La poesia è la più
aristocratica delle arti.
Intervista a Sotirios Pastakas
Sotirios Pastakas, foto di
©Dino Ignani
Sotirios Pastakas è uno dei maggiori poeti greci, la sua opera è tradotta in molte lingue (quindici) ed è apprezzata in varie nazioni e continenti; la sua raccolta Trilogia (Food Line) è stata tradotta negli USA nel 2015.
Nello stesso anno gli è stato assegnato il premio Annibale Ruccello. La sua opera poetica viene edita in Italia dal coraggioso Multimedia Edizioni (Salerno 2016); Corpo a corpo è un’antologia che raccoglie le varie parti delle sue raccolte da L’esperienza del respiro (1986) all’Incipiente Alzhaimer 2017. Per le prestigiose edizioni dei Quaderni del Bardo (Lecce, 2018), esce la raccolta Jorge; mentre Monte Egaleo, forse la più saccheggiata, è del 2009. Pastakas è anche psichiatra, attività che ha svolto per decenni e che inevitabilmente si riflette sulla sua opera. Nello svolgere un lavoro critico sulla sua poesia ha avuto la cortesia di farmi leggere alcuni suoi racconti editi e tradotti anche in italiano. Queste prose appartengono alla raccolta, Il Dott Ψ e I suoi pazienti, pubblicato nel 2015, da “Melani” editore, Atene. Più che racconti sarebbe meglio definirli “piccoli poemi in prosa” (come le prose di Baudelaire), è come se fosse rimasto fedele al dettame del poeta francese “sii sempre poeta anche in prosa”. Questa breve intervista è debitrice alla sua poesia ma anche ai piccoli poemi che ci ha donato.
1.D) Cosa si prova ad usare la stessa
lingua di Omero, Esiodo, Eschilo, soprattutto ad essere capiti usando quella
stessa lingua? (non è proprio così ma semplifico per rendere l’idea). Come se
io potessi usare il latino, la nostalgia del latino, ed essere compreso da
tutti senza sembrare nostalgico, elitario o pazzo. Il greco è una lingua senza
nostalgia?
1.R) Il greco è una
stratificazione di linguaggi molto ricca, di secoli, e mi sento fortunato ad
usare le parole che creano assonanze, allitterazioni e doppi, se non quadrupli,
sensi di interpretazioni a posteriori. Una lingua malleabile e ricca, capace di
offrire nuove metafore. Omero, Esiodo ci hanno fornito le maggiori metafore… il
mare pieno di vino, la notte che ha generato i figli dei sogni… Non parliamo
più la stessa lingua ma ci è familiare per via delle metafore… essendo queste
poche di numero, è una provocazione reale per noi Greci cercarne di nuove, anzi
quell’unica che ci permetta di vedere il mondo di nuovo giovane e sano. La
nostalgia si scaccia proprio con la ricerca della nuova metafora che darà la
carica all’orologio fermo dell’epoca moderna… Eschilo aspetta di essere scritto
daccapo…
2.D) Oltre ad essere poeta sei autore
di alcune prose, tra queste volevo chiederti di tornare su Allen Ginsberg, il mio Babbo
Natale. Qui racconti del tuo viaggio in
autostop a Spoleto per ascoltare Allen Ginsberg, nel ‘75. Un evento che non ti
piacque perché suonava un aerofono e non ti fecero fumare. Mentre lo avresti
apprezzato, anni dopo, nel ’79 al festival di Castelporziano, quando calmò i
tafferugli del pubblico con la recitazione delle sue poesie, l’Om e
l’accompagnamento musicale. Volevo chiederti una testimonianza su quell’evento
del ’79, il secondo momento traumatico per la poesia italiana, il primo è
l’omicidio Pasolini. Dopo questi fatti la poesia italiana si chiude
nell’autoreferenzialità, è divenuta ancor più elitaria perdendo la capacità, o
volontà, di essere popolare.
2.R) «In
our sleep, which cannot forget falls drop by drop upon the heart until, in our
own despair, against our will, comes wisdom through the awful grace of god». [Nel nostro sonno, che non può
dimenticare, goccia a goccia cadente sul cuore finché, nella nostra stessa
disperazione, contro la nostra volontà, arriva la saggezza, come una terribile
grazia di Dio]. Parole di Robert Kennedy per la morte di Martin
Luther King, sono i versi 179/183 tratti dall’Agamennone di Eschilo, il poeta
più amato da Kennedy. La cultura Italiana non ha potuto piangere Pasolini. Un
processo di lutto necessario per andare avanti, ci sono state reazioni
sentimentali vuote di senso, di fatto nulle. Se Pasolini fosse stato pianto
veramente a suo tempo avremmo avuto un’altra cultura, un’altra poesia, forse,
in Italia. La negazione del lutto ha creato tutta questa poesia da pettegolezzo
condominiale, caro alla Commedia all’italiana, ma non alla poesia alta di
Sereni, Saba, Penna. La rimozione poi del Festival di Castelporziano ha creato
mostri di rappacificazione. Poeti italiani, anziché aprirsi al mondo si sono
rintanati nella piccola Italia di Arbasino. Dimenticando il giorno dopo
Yevtushenko, Tomas Gorpas, Gregory Corso, Amelia Rosselli, cito apposta nomi a
caso dei partecipanti, per far capire che Castelporziano e stato un momento
magico per il pianeta terra e non solo per l’Italietta di Fantozzi. Io
partecipo a vari festival poetici in Italia e fuori, quello che non mi
convince, nei poeti italiani, è il modo di recitare i propri versi: leggono
tutti inspirando la voce, lì dove dovrebbero aspirare, mi fanno pena veramente,
per dirne una… Come si fa, caro mio, a porsi di fronte a un pubblico popolare
recitando da improvvisato Memè Perlini?
3.D) «La memoria è una casa senza
chiavi», questo affermi un altro tuo racconto breve «Il nostro passato è una
casa senza chiavi, una villa sotto occupazione». Lo spunto veniva da un tuo
vuoto di memoria che sarebbe stato colmato, eventualmente, dalle foto di un
fotografo ‘amico’. Il tuo racconto è la spiegazione più dettagliata, precisa,
quasi esaustiva, del ruolo della memoria nella definizione dell’autocoscienza
personale. «La memoria non è solida come un edificio», affermi, ma al contrario
pensa e interpreta continuamente se stessa per gettarci nel nostro presente,
recuperi dal mito le due fonti, il Lete e Mnemòsine, dove prima si dimentica e
poi si ricomincia a ricordare dal presente. Vorrei che tu tornassi
sull’argomento anche in virtù del tuo lavoro di psicanalista.
3.R) “Conosci te stesso”.
Tre mila anni e la psicoanalisi con tutti i Freud, Jung e Lacan non ha fatto
mezzo passo avanti dall’imperativo di Socrate. Ogni giorno incontro persone
disperate che vanno in cerca di successo, di soldi, di amore [ride, N.d.C.]
L’unica ricerca è quella di trovare se stessi anche portando dentro memorie
false, memorie fasulle… ecc. L’importante è aver un bagaglio di memorie da
portare e confrontare te stesso col tuo passato. Siamo quello che siamo stati e
quello che saremo in futuro modificando, continuamente, le nostre memorie. I
ricordi valgono in quanto creano, generano il futuro. Modificando i nostri
ricordi, la volontà ci rende gli artefici del nostro essere. Ci pone al centro
della scena del mondo. Tutto il segreto nucleo della creatività sta nel fatto
che uno abbia la voglia e la capacità di modificare il suo passato, nel senso
che l’artista, il poeta, o quel che sia, è colui il quale traendo forza dalle
sue debolezze si presenta imbattibile agli occhi dell’universo.
4.D) Vorrei chiederti alcune
considerazioni sullo stato attuale della poesia greca e il suo ruolo in un
contesto europeo.
4.R) La poesia greca gode di
ottima salute, per fortuna. Dal momento che la crisi creativa, non bancaria,
colpisce prima le roccaforti della cultura centrale, americana, francese,
inglese, tedesca, italiana (e chi più ne ha più ne metta) la poesia al di fuori
dei G20 prospera e stupisce. Ti parlo con dati alla mano…più si sta lontano dai
centri culturali e più cresce la parola poetica. Una decina di poeti greci in
questo momento mi fanno ben sperare…In autunno darò alle stampe una antologia
di 15 poeti greci nati tra il 1975/2000. Ci sarà da ridere perché i poeti dal
puto di vista anagrafico sono più di 2.500… [ride, N.d.C.]. È la prima parte di
un lavoro che si completerà l’anno prossimo con altri 15 poeti nati tra il 1951
e il 1974. Pensa che fra 7500 poeti attivi sui media in Grecia parlerò solo di
trenta (in Italia, 7 volte più grande della Grecia sicuramente di poeti ne
stano più di 75.000). Bisogna fare piazza pulita ogni tanto. Lo ripeto per
l’ennesima volta: la poesia e la più aristocratica di tutte le arti, e come
tale non sopporta i mediocri e i cattivi poeti… semplicemente li ignora!
5.D) Alcuni tuoi versi, che riporto
alla fine, sono una delle migliori rese poetiche della dossografia del filosofo
cinico Diogene. Naturalmente mi riferisco al cinismo antico non all’eccezione
moderna. Il cinismo nasce per reazione alla condanna a morte di Socrate
(condanna voluta dalla restaurata democrazia), alla criminalizzazione della
filosofia e per cui si ‘oppone’ alla polis, alla vita civile in favore di una
vita più naturale, a tratti anche bruta. È la rivincita della zoè rispetto al bìos, si afferma il ‘principio’ di
“non aver bisogno di nulla”. La tua poesia si nutre di questa opposizione allo
stato attuale delle istituzioni, potresti tornare su questi aspetti.
«Il mio gatto barbuglia/ Mentre gli gratto la pancia./ Se riuscissi a sfamarmi/
Carezzandomi la mia, così come mi carezzo il cazzo/ e vengo, sarei/ il più
felice degli uomini».
5.R) Le città cadono in
decadenza quando non possano distinguere più tra il bene e il male. Abbiamo
smesso di parlare del vissuto, delle cose quotidiane non solo in poesia ma
anche in filosofia (che è ancor più grave). La gente si sente disorientata
appunto per questa incapacità di poter distinguere tra bene e male. Questa
lezione che ci viene dai Cinici voglio sottolinearla: il cinismo non pratica l’apatia
ma l’autosufficienza della persona e la parsimonia. Oggi vediamo i cittadini
non essere autonomi, a chiedere sempre di più alla tecnologia visto che hanno
soldi da spendere, e si sono dimenticati di vivere la loro vita. Se la Poesia
riesce a destarli da questo incubo di vita non vissuta, tanto di guadagnato. Un
attacco poetico alle istituzioni lo sento più che necessario in questo scorcio
di secolo perché l’altra alternativa che ci rimane è la lotta armata. Grazie
caro.
Ringrazio Sotirios Pastakas per il
tempo che ha voluto dedicarmi e i suoi tanti traduttori: Antonietta Tiberia,
Lea Melandri, Andreas Andreu, Massimo Cazzulo, Massimiliano Damaggio, Mauro
Giacchetti, Raffaella Marzano, Crescenzio Sangiglio.
(pubblicato con l'autorizzazione di www.inkroci.com)
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