Impressioni cinematografiche di Marina Fichera
“La pantera delle nevi” è un film documentario francese del 2021, per la
regia di Marie Amiguet e Vincent Munier. Protagonisti sono lo stesso regista,
Vincent Munier, fotografo naturalista, e lo scrittore e viaggiatore Sylvain
Tesson.
Pantera delle nevi (fotogramma dal film)
Le magnifiche immagini delle imponenti montagne tibetane, nelle cui vallate
innevate gli animali lottano per la vita o giocano, unite all’affascinante
colonna sonora firmata da Warren Ellis e Nick Cave, catturano fin da subito lo
spettatore e lo conducono in un mondo unico e magico. Perchè la vera e assoluta
protagonista del film è la maestosa natura himalayana, di cui la sfuggente
pantera - essere “mitologico” già oggetto del desiderio del fotografo Sean Penn
nella pellicola del 2013 “La vita segreta di Walter Mitty” - è la
rappresentazione perfetta.
I picchi himalayani esplorati dai due protagonisti sono la casa della
pantera delle nevi ma anche di centinaia di specie, alcune a rischio di
estinzione: yak selvatici, orsi e volpi tibetane, lupi grigi, antilopi, bharal,
e gatti di Pallas. Un mondo in cui l’essere umano è solo un ospite e come tale
deve comportarsi, con il dovuto rispetto.
Gatto di Pallas (foto dal web)
Ho conosciuto Sylvain Tesson, personaggio molto famoso Oltralpe, ma quasi sconosciuto da noi, leggendo il suo libro “Beresina. In sidecar con Napoleone” e ho scoperto un viaggiatore senza paura e uno scrittore profondo e raffinato. Ritrovare la bellezza dei suoi pensieri narrata da Paolo Cognetti, voce narrante nella versione italiana, è stato emozionante.
Tesson ci narra che l’uomo moderno ha ormai perso irrimediabilmente il
naturale rapporto di armonia con la natura, ma paradossalmente si resta quasi
sconcertati a sentire un’affermazione così scontata, di fronte a simili
immagini. Ed è proprio attraverso questo viaggio quasi mistico nella natura
incontaminata, fatto di meditazione, silenzio, bellezza, durezza, cieli
infiniti, neve, freddo, vento, fatica, pazienza, sorrisi... che si può arrivare
a rendersi conto di quanta natura ci circondi senza che noi ci si faccia più
caso, e da lì cercare di riallacciare il legame con tutta questa bellezza. Perchè
in fondo, anche se abbiamo perso l’armonia con ciò che ci circonda, forse siamo
ancora in tempo per salvarci.
Vincent Munier (a sinistra) e Sylvain Tesson
(fotogramma dal film)
«Tutto è stato spontaneo, vissuto. I
dialoghi non sono stati scritti. Avevamo una squadra molto piccola. A volte ero
da solo, a volte con un assistente, a volte con Sylvain e Marie. In totale solo
quattro persone per le immagini, il suono e la logistica. Ma è stato bello
perché siamo stati molto flessibili e non invadenti. Non abbiamo disturbato la
fauna selvatica, questa era la mia priorità.
L’importante non era mostrare le nostre
difficoltà. Non è un film d’avventura. L’obiettivo era quello di mostrare la
bellezza della natura e di avere dei bei dialoghi (grazie a Sylvain,
ovviamente, io sono solo un fotografo). Sylvain ha un grande talento nel
trovare le parole giuste. Questo film è un omaggio alla fauna selvatica. Un
grande problema della società umana è che la maggior parte delle volte, fino ad
oggi, dimentichiamo che siamo interdipendenti con tutti gli animali. È molto
importante per tutti rallentare e celebrare la bellezza della fauna selvatica e
proteggerla.»
Vincent Munier
Titolo
originale: La panthère des neiges
Regia: Marie Amiguet, Vincent Munier
Distribuzione: Wanted Cinema
Durata: 92′
Origine: Francia, 2021
Sugli
schermi italiani dal 20 ottobre 2022.
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