(a cura di Mimma Zuffi)
Ponte alle Grazie - pagg. 308 - € 18,00
LA LETTERATURA E IL PASSATO
In ricordo della Giornata della Memoria
Il libro che racconta l’oscuro destino di Magda Goebbels,
la donna che ha tradito le sue origini per accedere al gotha hitleriano
la donna che ha tradito le sue origini per accedere al gotha hitleriano
Un debutto di altissima qualità letteraria e pieno di umana pietà, scritto da un reporter di guerra
Un nuovo romanzo che incrocia i volti e di destini individuali
alle grandi vicende della Seconda guerra mondiale.
alle grandi vicende della Seconda guerra mondiale.
Gli ultimi giorni di Magda
Goebbels,
le battute finali del dramma hitleriano.
le battute finali del dramma hitleriano.
Ava è la depositaria di una memoria tragica: in un rotolo di
cuoio,
nasconde le lettere del padre, ebreo giustiziato tra i primi,
condannato dalla follia di un uomo e dal silenzio di una donna: sua figlia.
Lei avrebbe potuto salvarlo.
nasconde le lettere del padre, ebreo giustiziato tra i primi,
condannato dalla follia di un uomo e dal silenzio di una donna: sua figlia.
Lei avrebbe potuto salvarlo.
Lei si chiama Magda Goebbels.
Primavera
1945: l’Europa è avvolta nel suo crepuscolo più tetro, fra gli ultimi
strascichi di barbarie della Seconda guerra mondiale. I destini di figure in
apparenza lontanissime finiscono per incrociarsi nel modo più insospettabile:
la piccola e silenziosa Ava, una breve vita trascorsa a nascondersi e fuggire,
custodisce un fascio di lettere piene di disperazione e denuncia, passato di
vittima in vittima come un testimone irriducibile; l’eroina negativa, Magda
Goebbels, la donna che ha rinnegato le proprie origini, che si è data tutta
alla causa del nazismo, che ha ucciso i propri figli prima di togliersi a sua
volta la vita; Lee Meyer, fotografa americana che si ritrova a dipanare i fili
di un racconto unico e tragico. Intorno a loro, un vortice di violenza e
sterminio, le ultime battute in cui si consuma la fine del delirante dramma
hitleriano. Nella sua emozionante opera prima, narrata con il suo stile
asciutto e cristallino, il reporter di guerra Sébastien Spitzer si mantiene in
bilico fra Storia e finzione, «ballando con i fatti» e «flirtando con il
verosimile», dando così voce alle verità indicibili sepolte sotto le macerie,
nascoste nelle coscienze.
«Lo sguardo
di Magda si allinea al momento presente, abbraccia la scena, il violino e tutti
gli altri musicisti dietro. Speer è lì accanto, contro la sua spalla destra.
Stasera è l’ultima. L’ultima della filarmonica. L’ultima apparizione pubblica
di tutti quei dignitari. Magda è dritta, ostenta la sua faccia impassibile. È
la sola donna presente. Gli altri, gli uomini, sono tutti plurigallonati, ben
abbottonati, bardati di medaglie e di piani di fuga. Alcuni nascondono meno
bene di lei l’impazienza. Tod und Verklärung inizia. L’immagine della
caduta per finire in bellezza. I sogni si sgretolano quando diventano
appassionanti. Quando ci catturano, ci ghermiscono, senza preavviso».
Sébastien Spitzer, dopo aver studiato Storia e Scienze
politiche ha lavorato per vent’anni come reporter di guerra, collaborando con
TF1, M6, Rolling Stone, Jeune Afrique, l’Agence CAPA e realizzando
servizi su Medio Oriente, Africa e Stati Uniti e Sudamerica. Ha seguito il
genocidio in Ruanda per Canal Plus, ha vissuto al Cairo, imparato l’arabo,
intervistato faccia a faccia Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah a Beirut.
Con il suo primo romanzo, I sogni calpestati, ha vinto il Prix Stanislas
2017.
«Sébastien Spitzer si immerge nella tormenta, danza coi fatti, esplora tonnellate di archivi “per meglio immaginare il resto”, e fa il giocoliere con la Storia e la finzione per firmare un primo romanzo assolutamente sbalorditivo». Rolling Stone
«Un primo romanzo che colpisce per l’efficacia della costruzione narrativa e per il ritratto dell’antieroina». L’Express
«Il romanzo racconta la follia e la barbarie di un periodo che conosciamo tutti. Oscilla tra la tragedia degli scomparsi e la crudeltà dei carnefici. Dimostra la capacità straordinaria che hanno alcuni di trarre forza dalla speranza e dai sogni, anche nelle circostanze più oscure. Un esordio davvero notevole». Elle
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