Una
colomba, un giorno, spicca il volo con un rametto di ulivo per dire agli uomini
che il peggio è finito. Ulisse, con il legno, ne fa un letto indimenticabile. E
grazie a qualche oliva Atena vince Poseidone e conquista l'Attica.
LA PACE
DOPO IL DILUVIO
Ci sono molti dubbi circa la vera patria dell'olivo; forse
la Siria, forse l'Asia Minore, forse la Palestina. Per il "libro dei libri", la Bibbia,
senz'altro è l'Armenia: da qui, infatti, un giorno una pacifica colomba spiccò
un volo con un rametto d'ulivo nel becco: era finito il diluvio, Dio finalmente
aveva fatto pace con l'Uomo!
Oggi comunque si è concordi nel circoscrivere in un'area molto vasta (dal
sud del Caucaso fino alle Cicladi e all'Arabia meridionale) la terra di
provenienza dell'olivo ed è anche accertato che ci è arrivato presto, in epoca
preistorica, spinto dalle glaciazioni (insieme a tanti altri vegetali) dalle
zone polari verso l'equatore, in cerca di caldo, così essenziale per il suo
ciclo vitale. La storia scritta non tarda; già un codice babilonese (2500 a.C.)
reca notizie sul commercio dell'olio. Dopo i babilonesi, gli egizi: e questi
con l'olio fanno quasi tutto.
Oltre che per i cibi, lo usano per fare
medicamenti, unguenti, profumi,
preparati specifici per l'imbalsamazione. Ma
non basta, a loro l'olio piace così tanto che Faraone e sacerdoti si ungono da
capo a piedi, e il massimo della bellezza maschile è un cranio perfettamente
rasato, tirato a lucido con l'olio. Segno della benevolenza di Iside, l'olio è
un altro segno di potere. Egitto e Mesopotamia per molti secoli sono gli unici
produttori e esportatori di olio, in quanto la loro civiltà di di tipo
stanziale permette di far commercio con i prodotti della loro agricoltura già così
ben organizzata; cosa impossibile invece per gli altri popoli attorno, nomadi o
seminomadi.
UN
TALAMO FAMOSISSIMO
È, come tutti sanno, il letto di Ulisse, scavato nell'ulivo
più noto della storia e della mitologia greca. Quindi l'ulivo può essere
considerato il simbolo di un'unione salda e duratura.
Dall' Odissea di Omero (libro ventitreesimo), traduzione di Ippolito
Pindemonte:
Or
che badi, Euriclea, che non gli stendi fuor dalla stanza maritale il denso
letto ch’ei di sua mano un dì costrusse [..]
Bella
d’olivo rigogliosa pianta sorgea nel mio cortile, i rami larga, e grossa molto,
di colonna in guisa. Io di commesse pietre ad essa intorno mi architettai la
maritale stanza, e d’un bel tetto la coversi, e salde porte v’imposi, e
fermamente attate. Poi, vedovata del suo crin d’oliva, alquanto su dalla radice
il tronco ne tagliai netto, e con le pialle sopra vi andai leggermente, e
v’adoprai la infallibile squadra, e il succhio acuto. Così il sostegno mi
fec’io del letto [..]
Dice anche una
leggenda che l'ulivo arriva in Grecia proprio per la fondazione di Atene (1582
a.C.), portato da Cecrope, cioè proprio da colui che la fonderà. In un affresco
cretese del 1500 a.C., la prima raffigurazione: alcuni alberi azzurri sono
certamente ulivi. Affascinante anche l'aneddoto mitologico che racconta di una
furiosa lite fra Atena e Poseidone scatenatasi per il possesso dell'Attica. A dirimere
la questione interviene il Padre degli Dei: la terra toccherà a chi saprà
beneficiare gli uomini di un dono straordinariamente utile. Poseidone, con
molta poca fantasia, fa uscire dal mare decorativi e inutili cavalli marini,
Atena regala invece un piccolo ramoscello ma carico di olive. E, naturalmente,
vince l'Attica. Da quel momento i greci impararono a conoscere l'olio, a usarlo
per accendere il fuoco, per lenire ferite e contusioni. Sostanzioso e
corroborante, entra subito anche nelle ricette di cucina e non solo. Cibo tipico
dei soldati attici sono certe polpettine cotte di farina e olio, molto
energetiche. Atleti e soldati, prima di gare e battaglie, scaldano e tonificano
i muscoli con un massaggio di olio d'olivo. L'olivo diventa importantissimo:
una legislazione severa ne regola e protegge la coltura e protegge persino la sopravvivenza di quelli
selvatici. Chi osa sradicare un olivo dall' Areopago, la rupe situata nei
pressi dell'Acropoli, viene punito con l'esilio e la confisca dei beni, e a
nessun ateniese è permesso di abbattere più di due ulivi sulle proprie terre.
Ben presto
arriva anche in Italia
Verso la metà del primo millennio avanti Cristo i greci
portano l'ulivo prima in Sicilia e Sardegna, e poi in Calabria; ben presto, e a
poco a poco, salirà verso il nord. All'epoca dei Tarquini, cioè della
Repubblica (500 circa a.C.), certamente è già a Roma, ed è anche già
regolamentato il suo uso. Plinio racconta che non si possono bruciare ulivi
indiscriminatamente, neppure sugli altari sacrificali. Giulio Cesare scrive che
i cittadini di Leptis Magna pagano un tributo annuo di trecentomila libbre di
olio. Plutarco stabilisce che le conquiste di Giulio Cesare in Africa avrebbero
fruttato a Roma un introito ti tre milioni di litri d'olio. Il benessere e la
potenza si misurano con l'olio.
LE PRIME
RICETTE PER CONSERVARE LE OLIVE
Una domanda che viene istintiva è come mai l'oliva, che se
non è perfettamente matura è talmente amara da essere intollerabile al gusto,
sia stata invece subito accettata con entusiasmo dall'uomo. Quasi certamente
l'oliva è stata prima sfruttata per estrarne l'olio, la cui presenza è
evidentissima nella polpa con la semplice pressione delle dita. Ma successivamente
si pensa di «addolcire» il gusto dell'oliva con le tecniche più
varie, dalla salamoia alla semplice immersione in acqua calda (più o meno le
stesse usate ancor oggi) e «profumarla» con le erbe più
in voga, come finocchio secco aromatizzato con frutti di lentisco. Columella (scrittore
latino di agronomia) suggerisce tutta una serie di ricette per preparare le
olive verdi, rotte o intere, mature o avvizzite. La coltivazione si è estesa
ormai un po' dappertutto, dalla Sabina (Rieti) e dal Sannio (Campobasso) fino
alla Pancezia (Bari), insomma su tutto il litorale tirrenico e adriatico. Dove
faticherà ad arrivare è in Liguria (per Marziale l'Appennino è un limite
invalicabile per l'ulivo): ci arriverà comunque dopo essersi insediato in
Toscana, dove trova un ottimo ambiente.
LO
SAPEVATE CHE…
- Dopo il primo successo l'oliva fu
negletta per secoli, considerata un cibo rozzo e contadino.
- Dice un detto popolare che l'ulivo per crescere bene ha
bisogno di cinque indispensabili "S": silenzio, siccità, solitudine,
sole e sassi.
- A Roma, gli sposi portavano corone di ulivo il giorno
delle nozze.
- Quando Adamo sentì vicina la morte ricordò al Signore la
promessa dell'olio del perdono. Un angelo allora gli posò tra le labbra tre
semi, nacque un cedro, un cipresso e un ulivo.
- Uno dei "consigli della nonna" dice di usare
qualche goccia di olio caldo (si scalda in un cucchiaio, al fuoco di una
candela) su un batuffolo di ovatta per curare il "mal d'orecchi", e
che basta un cucchiaino di olio di oliva alla sera per stimolare un intestino
un po' pigro.
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