Longanesi Editore - pagg. 304 - € 14.90
Da 15 anni lo
specchio del Paese tra emozione, rabbia e commozione
«Fin dall’infanzia, la
scrittura è l’unico gesto quotidiano che riesca a trasmettermi serenità. Nella
vita privata rimango un timido che sconfina nell’imbranataggine. In televisione
mi agito e mangio le parole. Ma ogni sera, appena infilo la cuffia e la musica
inizia a scorrermi nelle vene, le dita si muovono sulla tastiera del computer
come se seguissero un tragitto inesorabile.
Questa è una selezione dei Buongiorno che da quindici anni scrivo
in fondo alla prima pagina del giornale con cui felicemente convivo: La Stampa. Sono trecentosessantacinque,
come i giorni di un almanacco dove i sorrisi si alternano ai sospiri e gli
scatti di indignazione agli sberleffi, lasciando sempre una finestrella aperta
per i sogni di passaggio che avessero voglia di entrare. Il Buongiorno funziona
soltanto se ha la leggerezza e l’imprevedibilità di un corsivo. Cioè soltanto
quando è scritto con amore. Alludo all’amore dell’artigiano che rimane mezz’ora
di più al tavolo di lavoro per piallare un aggettivo o sostituire una metafora
traballante. Altro che mago. Sono un manovale che ogni giorno si monta la testa
e pensa di poter fabbricare un mondo migliore con le sue parole. Un’illusione,
certo. Ma se non la credessi vera mi passerebbe la voglia di provarci. »
Massimo
Gramellini scrive
sul quotidiano La Stampa, di cui è
uno dei vicedirettori. E’ ospite fisso della trasmissione di Raitre Che tempo che fa. Con Longanesi ha
pubblicato Ci salveranno gli ingenui (2007),
Cuori allo specchio (2008), i romanzi
L’ultima riga delle favole (2010) e Fai bei sogni (2012), che ha venduto più
di un milione di copie ed è stato tradotto in 22 Paesi.
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