Marsilio Editore - pagg. 180 - € 16,00
Tre vite si incrociano in un condominio alla periferia di Treviso: Marco, sceneggiatore quarantenne, viene da Roma per vendere l'appartamento del padre defunto; Fatima, giovane donna reclusa in casa, immagina di riscattare la miseria della sua vita con sogni febbrili ed estemporanei; Achmet, marito di Fatima, licenziato dalla fabbrica, tampona a stento una disperazione sempre più evidente. Fatima è innamorata di Marco - o almeno immagina di esserlo -, Marco è gay e non sospetta nulla, Achmet crede che Marco abbia molestato Fatima. In Piani di vita Alberto Garlini sembra dirci che in fondo una realtà, una realtà vera, non esiste; esistono le storie che raccontiamo e che ci raccontiamo per dare sfogo ai desideri o per tenere a bada i mostri; e se si incastrino con le storie che inventano i nostri prossimi, è tutto da vedere.
Qualcosa di reale si manifesta però, incidentalmente - forse provvidenzialmente -, come un'illuminazione o un oggetto estraneo la cui imprevedibile presenza s'impone. In questo romanzo è un cucciolo di tigre, fuggito da un miserabile circo accampato a poca distanza dal condominio, simbolo tanto inquietante quanto rassicurante dell'esistenza di una vita vera.
Alberto Garlini è nato a Parma nel 1969. Vive a Pordenone. Ha pubblicato Una timida santità (2002) e Fútbol bailado (2004) per Sironi Editore, Tutto il mondo ha voglia di ballare (Mondadori, 2007), La legge dell'odio (Einaudi, 2012). Quest'ultimo, pubblicato da Gallimard, ha avuto un'ottima accoglienza anche in Francia. È tra i curatori della manifestazione culturale Pordenonelegge.
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