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giovedì 6 novembre 2014

Premio Chiara XXVI "Festival del Racconto": i vincitori

di Tiziana Viganò


Domenica 26 ottobre alle ore 17.00, nella Sala Napoleonica nelle Ville Ponti a Varese si è tenuta la
Manifestazione finale e Premiazione del Vincitore del XXVI Premio Chiara 2014 con spoglio in diretta delle schede della Giuria Popolare di cui ho fatto parte. 

Primo classificato:
Giulio Questi - Uomini e comandanti - Einaudi 


Scrittore novantenne, regista, sceneggiatore, attore, Questi ha raccolto la memoria dei suoi vent'anni, quando i due anni di guerra passati a combattere nella Resistenza lo hanno formato e reso l'uomo che è stato per tutta la vita. L'epopea della Resistenza nel suo libro perde le connotazione eroiche, le forti credenze e gli alti ideali, per delineare il risvolto umanissimo di giovani e ragazzi che si ritrovarono a volte per caso, trascinati dalle circostanze, con motivazioni personali o pratiche, a combattere una guerra più grande di loro, ad aver paura della morte incombente, a far parte della grande Storia mentre lottano nel microcosmo di una valle bergamasca. Antieroi, alcuni con poca consapevolezza politica, eppure capaci di atti umanissimi di coraggio, capaci di morire con dignità e onore.



Intorno ai personaggi, uomini e comandanti, la Natura non è solo uno sfondo, ma anche un "coro" che partecipa con i rumori e i silenzi, le luci e le ombre, le molteplici forme, i colori delle stagioni.
La scrittura piana e semplice, di immediata comprensione, ricca di suggestioni emotive, il tema caro a tutti hanno determinato il grande successo di questo libro presso la Giuria popolare: Giulio Questi ha vinto con 77 voti su 138.

Secondo classificato
Davide Barilli - La nascita del Che - Aragno


Storie narrate con l'abilità di una lingua immaginifica e forte, con potenti metafore, dall'autore, assiduo frequentatore di Cuba. Barilli ci racconta l'isola con la verità di chi ha vissuto a lungo sul posto, vi si è immerso e l'ha messo a nudo, ha esplorato luoghi fuori dai percorsi obbligati dei turisti, inzuccherati e velati, lustrati dai tour operator. E' una realtà degradata, fatiscente, putrida e disperata, ma gli occhi dello scrittore, svelandone i cupi contorni, se ne staccano con voli onirici, con la memoria che si veste di favola, con la Natura che incombe su un'umanità sofferta. 

Terzo classificato,  Premio della Stampa
Gianni Celati - Selve d'amore – Quodlibet

Libro a cui dedico una recensione più approfondita, dato che lo ritengo il più interessante e meritevole: da giurata ho votato per questo.
Scorre fluida e veloce la scrittura di Celati, abilissimo narratore, in questo libro di quattro racconti dalla sottile comicità velata di nostalgia e malinconia, nel ricordo dei suoi anni giovanili, in un tempo e in una dimensione ormai perduti. 
Narratore e personaggio, Celati si immerge nell’Italia degli anni Sessanta, in una città che non viene mai nominata, ma ha l’atmosfera e le caratteristiche di Bologna, nella vita di una comunità in cui sono protagonisti ragazzi liceali che “pascolano” trascinandosi in giro per le strade senza mete precise, con tutte le goffaggini dell’età, con la fissazione adolescenziale sul sesso, il pensiero rivolto alle giovani madri dei compagni, dalle provocanti misure generose, seduttrici, matriarche, o alle compagne di scuola bellissime e inavvicinabili. Madri e figli persi nelle loro “Selve d’amore” come personaggi dell’Ariosto, cavalieri e dame che vagano smarriti, ragazzi innamorati come il protagonista che si riconosce in Dante all’apparire di Beatrice. Gli uomini adulti sembrano figure di secondo piano, il sindaco l’investigatore il politico il prefetto l’impiegato, anche  loro persi dietro i loro desideri: sesso amore potere denaro status sociale.
I critici letterari hanno visto nello stile di Celati una via di mezzo tra il racconto orale e il serial televisivo, J. Talon li descrive come “telefilm narrativi: leggendoli io mi immaginavo le sequenze dei film di Pupi Avati e alcune atmosfere felliniane.
In questo nuovo libro prosegue la storia dei protagonisti di altri due testi pubblicati nel 2009, con il sottotitolo “Costumi degli italiani”: il primo “Un eroe moderno”, il secondo “Il benessere arriva in casa Pucci”.
In “Selve d’amore”, il primo racconto che dà il titolo al volume, l’Io narrante, Celati stesso, sente “vecchi ardori che premono per essere raccontati”, ricorda i rimescolamenti emotivi e le vampate di caldo alla testa di quando era un ragazzo “lungo di corpo, goffo in tutto, e sempre perturbato dalle donne”, quando ascoltava “le madri che raccontavano le turbe della vita con i loro uomini: mariti gelosi, figli da tenere a bada, amanti da tener segreti, strani animali con cui avrebbero avuto da brigare fino alla tomba”: quando appare la signora Gazzi, procace amica della madre, si innamora follemente e, come Dante nella Vita Nova vede in lei la sua Beatrice. Ma sogni e fantasie continuano, in una galleria di donne poco angelicate, molto terrene sensuali come si conviene a signore capace di manipolare un uomo come l’impasto delle tagliatelle.
Il secondo racconto è “Il caso Muccinelli”, ispettore Ministero degli Interni che mette in subbuglio il Consiglio Municipale e tutti i cittadini con coscienza sporca temono lo svelarsi dei loro scheletri nell’armadio, dei misteri e degli affari loschi: chi mai sarà costui? Cosa vorrà? Sarà forse il caso di “cercare un investigatore privato che indagasse sulle indagini dell’investigatore Muccinelli”?
In “Matrimonio Bellavista” tra desideri, sospiri, passioni, amanti e amorazzi Celati racconta la storia della famiglia del contabile Marcocesa e della calzolaia Margherita che sognano l’ascesa sociale quando il figlio maggiore, già meritevole perché frequenta l’università per diventare avvocato, si innamora della ricca ed emancipata signorina Violante dei “Budini Bellavista”. 
L’inutilità del vivere è l’ombra che traccia l’ultimo racconto, “La notte”, definito da alcuni critici leopardiano, per l’atmosfera notturna soffusa da un lirismo che libera dall’angoscia chi abbandona le speranze e i desideri. 
 “Tra un po’ parlerò della notte, la bella notte, che è come un buco vuoto dove le cose aspettano che passi via il farnetico, e il buio e l’incerto vengano a dirci che i nostri timorosi desideri si sono tutti assopiti, e il cuore è finalmente libero
E la notte non è che l’ombra di tutti i momenti che devono ripetersi, è la frescura che li avvolge, è l’abbraccio che tiene tutto insieme, il buco nel tempo in cui i desideri vengono alla superficie e si spandono nell’aria perché nessuno si senta più estraneo”
“Tu sei come al solito nella tua prigione, guardi le inferriate e vedi una punta di luce che viene da oriente; allora vai col pensiero verso quella luce, che non è nessuna speranza, è solo un giorno uguale a tutti gli altri che sta per cominciare. Ma questo è il buono della faccenda: tu aspetti il giorno ancora una volta, senza aspettarti niente, soltanto perché ci sei, e sei lì da buon carcerato, come se fosse il mattino della tua liberazione”.

Il mio consiglio
Bellissime frasi, emozionanti, che danno un’idea del libro che suggerisco a chi ama la buona letteratura, a chi desidera leggere un autore che fa della narrazione un volo tra sentimenti e ricordi per mezzo delle parole che usa da maestro.

La giuria degli esperti ha premiato anche:

Mario Chiodetti -  “La nostra vita somigliava a un tappeto magico” - EmmeEffe Edizioni - per la sezione “Segnalati Premio Chiara 2014” mentre, per la sezione “Inediti” Aminata Aidara - “La ragazza dal cuore di carta” -Pietro Macchione Editore

Il Premio Chiara Giovani  è andato a Sara Simoni con il racconto "Ogni piccola cosa", seconda Glenda Giussani con "C'è profumo di riscatto" e terzo Mattia De Rinaldis con "Profumi del passato".
Ventitre racconti (su 180 partecipanti) scritti da ragazzi delle Superiori sulla traccia “Quel profumo”sono stati pubblicati in un volume a cura dell’Associazione Amici di Piero Chiara: hanno colto il senso degli affetti famigliari, delle emozioni, dei ricordi, ma anche dell’attualità, con riferimenti ai fatti di cronaca – la violenza contro le donne e l’antisemitismo i più citati.

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