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lunedì 4 novembre 2024

Erico Intra, il grande del jazz

 (intervista di Mimma Zuffi)


Conosco Enrico Intra, pianista jazz e compositore, dai tempi dello storico locale milanese Santa Tecla. Poiché all'epoca gli dissero che la musica era bella ma non pagava i conti, Enrico decise di aprire un locale tutto suo (Intra's Club)

In questi giorni ci siamo incontrati per caso e gli ho chiesto se aveva voglia di rispondere a qualche domanda per i nostri lettori.

Un sorriso sulle labbra, occhi penetranti che brillavano di curiosità, ed io che aspettavo una sua risposta.


Ecco la Sua risposta alle domande che erano sorte spontanee

1. Vuoi parlarci  del tuo ultimo lavoro con la vocalist Joyce Elaine Yuille, e Gianluigi Trovesi


 L’ultimo lavoro, se così vogliamo chiamarlo, è rappresentato da  un disco che uscirà con un titolo particolare- il Trio+----il  contenuto musicale  è l’unione sonora  di  una sequenza di mie composizioni ------il più, indicato nel titolo, sono la presenza preziosa di  Joyce Yuille, Gianluigi Trovesi e Roger Rota. Roger, è uno dei pochi musicisti che suona  jazz con il fagotto, strumento che non figura spesso nei gruppi di jazz. Il fagotto è uno strumento fisicamente affascinante che emette un suono pieno di sfumature – un suono penetrante che possiamo immaginare e sentire come se fosse una fusione tra quello maschio del sax baritono e quello del clarinetto basso. Insomma un suono singolare  che ho pensato   per  una sequenza di brani che abbiamo  registrato a Bergamo. Il disco, in formato lp, uscirà alla fine del mese di ottobre.

2) Ci racconti del tuo concerto che, ancor oggi, ripensandoci, ti fa emozionare di più

      L’emozione. La più grande emozione , per la mia personale esperienza, è rappresentata da quei momenti in cui questa scossa emotiva  ti arriva e ti abbraccia  quando la condividi, suonando, con altri musicisti.  Certo le emozioni che hanno accompagnato il mio percorso musicale sono state moltissime procurandomi  gioia e soddisfazioni. Tuttavia mi   piace ricordare, come una forte emozione, la fortuna di vivere nel pianeta suono e soprattutto  quando creo musica e nello stesso momento la trasmetto al pubblico facendo musica jazz . Questo momento lo considero l’attimo fuggente emozionante, magico. L’insieme di tante emozioni è la mia più grande emozione. La domanda però mi chiede quale è stata la più emozionante. Eccola: quando il grande jazzista Gerry Mulligan ha registrato  una mia composizione di cui abbiamo realizzato un disco che ha riscosso un grande  successo anche negli Stati Uniti;  la composizione si intitolava Nuova Civilta’. Ecco, è stata una nuova e grande emozione.

3) In Italia, negli ultimi anni , si sono moltiplicati i festival del Jazz, da nord a sud. Secondo te c'è un sincero interesse da parte del pubblico o è solo marketing?

  La partecipazione numerosa  del pubblico  ai concerti è un segnale misto di bisogno di cultura e curiosità. diciamo quindi che tutto ciò manifesta sincerità e interesse. Il cosiddetto marketing è  di chi  organizza concerti , consapevoli però, che stanno diffondendo  cultura musicale. La musica jazz ha bisogno di essere sentita per apprezzarne la profondità sonora. Ricordiamo anche che il jazz  è una giovane forma  di espressione artistica. Tutto inizia più di un secolo fa e nasce grazie a persone  di diverse culture che si sono incontrate in un giovane e nascente continente -l’America del nord- invadendo pacificamente, con quella idea musicale,  il nostro pianeta sonoro. 

4) La rassegna "Break in Jazz" nell'estate del 2024 ha raggiunto la sua ventottesima edizione. Cha cosa rappresenta per te questo traguardo?

Break In Jazz è stata una esperienza straordinaria . Abbiamo portato nelle piazze la musica. La musica jazz nelle piazze, dalle 13 alle 14, durante i momenti di rilassamento che le persone hanno durante lo stacco del lavoro dovere ,procurando a loro piacere con la musica. Mi permetto anche di segnalarti che è stata una mia idea realizzata dalla nostra associazione culturale Musica Oggi in collaborazione con il Comune di Milano. Grazie

5) In questo periodo si sente tanto parlare di crossover in campo musicale. Che cosa ne pensi?

   Il cross over. Il termine  di solito è   usato per indicare il tipo e le caratteristiche di automobili . Appare anche in altri settori, con altri significati che penso, però, andrebbero scritti nella nostra lingua.

Qui finiscono le nostre quattro chiacchiere perché il Maestro deve correre dai suoi allievi. Grazie Maestro!!


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