di Mimma Zuffi
In questi giorni di vacanza ho voluto rileggere un libro di Camilleri che non avesse come protagonista il Commissario Montalbano.
La moneta di Akragas
Ed. Skira, collana Art Stories -Pagine 136 - € 15,00
Andrea Camilleri, con il suo romanzo storico
intitolato “La moneta di Akragas” (edizioni Skira), è stato nella classifica dei
libri più venduti.
Camilleri è uno degli scrittori italiani di maggior successo, tuttavia,
sino a una ventina di anni fa, era un settantenne non molto noto che aveva scritto
alcuni romanzi storici, tra cui l’intrigante “Il birraio di Preston”.
Nel 1994 crea il commissario Montalbano. Non era sua intenzione scrivere
più di un paio di romanzi con Montalbano protagonista, ma il secondo (“Il cane
di terracotta”) fu accolto da critici e lettori con un tale successo da
convincerlo a proseguire con le storie del commissario più noto d’Italia.
In questo suo romanzo storico, “La moneta di Akragas” lo scrittore fa
riposare Montalbano e, con abilità linguistico-letteraria, ci porta nella sua
Sicilia usando la tecnica di piani temporali diversi.
La storia comincia nel 406 a.C. quando Akragas (l’antica Agrigento)
soccombe all’assedio dei Cartaginesi. Kalebas, un mercenario al servizio di
Akragas e agli ordini dello spartano Deixippo, riesce a scampare all’eccidio
portando con sé un sacchetto con 38 monete. La morte è comunque in agguato.
Dopo tre giorni di agonia, a seguito di un morso di vipera, Kalebas muore, non
prima di aver scagliato lontano le 38 monete.
Nel secondo capitolo l’autore ci porta nel dicembre 1909 e ci fa incontrare
il dottor Stefano Gibilano che durante una delle sue visite in campagna incontra
Cosimo Cammarota, un contadino che gli dice, infilandosi una mano in tasca, “Aio ‘na cosa che ti voglio arrigalari”.
Nel terzo capitolo si torna indietro di un anno. “Quasi duemilacentosettant’anni dopo Akragas, un’altra città siciliana
venne distrutta dalle fondamenta. Ma stavolta si tratta si cause naturali.”
La città è Messina, la sua distruzione è causata da un violento terremoto.
Grazie al sisma torna alla luce una piccola moneta d’oro: un’antica moneta di
Akragas, forse appartenuta a Kalebas. La moneta, tuttavia, è destinata a
lasciare l’Italia. Infatti i rapporti tra Italia e Russia erano ottimi;
Vittorio Emanuele e lo Zar erano accomunati dall’amore per la numismatica, e la
flotta russa era nei pressi della costa!
Terremoto
di Messina, 28 dicembre 1908 - La Prefettura distrutta
La spiegazione è questa - secondo il dottor Gibilaro, appunto - che la
moneta stia esprimendo la sua volontà di non riapparire al mondo, di tornarsene
nuovamente dentro quella terra dalla quale un giorno l’hanno tirata fuori. E
comunque, in linea subordinata, di non andare mai, per nessuna ragione, a
finire nella sua povera collezione. È come se un’imperatrice si rifiutasse
giustamente di abitare in una stamberga.”
La moneta a questo punto diventa soggetto, strumento, protagonista di
eventi che possono risultare negativi o positivi, dipende da chi la possiede.
Tra le varie vicissitudini viene rubata,
e a questa sparizione si collega anche un omicidio.
Moneta di Akragas, 407-406 a.C., recto e verso - Oro, Ø mm 13 - 1,74 gr - Londra, British Museum
Quindi, già dalle prime righe Camilleri riesce a proiettare il lettore nel contesto della narrazione e la trama si snoda piacevolmente.
Un altro successo per questo prolifico scrittore!
Due grandi siciliani si incontrato: Renato Guttuso, con i suoi
colori, e Andrea Camilleri con l'incisività del suo linguaggio
LA VUCCIRIA, ed. Skira
“ Sto scrivendo una cosa nuova e complessa.
Un racconto lungo su un viaggio poco noto che
Pierre-Auguste Renoir fece ad Agrigento, così scrive Camilleri.
Ecco, allora, IL CIELO RUBATO, Ed. Skira
Andrea Camilleri
(Porto Empedocle, 1925 - Roma, 2019)
Regista, autore teatrale e televisivo, ha scritto saggi sullo
spettacolo. Negli anni 1945-50 ha pubblicato racconti e poesie, vincendo
anche il Premio St Vincent. Sin
dal 1949 Camilleri ha lavorato come regista e sceneggiatore
Ha insegnato Istituzioni
di Regia all'Accademia d'Arte Drammatica.
I suoi libri sono stati tradotti in tutto il mondo e ha ricevuto molti
premi tra cui Premio "Fregene" 1998. Premio “Flaiano” 1998. Finalista Premio “Gorky”
2009 per la traduzione in lingua russa. Miglior romanzo straniero al “Prix Mystère
de la Critique” 1999. Premio “Bancarella” 2001. Premio “Cesare Pavese” 2009.
Ha
pubblicato per Sellerio diciassette romanzi della serie del commissario
Montalbano e diversi romanzi storici tra cui Il birraio di Preston, Il re di Girgenti, La scomparsa di Patò, Il nipote del Negus.
Ha
pubblicato con Mondadori alcune raccolte di racconti del commissario Montalbano
e diversi romanzi tra cui Il tailleur grigio, Un
sabato con gli amici, L’Intermittenza.
Per
Skira ha pubblicato La Vucciria, con un saggio di
Fabio Carapezza Guttuso (2008) e, in questa collana, Il cielo rubato. Dossier Renoir (2009).
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