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martedì 8 luglio 2014

"L'Amico MetT" - intervista all'autrice: Giovanna de Montejaisi

di Mimma Zuffi

È appena stato pubblicato il secondo libro di Giovanna di Montejaisi: si intitola ‘L’Amico MetT’. E’ decisamente fuori da ogni schema, potrebbe rientrare nella categoria ‘pillole della memoria’, se esistesse; raffinato nella grafica (vi sfido a capire la copertina avendolo in mano), è contenuto nel prezzo e breve; lo si legge ‘in una tratta’, cioè nel tempo di andare da Milano a Bologna, ma poi ti si dilata dentro (almeno a me lo ha fatto); come se risvegliasse un’eco di cose sapute/sperate. Sembra si chiami risonanza. 
MetT è, secondo l’autrice, quella parte di noi che, seppur dimenticata, ci nutre, protegge e condiziona. Non una ‘presenza’ estranea o un’allucinazione, ma una struttura funzionale, anche se impalpabile come l’aria, che appartiene al  kit natale di ognuno. Un’atmosfera individuale, confortante come un amico leale, che però parla un’altra lingua e segue leggi di armonia e di scambio che noi disattendiamo. Nel testo precedente, ‘Il mediatore. Il ponte dimenticato tra anima e corpo’, Giovanna aveva cominciato a divulgare come questa struttura si organizzi, ne ‘L’amico MetT’, spiega -con semplicità- perché sarebbe utile ricordare di averla, questa componente ulteriore: perché conoscerla può permetterci di vivere meglio e di avere meno paura della paura.


Quanto scritto sembra riguardare un mondo utopistico, ma Giovanna, che conosco da tempo, ne testimonia con allegria l’accessibilità. 

È abbastanza inconsueto pubblicare prima il testo difficile e poi quello facile. In genere si fa il contrario…

Inconsueto è un aggettivo cauto, c’è chi fa commenti più estremi sul mio lavoro, neanche fossi una marziana. Semplicemente è successo; dopo due operazioni di cancro al seno, nutrivo qualche dubbio sul mio tempo di vita e, come ti avevo già detto allora, desideravo veder pubblicate le mie ricerche, fin che c’ero. Con vent'anni di esperienza -silenziosa- alle spalle avevo una tale mole di dati nuovi ed utili! Li avevo già organizzati in un sistema e attribuiti a vari testi, nell’attesa che i tempi fossero maturi per una divulgazione non fuorviante; ripresami da una chemioterapia che mi aveva resa incapace persino di risolvere le parole crociate, ero intervenuta sul libro-base, concentrandolo in un manuale. Così era nato ‘Il mediatore. Il ponte dimenticato tra anima e corpo’. L’avevo pensato diretto a tutti, ma avrei dovuto pensare più preciso, cioè per tutti ’quelli che erano pronti’, cioè che avevano già lavorato su di sé. Il testo me ne ha fatti incontrare non pochi.

Parliamo dell’amico MetT

È una conseguenza sia del libro di esordio, sia delle tante opportunità che ne erano derivate. Mi avevano chiesto di andare a Parigi per tenere una conferenza e avevo preparato una traccia dell’intervento; taglia, sunteggia e semplifica,  era venuto fuori un mini-libro; poi però, la scarsa resistenza fisica mi aveva trattenuto dall’andare ed avevo lasciato il lavoro nella memoria del computer, dimenticandolo. Anni dopo, quando ‘Il Mediatore’ era ormai esaurito ed io libera dal precedente contratto, un’amica ne aveva inviato una copia  a una casa editrice romana, che si era dimostrata interessata a rieditarlo. Nello spiegarmi come avesse ideato la collana ‘Maestri fra noi’ aveva accennato ad un libro madre con un libro figlio, che lei aveva chiamato ‘minilibro’! Lo stesso nome che anch’io, anni prima, avevo attribuito a quelle poche pagine! Era già lì, in ‘ibernazione’ come i programmi del PC quando vai a berti un caffè. Erano suonate le campane. Due giorni dopo averlo letto, la Bulzoni aveva accettato di stamparlo e da quel momento… tutto quello che poteva andare storto lo aveva fatto.

La chiamano legge di Murphy.

Le mail finivano nelle spam, le raccomandate tra la posta inesitata, il cellulare con la sua preziosa scheda nel lavandino ed altro ancora; forse qualcosa non andava? Quando l’editore mi aveva suggerito un sottotitolo esplicativo, mi era sembrato di capire: c’era una distanza da colmare tra il quotidiano degli altri e quello che per me era la norma! Dal vivo il gap l’avevo già superato, grazie all’interazione con un pubblico alquanto ‘trasversale’, ma ‘L’amico MetT’ era stato scritto anni prima; per valido era valido, ma avrei fatto bene a ritoccarlo, tenendo conto delle esigenze espresse da tanti, prima fra tutti, quella di capire di più.

Io sono intrigata, ma non ho capito tutto, è ‘un amico’ troppo nuovo, posto che esista.

In quanto all’esistere è un nuovo/antico, tanto che mi son permessa di rinominare la precedente denominazione di ‘spirito’. Da dove pensi derivino i dettami comuni dell’Antica Tradizione, delle religioni e dell’etica? Raccomandavano un comportamento generoso (oggi diremmo positivo) proprio per mantenere l’armonia di un intero che la cultura moderna ha isolato nel dimenticatoio. Quando l’individuo agisce contro la legge di armonia, l’equilibrio del MetT si altera e non assolve alle sue funzioni. Da cui una catena di conseguenze, dall’inquietudine alla malattia. Questo è il succo del testo. Ci ammaleremmo anche a causa di scelte sbagliate.

Dici che nel riacquisire il ricordo di chi siamo ci si può trasformare in meglio: non lo fai sembrare un po’ troppo facile?

Aver osato una sintesi così estrema mi ha fatto sottacere la dimensione temporale e quella identitaria. Mia figlia, che insegna antropologia, me l' ha già criticato “Nel testo accenni alla confusione di molti: riconosci che siamo confusi perché non abbiamo idea di chi siamo e poi chiedi alla gente di cercare qualcosa che è trascendente e che richiede fede? L’uomo è un animale incompleto, deve applicarsi per trovare le sue doti e superare le sue mancanze. Tale sviluppo passa dall’identità ‘Chi sono io? Come attribuisco significato? Fino a dove posso arrivare, qual è il mio talento?’ Per riuscire a capire ha bisogno di tempo. Devi scriverlo”.

Però…

Però sì, i miei figli si fanno un punto d’onore nel ridimensionarmi, dotati come sono di pensiero autonomo. Ma lo trovo costruttivo. La trasformazione che veicolo con l’ottimismo di chi la vive continuamente, non è certo qualcosa di immediato o di automatico; a me sono stati necessari venti anni e non ho ancora finito! Insisto tanto sull’utilità di risvegliare la memoria, nella speranza che altri comincino prima a tener conto dell’intero cui partecipano. Ricordarlo è uno strumento in più sulla strada dell’identità, che può consolidarsi accogliendo l’esistenza in sé di qualcos’altro oltre alla ‘materia bruta’. Certo, ci vuole impegno, tempo e qualche aiutino, ma bisognerebbe smettere di andare col pilota automatico. 

Perché quella poesia finale?

È una sorta di viatico al libro. Vedi, ad aprile i contrattempi erano giusto diminuiti un po’, ma non si erano esauriti; stavo ragionandoci su mentre passeggiavo, quando avevo sentito un uccello cantare. Sai che roba! Solo che aveva fischiato l’intero attacco de ‘Il ponte sul fiume Kwai’, un vecchio film con David Niven. Forse un merlo indiano scappato dalla gabbia? Qualsiasi fosse stata la spiegazione razionale, mi ero ritrovata inondata di allegria e di certezza: anche ‘L’amico MetT’ sarebbe stato un ponte. In quanto al canterino alato mi avevano spiegato che doveva essere un usignolo. Ma non era finita lì.

Con Giovanna c’è sempre qualche aneddoto imprevedibile in arrivo, anche perché intorno a lei i segni sembrano intensificarsi.

Un giorno avevo ‘visto’ un’energia molto interessante, ma spezzata, accanto ad una delle persone che veniva da me. Ne avevo descritto alcune caratteristiche (psicologiche naturalmente, i corpi sottili non permettono di tracciare un identikit preciso) e lei lo aveva riconosciuto subito, ma se lo era tenuto per sé. Circa una settimana dopo, ed era di maggio, mi avrebbe consegnato un pacco in corsa (un mix fra il bianconiglio di Alice e i peruviani delle consegne celeri). Conteneva due libri: uno l’avevo chiesto in prestito io, mentre l’altro me lo regalava. Si trattava di ‘Azzurro elementare’ di Pierluigi Cappello. Avevo aperto le pagine senza pensare e avevo incontrato ‘nei sereni di maggio… un usignolo’ e l’usignolo in contemporanea aveva cantato.           
Se non era un viatico quello! Avevo immediatamente chiamato l’editore per fare aggiungere quei versi alla fine, dopo una meditazione che, guarda caso ma il caso non esiste, avevo incentrato sull’albero. 
Per chi non lo avesse capito, il soggetto percepito ‘in assenza’ era lui, il poeta; e l’energia era spezzata perché era paralizzato dopo un incidente; de visu non lo conoscevo, ma d’anima sì. L’anima esiste e andrebbe ascoltata. È un ottimo suggeritore.

Buona fortuna.

Buona lettura.

P.S. dal 16 luglio è anche possibile trovare il libro su Hoepli on line.


31 commenti:

  1. Non vedo l'ora di leggere questo libro che sono certa sarà interessante, illuminante e coinvolgente, oltre che intenso ed efficace nell'arricchire la consapevolezza dell'anima.
    Ho letto 'Il Mediatore, un ponte dimenticato fra anima e corpo'. Stupendo anche se non breve e non semplice. Da assaggiare a poco a poco. Il caso non esiste. E credo che Giovanna sia davvero un'ottima " Maestra fra noi ".
    Grazie per queste preziosissime perle di saggezza antica.
    Laura L.A.M.

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  2. Ho letto il libro un paio di volte, ma le leggerò di nuovo. E' come se ad ogni lettura apparissero significati e spunti di riflessione nuovi. Accade una comunicazione non verbale e non intelletuale che avvicina a quel mondo interiore che ognuno di noi possiede.
    L'ideale per chi intende ri-conoscersi a fondo.
    Ezio

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  3. A piccoli passi, provando e credendo anche senza vedere, si scopre che la strada indicata da Giovanna è un percorso reale e che il "sentire" passa attraverso il corpo e il cuore senza nessun bisogno degli occhi! Grazie Gio!

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  4. Complimenti a Giovanna per la sua nuova creazione. Sono impaziente di leggere tra le sue righe, che sono certa nutriranno tante anime.
    Stefania Carrera

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  5. Cara Giovanna, incontrarti ed avere il tuo nuovo libro è stata per me una grande gioia. La sua lettura e rilettura mi è di conforto ed illuminazione.
    Interessante anche la parte finale " pratica" relativa alla meditazione.
    Complimenti per esistere e per essermi di aiuto. Grazie , GiovannaUn abbraccio e a presto Luisa

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  6. Averti conosciuta, aver avuto la possibilità di scambiare, aver letto i tuoi libri è stato un indescrivibile arricchimento. A presto, caea Giovanna.
    Myriam

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  7. Un grazie. Per il grande contributo. E le possibilità che si aprono grazie a questa conoscenza! Giulia

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  8. Non posso dire altro che grazie a Giovanna per il suo libro e a Mimma per aver fatto questa intervista.
    Vanna

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  9. Cara Giovanna,non ti conosco e non conosco i tuoi libri, ma l'intervista mette in luce un lavoro d'introspezione importante e la capacità di tradurlo in parole scritte efficaci per il lettore. Sono ansiosa di leggerti per capire se sono in grado di ritrovare in me "L'amico MeT". Brava Mimma! Corinna

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  10. 'dopo un'intervista così 'alta' non mi sento 'all'altezza' di commentare, però correrò ad acquistare il libro'. Claudia D.

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  11. l'autrice sembra avere le idee chiare e se scrive come parla sarà un piacere leggerla. Spero solo che il libro mantenga le premesse. Avrei proprio bisogno di capire di più. Pia

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  12. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  13. ho "bevuto" Il Mediatore l'anno scorso e sto leggendo, questa volta con calma, L'amico MetT.
    è davvero come ricordare qualcosa di già noto sotto la grezza scorza della vita di tutti i giorni che frastorna, illude e distoglie. faccenda complicata! però non si può non impegnarcisi perchè i doni che questa via ci porta sono incommensurabili!
    un grazie, di cuore, a Giovanna che con santa pazienza e una dose non indifferente di ironia riesce, poco per volta, a ricondurre alla ragione persino una coriacea testona come me.

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  14. L'incontro con Giovanna mi ha cambiato la vita, il "Mediatore" mi aiuta sempre, non vedo l'ora di leggere "L'Amico MetT"! Grazie sempre. Gius

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  15. "Il Mediatore" mi aveva affascinato, non vedo l'ora di leggere questa tua fatica. Complimenti. E se permetti complimenti anche a Sognaparole e a Mimma che ti hanno fatto questa stupenda intervista.
    Federico

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  16. Anche io mi unisco al coro degli elogi perché leggendo e ascoltando le parole di Giovanna qualcosa risuona sempre dentro di me. Con grande rispetto per il cammino di ognuno i suoi libri spiegano ciò che forse in molti "sentono" ma che la ragione fa fatica a decodificare. Concordo che uno dei grandi insegnamenti di Giovanna è imparare a non avere paura. Tutto ha un senso.

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  17. libro indispensabile per imparare a conoscersi un po' meglio anche dentro. grazie
    ortensia

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  18. Ho letto con interesse e piacere il primo libro di Giovanna e non vedo l'ora di procurarmi il secondo. Giovanna mi sollecita a fidarmi ed affidarmi alla parte più autentica di me stessa, presente in ognuno di noi: quella che sa prima (e più ) della ragione. Grazie !
    Lucia Buraggi

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  19. Un libro compatto, essenziale. Un tuffo diretto nella dimensione dell'Essere. E' una lettura godibile, e come un buon antipasto, stimola l'appetito e prepara a nuove esplorazioni.
    grazie Giovanna! Alessandra

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  20. Il Mediatore è stato per me una rivelazione e una confortante conferma. Ringrazio l'autrice per il suo prezioso lavoro, per la sua curiosità e per la sua forza.
    Non vedo l'ora di leggere questo secondo libro e così incontrare (o, a questo punto, rincontrare) l'Amico MetT.
    Chiara

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  21. Il libretto di Giovanna è speciale, come lo è lei: racconta e descrive, con le parole di un'amica di sempre, la mappa e gli ingranaggi del nostro metafisico quotidiano. Un piccolo quanto prezioso compagno di viaggio. Grazie Giò.

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  22. Conosco Giovanna da molto tempo e continuo ad esserle grata per avermi aiutato ad aprire quella porta che ognuno di noi dovrebbe/vorrebbe aprire .Ho avuto la fortuna di leggere L'Amico MetT e l'ho fatto d'un fiato.Se di un ponte si tratta,come dice l'Autrice e' un ponte apparentemente semplice da percorrere per ritrovare la parte migliore di noi stessi,ma...non a caso ho detto apparentemente,anche se con semplicita' e qui e li' con la intelligente ironia che le e' abituale Giovanna ci prende per mano e ci conduce per quel percorso antico che .....ritroveremo se abbandoneremo le riserve mentali e le sovrastrutture che abbiamo per paura costruito intorno a noi .Grazie,Gio.

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  23. L'Amico MetT è un libro da leggere prima e praticare poi... Aiuta a ricordare chi siamo e per quale motivo siamo venuti. una lettura provvidenziale!
    Grazie Giovanna!
    F

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  24. Ci vuole 'arte' e competenza per riassumere con tanta semplicità un argomento così complesso. L'intervista poi aggiunge spessore alla personalità dell'autrice. Complimenti!

    A.C.

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  25. Ho trovato la tematica del libro semplicemente affascinante. Inoltre la tonalità dell'intervista ed i commenti dei lettori mi hanno ulteriormente convinto delle capacità empatiche e letterarie di chi scrive.

    g.m.

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  26. Se quanto scritto corrisponde al vero, tutti possono migliorare la propria vita?

    Alberto

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  27. Ho letto il libro con grande interesse, ma come ha fatto a sintetizzare così tanto e bene? Questo dimostra un gran talento di scrittura e un'intelligenza sottile. L'intervista poi integra la lettura e scorre così bene che anche le cose complicate per noi possono sembrare semplici (al momento...)

    lu

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  28. Davvero complimenti, Mimma! per la gestione dell'intervista e per l'argomento scelto e divulgato.
    Saluti

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  29. Ho letto il libro, che ho trovato efficace sia per la sintesi contenuta che per il linguaggio, delicato ed ironico, utilizzato per affrontare argomenti non comuni. Particolarmente gradite le proposte di meditazione, che aprono una dimensione pratica ai contenuti spirituali trattati. In particolare ringrazio l'Autrice per una citazione sulla preghiera che, forse, io stavo cercando. A lei, un grazie per la generosità nel donare ai lettori la propria esperienza. Gianna

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  30. Avevo letto il libro, raccomandatomi da una collega (sono medico). Ora l'intervista mi dà una chiave: come sia riuscito all'autrice, in breve spazio, di rendere per quanto possibile chiara una materia sterminata e complessa (anni di "full immersion" empatica con una dimensione culturale a noi estranea). E soprattutto come le sia riuscito, nella seconda parte, di collegare la teoria col vissuto, di ciascuno di noi, facendo intravvedere soluzioni di una disarmante semplicità per nodi esistenziali che la psicoterapia impiega anni a sciogliere (quando ci riesce . . .). Stimolante, intrigante, ma soprattutto: terapeutico! Andrea

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  31. Grazie a Giovanna per aver riportato alla luce queste preziose e fondanti conoscenze con l'augurio che, dato il piccolo formato!! arrivino a tutti come piccola sveglia tascabile!!! Paola

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