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mercoledì 31 luglio 2024

RAPACI


a cura di Sandra Romanelli

 



Allocco, Civetta (Athene noctua),  Gufo comune e Gufo reale, Assiolo, Barbagianni, fanno tutti parte della famiglia degli Strigiformi, uccelli da preda presenti nel nostro territorio boschivo e collinare. Sono  specie protette.

Credenze  popolari hanno avuto un effetto deleterio sugli Strigiformi, che sono sempre stati perseguitati dall'uomo, perché considerati, secondo  alcuni  popoli, di cattivo auspicio, portatori di sventura, per altri, invece, animali sacri, simboli di saggezza.

In realtà, molti ignorano che questi uccelli sono assai utili perché tengono sotto controllo roditori infestanti e insetti, a vantaggio dell'agricoltura e dell'equilibrio ecologico.


 Il SALVATAGGIO


Avevo già preparato la tavola e di lì a poco ci saremmo seduti per gustare una  delle pietanze che mi piace preparare, inventando e trasformando le ricette della tradizione, quando, ad un tratto, ho sentito un lieve rumore provenire dalla terrazza, seguìto da uno squittìo continuo e incessante. Siamo in vacanza in collina e qui, voli e canti di uccelli  accompagnano felicemente le nostre giornate.



                                           Pullo di rapace - Foto di  Sandra Romanelli

_ Che strano uccellino! È tenero come un pulcino!

- Sì, è vero, che carino! Ma com’è arrivato fin qui?

-Sarà caduto dal nido, senz’altro.

I nostri sguardi si volgono in alto, alla ricerca di un nido, ma l’unico  presente sotto il tetto è quello che hanno lasciato le rondini all’inizio della stagione fredda e non sono ancora tornate.

- Ma questo uccello ha zampe grosse e artigli, è senz’altro il piccolo di un uccello rapace.

- Io so che i piccoli di rapace si chiamano pulli.

Ognuno cerca di esprimere il suo punto di vista, davanti a questo esserino che si agita e squittisce per richiamare l’attenzione.

Nonostante gli artigli verrebbe voglia di prenderlo in mano e accarezzarlo, per tranquillizzarlo, ma c’è chi afferma che questo con gli uccellini non si deve fare: la madre potrebbe tornare a riprenderlo e all’olfatto non riconoscerlo. Però c’è chi sostiene, invece, che questa è solo una diceria e che non sia affatto vera.

Cerchiamo di non perdere la calma per trovare il sistema giusto per aiutarlo.

Gli artigli dicono che si tratta sicuramente un pullo di rapace, quindi provo a cercare qualche  indirizzo dei centri LIPU, dovrebbero essercene in zona.

Intanto consulto telefonicamente una nostra amica, esperta in flora e fauna  e le invio la foto del piccolo, per un consiglio e per scoprire se lei sa di che uccello si tratta. Anche lei ci consiglia di metterci in contatto con il centro LIPU; ma il più vicino è a ben 32 Km di distanza!

Comunque chiamo il centro e invio loro la foto del pullo. Ci rispondono che forse è un allocco, ma dovremmo portarlo lì, per farlo esaminare da un veterinario e per prestargli le cure necessarie.

Non ci pensiamo due volte, nonostante la tavola apparecchiata, decidiamo di metterci in auto con il piccolo. Lo adagio delicatamente sopra una base di carta assorbente, dentro una scatola di cartone con dei fori per l’aria. Durante il viaggio tengo la scatola sul grembo e sento che il pullo percorre più volte il perimetro della scatola stessa, ma non squittisce più disperatamente, anzi si muove dolcemente e in modo tranquillo. Non vedo l’ora di arrivare a destinazione, per consegnare, in mani sicure, il nostro piccolo rapace, a coloro che, con esperienza, potranno accudirlo e magari, in seguito, metterlo in libertà.

Ma l’avventura, purtroppo ha un ulteriore risvolto. Arrivati a pochi chilometri dal Centro Lipu, troviamo la strada sbarrata. Stanno facendo dei lavori di messa in sicurezza del ponte che dovrebbe portarci dall’altra parte della strada, dove si trova il Centro. Gli addetti ai lavori ci dicono che dobbiamo proseguire a piedi, oppure tornare indietro, raggiungere un altro paese e prendere un’altra strada.  Il centro è a oltre un chilometro dal ponte, in aperta campagna. Fa piuttosto caldo, quindi decido di fermarmi a un bar per una bibita fresca, prima di mettermi in cammino.

Qualcuno nota la scatola dalla quale non mi separo, quindi decido di rivelarne il contenuto e chiedo notizie del Centro Lipu. Tutti mi rispondono con dovizia di particolari e un signore, molto gentilmente, si offre di accompagnarmi.

 

- Ho l’auto dall’altra parte del ponte e, se vuole, posso portarla vicino al centro, che non è sulla strada, ma in aperta campagna; c’è un breve sentiero da fare a piedi. Io posso aspettare in auto mentre lei fa la consegna e poi riportarla qui. Tornare indietro con la vostra auto e prendere un’altra strada è un po’ complicato, se non si è pratici della zona! Invece,  andare e tornare a piedi da qui, si può fare, però la strada è un po’ lunga e con questo caldo poi...

 

A volte, la gentilezza e la squisitezza delle persone sconosciute sorprende veramente. Con sollievo decido quindi di accettare il passaggio.

 Consegna fatta! La persona del centro che mi ha accolta mi ha ringraziato per  aver portato presso di loro questo piccolo animale. Lei  è una volontaria, come pure il resto del personale; su mia richiesta mi assicura che successivamente mi daranno notizie del pullo tramite email.

Nella via del ritorno mi sento felice e soddisfatta. È stata un’avventura proprio entusiasmante. Il mio pullo è salvo!

 Le ultime notizie sono queste: la visita effettuata dal veterinario ha certificato che il pullo non è un allocco, bensì una civetta. Mi ringraziano di nuovo molto per aver salvato questo piccolo animale  che tutt’ora è ancora presso di loro e vi resterà fino a quando non avrà raggiunto una completa autonomia.

 



CURIOSITA’

 

-Gli antichi Egizi consideravano questi uccelli portatori di sventure, essendo legati alla vita notturna, mentre i Greci li ritenevano invece, simboli positivi di saggezza e conoscenza e poiché vedono oltre il buio, anche di chiaroveggenza.

La dea Atena stessa  è rappresentata con una civetta sulla spalla, considerata sacra.

 

-Nella narrazione moderna, la saga di Harry Potter, troviamo Edwige,  la civetta bianca delle nevi. Anche qui è un animale positivo, una luce nell’oscurità che protegge dai malvagi, un compagno fedele e affettuoso e, come i gufi, consegna messaggi ai maghi.

 


  

In Giappone, a Tokio, esiste un OWL Cafè,  il bar dei Gufi e delle Civette, dove, oltre a bere il caffè, ognuno può intrattenersi con questi uccelli rapaci e accarezzarli, ma con cautela.

 -I cacciatori considerano le civette come uccelli da richiamo poiché, in presenza di una preda, con i loro movimenti ondulatori, il  battito d’ali, gli inchini e gli ammiccamenti vari, riescono ad incantare gli altri uccelli che restano ammaliati da loro e quindi diventano facili prede. Nasce da qui, il verbo “civettare”, riferito a donne che, con moine, cercano di attirare su di sé l’attenzione.

 

- Vorrei terminare queste curiosità con la falena, farfalla notturna, detta anche farfalla civetta. Ha decorazioni sulle ali a forma di occhi, simili a quelli dei  rapaci, allo scopo di sorprendere e allontanare gli attacchi dei predatori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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