
Protagonista è una donna, Federica, che, giunta alla soglia dei quaranta anni,
nutre dentro di sé un’ossessione, un irrefrenabile desiderio di vendetta. Per
trovare pace e allo stesso tempo nutrire il suo tormento, organizza il
rapimento di un uomo, Vitaliano, italiano anche lui, ma ormai residente da anni
nella capitale francese. Il tutto si svolge senza particolari tensioni e la
prigionia dell’uomo si rivela tranquilla, quasi, paradossalmente, serena.
L’incontro tra la vittima e il carnefice è occasione di confronto, di una
graduale apertura dell’uno nei confronti dell’altra, di una scoperta reciproca.
Vitaliano è un commerciante benestante, di origine africana, che si è letteralmente
fatto da solo, con una vita tribolata e piena di disavventure alle spalle.
Federica è una donna vissuta nel ricordo di un passato indelebile, segnato da
un terribile episodio: l’assassinio brutale del padre per mano di terroristi,
negli anni di piombo. L’omicidio era avvenuto nel Salento e aveva avuto come
obiettivo principale un magistrato. Il padre di Federica faceva parte della
scorta. Niente per lei era stato più lo stesso e scopo della sua vita erano diventate,
nel tempo, la vendetta e la necessità di trovare l’epilogo ad una storia
incompiuta. Molti degli assassini del padre si erano rifugiati in Francia, come
spesso in quegli anni era avvenuto, e sarà proprio questo dettaglio a condurla
a Parigi e a farle incontrare Vitaliano, estraneo, direttamente, a tutto
quanto. Tanto lei è fragile e sofferente, tanto lui è forte, saldo, capace di
infonderle tranquillità, solidità, amore. Il loro avvicinarsi, pian piano, è
struggente, in un certo senso romantico e reso ancora più intenso dal racconto
delle loro storie precedenti che si intersecano con le vicende contemporanee.
Il terrorismo in Italia ha generato dolore, disperazione, morte non solo negli
anni del suo pieno manifestarsi, ma anche in tutti gli anni a seguire, fino ad
oggi, nell’animo di chi quel dolore lo ha vissuto e non lo ha più potuto
allontanare. Federica è apparentemente carnefice, ma nel fatti vittima, più di
tutti, dell’abbrutimento e dell’inaridimento a cui la grande sofferenza porta.
C’è possibilità di svolta? Di reale cambiamento? Di emancipazione dall’odio?
Sono questi solo alcuni dei molteplici interrogativi che il libro, profondo e
non banale, solleva.Vittorio De Grasso - Le colpe degli altri
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