Longanesi Editore - pagg. 130 - € 12,90
Un pamphlet contro la rottamazione
La tendenza alla riduzione di ogni discorso a semplici slogan, magari da 140 caratteri, sta prendendo il sopravvento, rischiando di liquidare frettolosamente un patrimonio di cultura e saggezza che non può andare perduto e che andrebbe preservato: di questo è convinta Silvia Truzzi, firma del Fatto Quotidiano, che nel saggio Un paese ci vuole ci dimostra come l’esperienza abbia ancora molto da insegnare attraverso il confronto con personalità che hanno fatto grande il nostro secondo Novecento italiano.
Andrea Camilleri, Luciana Castellina, Guido Ceronetti, Pietro Citati, Gherardo Colombo, Massimo Fini, Vittorio Gregotti, Claudio Magris, Dacia Maraini, Piergaetano Marchetti, Piero Ottone, Giampaolo Pansa, Stefano Rodotà, Giovanni Sartori, Emanuele Severino, Gustavo Zagrebelsky: in Un paese ci vuole, Silvia Truzzi ci restituisce i suoi incontri con questi italiani dai capelli bianchi, sedici personalità che in queste pagine - raccontando se stessi - ci parlano del passato e del futuro dell’Italia, di impegno e politica, di quel che ci manca e di quello che, con negligente disattenzione, abbiamo perduto. Voci e parole che, in totale controtendenza con le teorie dei rottamatori, devono rappresentare punti di riferimento nel frastuono della comunicazione incessante e nella velocità dei cambiamenti sociali e politici. Dimostrando di avere ancora qualcosa di molto importante da dire, i protagonisti di Un paese ci vuole ci offrono uno sguardo d’insieme ben lontano dai luoghi comuni che animano la discussione politica di oggi.
Silvia Truzzi, giornalista, è nata a Mantova e vive a Milano. Laureata in Giurisprudenza, lavora al Fatto quotidiano dalla sua fondazione nel 2009. Ha vinto il Premio giornalistico internazionale Santa Margherita Ligure per la cultura nel 2011 e il Premio satira politica Forte dei Marmi, sezione giornalismo, nel 2013.
Nessun commento:
Posta un commento