a cura di Sandra Romanelli
Nella suggestiva cornice del Parco d’Arte Pazzagli di Firenze, in una gradevole serata di agosto, Donatella Alamprese con lo spettacolo Contaminazioni, ha condotto il suo pubblico in un fantastico viaggio musicale che partendo da Lisbona, con le indimenticabili musiche di Amalia Rodrigues, è giunto fino in Sudamerica, tra Cile, Argentina e Venezuela, interpretando i canti di guerra e libertà di Violeta Parra e Mercedes Sosa. Ad accompagnare le sue emozionanti interpretazioni, la chitarra del musicista Marco Giacomini e il polistrumentista Stefano Macrillò con chitarra, cuatro venezolano. tiple colombiano e mandola.
Le prime note che abbiamo ascoltato sono quelle allegre, ma nostalgiche di “ A casa do via del Campo” testo originario di Alfredo Marcenario e Joao Silva Tavares. Di questo brano sono state prodotte varie versioni.
Amalia Rodrigues -con l’album Amalia in Italia- l’ha portato al successo nel 1974, nella versione italiana di Roberto Arnaldi. Nel 1978, questo brano è stato cantato anche dal cantautore Franco Simone.
1- La casa in via del campo non ha nulla a che vedere con la canzone altrettanto famosa di Fabrizio De André, anche se, forse,
proprio da quella dei carruggi di Genova ha preso spunto la versione italiana
del testo. In realtà, nel Fado, si tratta
della “Casa da
Mariquinhas“. Cos’era?
Mariquinhas", nella canzone usato come diminutivo di
Maria, significa in portoghese "persona dolce, debole e un po'
effemminata". La Casa da Mariquinhas era una bordello
dell’angiporto di Lisbona in cui si prostituivano gli “effeminati” (come si
diceva all’epoca). Mariquinhas si può tradurre in italiano con “femminucce”,
“donnicciole”.
L’autore del
testo italiano, Roberto Arnaldi, ha scelto probabilmente Via del Campo
ispirandosi ai temi della canzone di Fabrizio De Andrè. In realtà, le strade
vicine al porto di Genova e di Lisbona in quegli anni si somigliavano molto.
Atmosfere e profumi simili, i negozi di
alimentari rivestiti di piastrelle, gli
stoccafissi appesi e storie da vivere ad ogni angolo di strada.
Il testo è scritto da Ferreira, uno dei
più importanti e conosciuti poeti e scrittori portoghesi.
- Maria Lisboa è vestita di conchiglie e con alghe
nei capelli, vende sogni e aria di mare. Questa canzone ci porta l’immagine
di una donna eterea e la musica è quella dolce, nostalgica e cadenzata del
Fado. Maria de Buenos Aires invece, (altra tua
magistrale interpretazione) è tango (di Piazzolla), è María del
arrabal, è noche e pasión fatal! A quale ti senti più vicina e perché?
Mi appartengono entrambe, in
realtà. I sogni, l’aria intensa del mare che allarga l’orizzonte e la magia
del Fado che vive nella voce e nella fisicità
di Maria sono Lisbona stessa.
Allo stesso modo, Maria de Buenos
Aires rappresenta la sua città e la sua
storia, è una metafora. Le
vicende della protagonista, raccontano gli anni della povertà, della speranza,
dell’oppressione di uno stato dittatoriale e di una rinascita di questa città
metropolitana per eccellenza: i suoi abitanti sono quasi tutti europei in esilio. È l’esilio dalla propria terra,
dall’infanzia, dalla propria anima, da
se stessi. Certo, nel sangue ho radici
argentine e quando interpreto Maria de Buenos Aires penso sempre a mia nonna
Maria, del quartiere di Lanus che sposò mio nonno Giovanni, emigrato alla
ricerca di una nuova vita. Sì, sono più Maria del arrabal!
Ma chi è Maria? Maria rappresenta la
Rinascita, non ha sesso, è il Cristo...è il dramma della vita e allo stesso
tempo il suo riscatto.
“…la crencha y los pechos zainos, le
van de furca en la espalda las ganas de veinte machos….. la treccia e i seni
selvaggi, la assale a tradimento alle spalle, la voglia di venti maschi.."
3 “Havemos de ir a Viana” di Alain Oulman e Pedro Homem de
Melo.
- Questa canzone parla di Viana, una bellissima località
situata nel Nord del Portogallo, ricca di storia e di incantevoli paesaggi
naturali. Cosa ci vogliono comunicare le note e le parole di questo canto?
Viana è una città affascinante, piena di
bellezza. Situata
all‘estuario del fiume Limia, è
dominata da una sontuosa chiesa in cima a una collina. Direi che la canzone racconta del “desiderio”...
quello di un nuovo amore, di un viaggio, un cambiamento...insomma, la voglia di avventura e di non vivere di
rimpianti.
Come recita la canzone: “Ciganos verdes ciganos deixai-me com esta crença , os pecados
têm vinte anos os remorsos têm oitenta”
“... i peccati hanno venti anni, i
rimpianti ne hanno 80..”
4 “Garça Perdida” di Joao Mendonca e Leonardo Amuedo
E
trago o mar dentro de mim,
Com o céu vivo
a sonhar e vou sonhar até ao fim,
Até não mais
acordar...
Então, voltarei
a cruzar este céu e este mar,
Voarei, voarei
sem parar á volta da terra inteira!
E
porto il mare dentro di me
Con
il cielo vivo che sogna e io sognerò fino alla fine,
Fino a quando
non mi sveglierò più ...
Quindi
attraverserò di nuovo questo cielo e questo mare,
Volerò, volerò
senza sosta su tutta la terra!
- L’airone perduto è un brano appassionato che hai cantato
con una dolcezza e intensità indescrivibili. Hai affermato che è un brano
musicalmente molto difficile, cantato in portoghese solo dalla famosa
cantautrice Dulce Pontes, nota per aver perpetuato la musica del Fado. Ogni
volta che ho avuto il piacere di ascoltarti mi hai sempre stupita per la tua forza e potenza interpretativa unita,
meravigliosamente, a una dolcezza infinita, come si spiega questo connubio che
riesci a realizzare?
Sandra,
grazie per le tue parole che denotano una grande sensibilità.
Interpretare sentimenti così
intensi è sicuramente un grande beneficio per l’anima, viene fuori con
spontaneità quella che è la nostra essenza, legata ai nostri vissuti e al
contesto che viviamo. L’airone perduto è la metafora di un volo dell’anima che
oltrepassa i confini del mare, che è separazione, abbandono dei luoghi cari e
memoria di ciò che si è lasciato.
Questa bellissima poesia in musica
mi fa pensare a tutti coloro che sono costretti ad abbandonare la propria terra,
a intraprendere un viaggio per mare alla ricerca di una nuova vita che,
inevitabilmente, spesso, va perduta. Inutile aggiungere che adoro Dulce Pontes
e con mia grande sorpresa ho scoperto di essere stata mandata in onda, in una
importante trasmissione argentina: la mia musica insieme alla sua...che gioia e
che onore…
Donatella, credo che tu ti
riferisca alla trasmissione “El Tango en el Mondo”, andata in onda il 9
ottobre.
Immagino la grandissima emozione
per essere stata inserita accanto a nomi prestigiosi, ma conoscendo la tua
competenza e passione per la musica e per il tango, è senz’altro un
riconoscimento meritato.
Ma torniamo alle canzoni che ci hai
proposto durante lo spettacolo” Dal Fado al Sudamerica”.
Donatella Alamprese (foto di Sandra Romanelli)
5 “En los jardines humanos” testo e musica
di Violeta Parra
En los jardines humanos
que adornan toda la tierra
Pretendo de hacer un ramo
De amor y condescendenzia
Nei giardini umani
che adornano tutta la terra
Desidero comporre un bouquet
d'amore e di condiscendenza
Con En los jardines humanos e Run run, due brani
scritti e musicati dalla cantautrice cilena Violeta Parra, e poi con i
successivi brani di Mercedes Sosa, Donatella Alamprese s’inoltra in un
repertorio più vicino alle musiche delle
sue origini argentine.
- Come Amalia Rodrigues rappresenta la
punta di diamante delle interpreti di Fado, così Violeta Parra e Mercedes Sosa
-considerate le più belle voci dell’America latina- esprimono l’emblema della
musica sud-americana. Cosa rappresenta per te la musica di
queste due grandi interpreti?
A Violeta
Parra si deve un'importante opera di recupero e diffusione della tradizione
popolare del Cile, opera proseguita poi dal movimento della “Nueva Cancion
Chilena”. Nelle sue canzoni sono sempre presenti la denuncia e la protesta per
le ingiustizie sociali. La Parra è il simbolo della cultura cilena, la voce
della Patagonia e dei Mapuche; la sua è una lotta per la dignità, per i diritti
umani dei popoli emarginati. È l’esempio meraviglioso di come una canzone, dal
contenuto sociale, possa diventare un'opera d'arte, nel momento in cui afferma
che “l'uomo deve essere libero per essere felice”.
È stato un grande onore per me e per il chitarrista Marco
Giacomini aver rappresentato l’Italia e omaggiato la grande Violeta Parra
proprio nella sua terra, a Santiago del Cile. Un’emozione profonda e
indimenticabile.
Mercedes Sosa, definita La
Negra -per i lunghi capelli neri- è potenza e carisma. La sua lotta e la sua opposizione al potere e
alla dittatura, il suo costante impegno politico e sociale sono valori che
vanno onorati e riproposti con grande
considerazione.
Donatella Alamprese e
il chitarrista Marco Giacomini
6 “Run
run” se fue pa’l norte di Violeta Parra.
È un
brano scritto da Violeta Parra per Gilbert Favré l’uomo di cui era follemente
innamorata, ma poi lui, dopo una relazione durata sei anni, sposò un’altra
donna.
Le canzoni di Violeta Parra rappresentarono una
svolta nella corrente musicale cilena, ma più tardi lei si scontrò con
l’incomprensione del suo pubblico.
-Furono,
forse, queste due tragiche coincidenze che la portarono nel 1967, a soli
quarantanove anni, a compiere il tragico gesto?
Chissà... una cosa è certa: Violeta
soffrì tantissimo per entrambi i motivi.
Comunque, Gracias a la Vida è
stata la canzone scritta poco prima di suicidarsi. Un canto di bellezza, di
speranza, di infinita gratitudine.
7 “Luna tucumana” di Atahualpa
Yupanqui.
Con Luna tucumana entriamo nel repertorio di Mercedes Sosa.
Tucuman è il paese dov’era nata e che
era stata costretta a lasciare; per questo motivo la canzone viene
identificata con il suo esilio e con la sua lotta per la libertà.
- In Argentina Mercedes
Sosa è considerata non solo una grande interprete, ma un vero e proprio mito.
Con quale stato d’animo ti sei avvicinata alle sue canzoni?
Le
mie origini argentine mi legano fortemente a questa terra e alla sua
cultura. Pensa che il figlio di Mercedes
Sosa, Fabian, purtroppo scomparso alcuni anni fa, apprezzava tantissimo il
nostro lavoro e lo aveva espresso in varie occasioni. Mercedes è una icona della libertà che si
afferma contro il potere e le ingiustizie. Mi sono avvicinata al suo repertorio
con grande rispetto e soprattutto con grande umiltà.
8 “Alfonsina y el mar” di Ariel Ramirez
e Félix Luna, cantata da Mercedes Sosa. Dedicata ad Alfonsina Storni (1892-
1938), nata nel Canton Ticino ma vissuta, fin da piccolissima, in Argentina;
morta a Mar del Plata.
Sabe Dios qué angustia te acompañó
qué dolores viejos calló tu voz para recostarte arrullada en el canto de las
caracolas marinas la canción que canta en el fondo oscuro del mar la caracola. Te vas Alfonsina con
tu soledad…
Alfonsina y el mar è un brano dolcissimo, un omaggio a
questa poetessa che decise di porre fine alla sua esistenza, per mare, cullata
dalle conchiglie e dai cavallucci marini, in solitudine...
- Come si colloca questa poetessa, drammaturga e giornalista, nella
letteratura contemporanea?
Alfonsina
non aveva ancora vent’anni quando
cominciò a lavorare come maestra elementare nelle scuole rurali. Ebbe
esperienze come attrice e scrisse su diverse testate, dimostrandosi, ben
presto, una giornalista critica e pungente, una figura rivoluzionaria per i suoi tempi . Ebbe il coraggio
di allevare, completamente da sola, il suo amato figlio Alejandro e non rivelò
mai l’identità del padre di suo figlio.
Pensa
ad una giovanissima donna con un bambino, che si mantiene facendo più lavori,
senza un uomo, senza una famiglia d’origine; che scrive come giornalista
articoli critici sulla società, sui pregiudizi, sui diritti delle donne, e che
recita come attrice, nella Buenos Aires del 1912. Possiamo solo immaginare,
quanti ostacoli abbia dovuto fronteggiare. Sempre contrastata dal pubblico maschile è andata avanti, incurante dei pregiudizi. Questa
donna, minuta nell’aspetto, sorridente e gentile, così determinata e
critica, andò sempre avanti per la sua strada e si affermò senza lasciarsi
intimorire da nessuno. Un esempio per tutte noi.
I suoi versi sono un
chiaro e limpido messaggio
femminista. Con il suo coraggio di essere, e anche di decidere di porre fine
alla sua esistenza, ha lasciato un‘eredità preziosa alle poetesse di oggi. Ho musicato in suo onore un poema a lei
dedicato dalla poetessa Marta Pizzo. Alfonsina
ha un posto speciale nel mio cuore...lessi le sue poesie da ragazzina, grazie a
una raccolta di mio padre.
9 “La Maza” (sin cantera) di Silvio
Rodriguez
- In questo brano portato al successo
dalla grandissima Mercedes Sosa si identifica Il piccone come strumento per
scavare nella miniera (cantera) della nostra creatività, oppure è una sottile
metafora contro la guerra e la dittatura?
Certamente Silvio Rodriguez scrisse questo bellissimo
brano con una chiave di lettura palesemente politica. Maza in spagnolo
significa martello, piccone, la cantera invece è il luogo da dove si estraggono
los cantos (le pietre) e la maza è anche lo strumento con cui vengono lavorate.
La metafora “que cosa fuera la maza sin cantera” si riferisce al fatto che non
siamo niente senza un cantiere di idee e creatività da cui attingere. Silvio
Rodriguez è stato fondatore insieme a Pablo Milanés e Noel Nicola della Nueva
Trova Cubana, ossia della canzone come comunicazione di impegno sociale e
politico, pur non perdendo la sua dolcezza e passionalità. Io, come Silvio,
credo fortemente nelle persone che sono capaci di lottare per i propri valori e
ideali.
10 “La canciòn de las simples cosas”di Armando Tejada Gomez
- Un omaggio ai luoghi e alle cose semplici che abbiamo amato nella
nostra infanzia. Quali sono i tuoi ricordi più belli e più sereni
del passato?
Sicuramente
quelli della mia infanzia vissuta con la mia famiglia: la condivisione e i
giochi con mia sorella e i miei fratelli, le estati trascorse nella casa al
mare, dove ho sempre respirato aria di serenità e fiducia, grazie ai miei
genitori che hanno saputo sempre creare un'atmosfera amorosa e gioiosa, pur
mantenendo regole ben precise da seguire.
11 “Razon de vivir” di Victor Heredia e 12 “Gracias a la vida” di Violeta Parra fanno parte del repertorio di Mercedes Sosa.
a) La prima esalta l’importanza della comunione spirituale
tra due persone e valorizza il bisogno della presenza dell’altro che ci
accompagni e guidi, per alleviare il senso di solitudine e alleggerire il peso
della vita;
b) la seconda è un inno meraviglioso alla vita, questo
grandioso dono divino.
- 12 Nella società odierna come possiamo tradurre questo
bisogno dell’altro, per vivere? E che cos’è, per te, il senso della vita?
Siamo tutte particelle di un unico
sistema, siamo tutti connessi nella rete dell'universo...dunque siamo necessari
gli uni agli altri.
La
condivisione e l'unione sono alla base della ricerca di un’armonia, di un senso
da dare al nostro passaggio terreno. Un senso della vita che, solo attraverso
la consapevolezza di essere gocce di un
oceano, può diventare nel nostro quotidiano l'esercizio costante della pace.
Basta pensare ai tragici accadimenti di questo periodo, alle guerre nel mondo e
nel microcosmo, alle nostre, spesso inutili, battaglie.
13 -Todo cambia scritta e musicata nel 1982 dal cantante cileno Julio Numhauser, in piena dittatura ad opera di Pinochet (1973-1990). Fu cantata anche da Mercedes Sosa, durante il suo esilio in Europa, a seguito della dittatura militare in Argentina (1976-1983).
Il senso di questo brano dal ritmo venezuelano, così vivace, di cui il pubblico ha cantato con te il ritornello, lo rivelano le ultime strofe: Pero no cambia mi amor/ por mas lejos que me encontre/ ni el recuerdo ni el dolor/ de mi pueblo y de mi gente.
La domanda che desidero farti su questo canto, vorrei abbinarla all’ultimo brano che abbiamo avuto il piacere di ascoltare.
14 “Sólo le pido a Dios” di Leòn Gieco portata al successo da Mercedes Sosa.
Que la guerra
no me sea indiferente- Es un monstruo grande y pisa fuerte-
Toda la pobre inocencia de la gente.
Solamente chiedo a Dio - che
la guerra non mi sia indifferente - è un mostro grande e calpesta ferocemente -
tutta la povera innocenza della gente”.
- Questa canzone scritta dal
cantautore argentino Leon Gieco nel 1978, durante la dittatura, mai come oggi
risulta così attuale. Tu che hai conosciuto entrambi i popoli di Ucraina e
Russia, cosa pensi di questa terribile guerra?
Conosco bene quei posti dove da ragazza ho completato la mia
formazione culturale e linguistica. Il mio augurio, la mia speranza è che
questi massacri finiscano al più presto. Sono popoli fratelli quelli che stanno combattendo, hanno tradizioni e lingue
che derivano dallo stesso ceppo, quindi molto simili. C’è sempre, in questi
casi, qualcuno che soffia sul fuoco dell’odio. Il mio augurio
di pace è rivolto a tutte le guerre del mondo che, purtroppo, sono
tante…
- Per terminare questo nostro
incontro, desidero riflettere con te sul fatto di come è vero che la musica
-linguaggio universale- riesce a unire i popoli, in questo caso due continenti.
Mi sento cittadina del mondo e mi piace fondere stili e
generi, esplorare nuove possibilità, creando dei ponti tra mondi e culture
diverse. Il centro di tutto è sempre l'esperienza umana nelle sue
molteplici sfaccettature. Ecco perchè nei miei spettacoli c'è spesso la poesia:
da Borges alla Cvetaeva, agli Anonimi armeni e giapponesi e perché amo cantare
in tante lingue.
In culture molto diverse tra loro, i drammi umani sono gli
stessi, pure in epoche storicamente lontane. Il nucleo è il desiderio di
libertà, di dignità e di giustizia, il bisogno di amore, comune a tutta l'umanità.
Instaurare una vera comunicazione con chi ti ascolta è per me prioritario, è
donarsi fino in fondo e con sincerità.
Continuerò a raccontare storie di donne e artiste
straordinarie, così come ho fatto anche
ne "Le quattro Voci di Eva", in "Femme" e in
"Latitudine Donna” e, naturalmente, proseguirò a collaborare con la poeta Marta Pizzo di
Buenos Aires per essere “ ponte” con la mia amata Argentina e il Sudamerica.
Marco Giacomini, Donatella Alamprese, Stefano Macrillò
Donatella Alamprese, di origine argentina, è potentina di nascita e fiorentina di
adozione.
Laureata all’Istituto Orientale di
Napoli in Lingue e Letterature Straniere, dopo aver vinto il concorso di
insegnante e ottenuta la cattedra, decise di dedicarsi, per molti anni all’insegnamento,
pur continuando a coltivare, parallelamente, la sua passione per la musica.
Negli anni Ottanta partecipò come
cantante a trasmissioni Rai come “Doc” e “Indietro tutta”.
Artista eclettica e cantante
poliglotta, oggi è ritenuta la regina italiana del tango e canta in vari
generi: lirica, jazz, pop.
Grazie alla bellissima voce dai
toni lirici riesce a trasmettere al pubblico la sua intensa passione musicale e
a creare momenti di sentita partecipazione.
Insieme al chitarrista Marco
Giacomini ha portato la sua musica in vari teatri italiani ed europei, ma è
conosciuta pure a livello internazionale.
Durante la tournée in Argentina ha
riscosso un enorme successo e tutt’ora collabora con il compositore Saul Cosentino e con la
poetessa Marta Pizzo.
I suoi spettacoli sono stati
apprezzati anche in Cile e Giappone.
Ad agosto le è stato conferito il
premio Heraclea 2022.
Curiosità
Il parco d’arte Pazzagli di
Firenze, luogo dove si è svolto lo spettacolo con Donatella Alamprese, visto
dall’alto raffigura un viso sorridente e due profili laterali. È un grande
giardino nel quale sono piantati circa 300 cipressi ed è decorato da sculture e
installazioni dell’artista Enzo Pazzagli ed altri
artisti.
Il parco è gestito
dall'associazione "EcoRinascimento", tramite la quale sono state
aggiunte nuove opere come i Fiori
fotovoltaici dell’Arch. Massimiliano Silvestri e opere del Carnevale di Viareggio.
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