezzo, io non avevo paura di accoccolarmi accanto a lui e di avvicinare al suo faccione verde il mio volto. Chissà, pensavo, con un po’ di amore, come in una favola, potrebbe anche cambiare sembianze!
Con questo pensiero in mente rimossi quel po’ di ribrezzo che mi restava e osai fargli una lieve carezza: che strana sensazione.
D’altra parte, nella vita, si caccian giù tanti rospi che fanno nascere ben altri tipi di nausee!
Quel giorno però non riuscii a toccarlo, e pensai che era davvero brutto. Quando aprì quella sua bocca da bimbo, o da vecchio?, senza denti,  quasi avesse letto nel mio pensiero, mi rispose con un leggero accento inglese: “E tu?”

Accento inglese? Allora era arrivato da chissà quale Paese lontano, grazie a qualche misterioso incantesimo. Dall’Africa, forse? A questo punto cominciai a pensare a popoli lontani che vivono nella natura, a tradizioni a noi ancora sconosciute, alla giungla, scrigno di misteri, alla savana, al deserto che muta col passare del vento e avrei voluto avere anch'io la pelle nera.



4 commenti:

  1. Istruttivo l'inizio. Divertente la descrizione degli animali. Il mondo sarebbe migliore se imparassimo davvero ad amare VERAMENTE gli animali. E quanto abbiamo da imparare da loro! Brava.
    Beatrice

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  2. Grazie Beatrice, quanta strada dobbiamo ancora fare!
    Mimma

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  3. Che bello! Che dolcezza e poesia, divertente ed emozionante. Gli animali sono da rispettare sempre, non solo nelle favole. Bravissima, Mimma. Juanito.

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  4. Grazie Juanito per aver compreso sia l'insegnamento sia la "poesia" nel descrivere gli animali.
    Mimma

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