di Enrico Jessoula
Per leggere la prima parte ecco il link:
https://sognaparole.blogspot.com/2020/11/nonna-jude-prima-parte.html
- Eccolo, il backyard
di casa mia - ha detto la nonna.
Era proprio tutto come mi aveva raccontato: il prato,
il barbecue, il canestro per il basket, ma stavolta ero meno sorpreso da
tutte quelle parole strane perché avevo avuto il tempo di documentarmi sulla
Rete.
Infine, la piccola piscina a forma di cuore dove alcune
ragazze si tuffavano e ‘nuotavano’, una cosa che non conoscevo perché noi
abitanti di Sydro siamo troppo pesanti per galleggiare.
Ho avuto l’impressione che gli esseri umani sulla
Terra fossero molto deboli quando ho visto quelle ragazze senza la corazza di
metallo sul seno; al suo posto, alcune di loro avevano una sottile striscia di
stoffa, altre addirittura nulla: lo lasciavano scoperto e indifeso, come ad
esempio una ragazza somigliantissima a nonna Jude.
“Sei tu, vero?” le ho domandato, eccitato da quell’inebriante
tuffo nel nostro remoto passato. Mi è parso che annuisse e io, sempre più
incuriosito, ho cercato di conoscere meglio quel mondo e ho consultato
mentalmente Sydromaps per visualizzare
la mappa di Phoenix, una città di casette basse sparse su una superficie enorme
e con solo un milione e mezzo di abitanti: l’equivalente di tre dei nostri
condomini.
Qualcosa però non mi convinceva, perciò ho proiettato
la mappa di Phoenix sul visore oculare e le ho chiesto di indicarmi dove fosse
la sua casa. L’indice luminoso di Nonna Jude ha percorso lentamente una
striscia grigia, lunghissima e larghissima, che tagliava la città da Nord a Sud:
- Ecco, questa era la Scottsdale, una delle strade principali; la mia casa era qua, più o
meno a mezza altezza. -
Sono rimasto per un attimo trasognato a pensare a
quella strada enorme che immaginavo percorsa in continuazione da miriadi di
veicoli gialli dello schoolbus. Però
qualcosa non mi convinceva ancora:
- Nonna Jude, dalla mappa sembra però che l’Oceano
Pacifico sia lontanissimo: non potevi andarci a piedi! -
- Lascia perdere le mappe - ribatté lei ridendo - Sydromaps ha copiato quelle disponibili
sulla Terra, dove non le sapevano fare. La tecnologia, cent’anni fa, era
rudimentale, lontanissima dalla nostra; perciò venivano tutte sbagliate. -
Poi mi ha stampato un grosso bacio sulla guancia ed è
sparita all’improvviso, lasciandomi con un altro dubbio in mente: come ha fatto
nonna Jude a sviluppare la corazza di tungsteno sul seno, se nel filmino di
Phoenix, Arizona non ce l’aveva?
Il nostro concetto di condominio è tutto diverso. Ogni
famiglia vive su una piattaforma, alcune fluttuanti nello spazio ed altre
impilate l’una sull’altra, nel qual caso si parla di piattaforme a schiera.
Un agglomerato di piattaforme, singole o a schiera, è considerato
un condominio. In media, un condominio dà alloggio a mezzo milione di abitanti che
hanno in comune, che io sappia, solo l’amministratore del condominio.
Per anni non mi è stato chiaro perché ci volesse un
amministratore, visto che ognuno di noi può comunicare a livello
extrasensoriale con tutto l’universo. Questo sì, me l’hanno spiegato a scuola:
le piattaforme hanno dei servizi comuni, come il teletrasporto e il
teleriscaldamento, che vanno gestiti e, appunto, amministrati.
Ad esempio, se papà decidesse finalmente di venirci a
trovare, userebbe il teletrasporto, che è una cosa assolutamente geniale. Si entra
in una cabina di smaterializzazione, un addetto imposta l’indirizzo che hai
richiesto e ti rimaterializzi a destinazione.
E’ vero, ci sono persone che hanno paura di questo
processo e mettono in giro storie fantasiose di gente scomparsa durante il
trasferimento; in realtà a me non risulta che sia mai accaduto un incidente del
genere.
L’operazione dura pochi secondi; per questo non ho
capito perché papà non venga a trovarci: sembra sempre che sia troppo impegnato
per farlo, ma a me viene il dubbio che, in realtà, non abbia i soldi per il
viaggio.
Il teleriscaldamento è un’altra storia. Una Società
per l’energia convoglia il calore proveniente dalla nostra Stella primaria
verso tutte le piattaforme, attraverso un impianto molto complesso che tiene
conto delle distanze, delle dimensioni delle piattaforme e così via.
Purtroppo, ho sperimentato sulla mia pelle queste cose
quando l’amministratore è fuggito con la cassa e siamo rimasti al freddo per un
tempo lunghissimo, da temere che saremmo tutti morti assiderati.
Una volta risolto il problema – intendo quello del
riscaldamento – ho chiesto alla mamma come fosse stata possibile una cosa del
genere su Sydro, la galassia dell’onestà totale; lei ha tirato un profondo sospiro
e ha detto che ogni tanto c’erano delle trasgressioni, dei comportamenti
deviati, come se i vizi della Terra esercitassero ancora qualche malefico
influsso sugli umanoidi di Sydro.
- Ma com’è possibile - avevo ribattuto - dal momento
che la Terra non esiste più? -
La mamma si è armata allora di grande pazienza e mi ha
spiegato con calma:
- Al momento della Grande Esplosione particelle umane,
contenenti il relativo DNA, sono state disseminate nell’universo. Da quel DNA,
purificato a seguito dell’Esplosione, siamo nati tutti noi esseri ‘perfetti’;
purtroppo però alcuni individui, come il nostro amministratore, non si sa come,
hanno sviluppato una particolare resistenza al processo di purificazione e sono
diventati portatori di vizi terrestri. -
Mi è venuto un brivido, mentre il timore di contagio
si impadroniva nuovamente di me.
La comunicazione telepatica è certamente una gran
cosa, anche se comporta il rischio che gli abitanti di Sydro disimparino a
parlare: di fatto, alcuni dei miei amici non parlano quasi più. Nella mia
famiglia per fortuna non è così: abbiamo mantenuto l’abitudine ad utilizzare le
corde vocali per interloquire tra di noi, stabilendo un rapporto diretto ed
esplicito.
A volte la comunicazione orale è quasi indispensabile.
Me ne sono accorto oggi quando nonna Jude ha voluto darmi la password per accedere al suo archivio
informatico.
Il mio cuore era sobbalzato a quella notizia
meravigliosa. Stavo già per chiederle come me l’avrebbe trasmessa, quando lei
ha semplicemente accostato la bocca al mio orecchio, si è fatta schermo con una
mano e me l’ha sussurrata, evitando così, ha detto, che qualche hacker telepatico se ne impadronisse.
- Tu devi essere l’unico a conoscerla, oltre a me - ha
concluso stringendomi le mani, prima di procedere a dimostrarmi la complessa
sequenza di concentrazione, mosse e pensieri, che mi avrebbero aperto le porte
dell’archivio.
- Ora prova tu - mi ha detto infine.
Sarebbe una bugia dire che ci sono riuscito al primo
colpo; ma dopo ripetuti tentativi e qualche suggerimento della trisavola,
sempre bisbigliato all’orecchio, l’archivio si è finalmente aperto.
Una volta che avrò imparato bene, potrò esplorarlo
avanti e indietro e divertirmi con quelle immagini un po’ sfuocate, da non più
di cinquanta milioni di pixel, che se
non usi il visore piccolo appaiono terribilmente sgranate; quei colori scialbi,
quelle registrazioni gracchianti che mi trasportano su un pianeta dove solo
nonna Jude, tra tutti gli abitanti di Sydro, è vissuta.
L’archivio appare catalogato in base all’anno degli
avvenimenti. Secondo i miei calcoli, se nonna Jude ha oggi centoventicinque
anni e siamo nel 2225, deve essere nata nel 2100. Strana coincidenza: proprio
all’inizio del ventiduesimo secolo.
Le foto di Phoenix coprivano la sua vita da
adolescente, dai tredici ai diciott’anni; poi si saltava di colpo ai ventidue.
Qui mi sono nuovamente intenerito per la debolezza
delle donne dell’epoca. Un filmato mostrava due ragazze che correvano su un
prato, diviso da una rete; indossavano una maglietta e una gonnellina
cortissima, senza corazza né sul petto né sui polpacci e si difendevano, con
uno strumento che il telecronista definiva ‘racchetta’, da una pallina gialla
che le inseguiva a tutta velocità.
Mentre stavo guardando quello strano spettacolo è
arrivata nonna Jude e le ho chiesto di cosa si trattasse. Con aria sognante mi
ha risposto in un soffio:
- Ma caro, è la finale del torneo di Wimbledon, in
Inghilterra, il più importante torneo di tennis
del mondo! -
- Tennis? - ho domandato esterrefatto.
- Sì caro - ha risposto - e quella che vedi di schiena
sono io. -
Prese fiato, mentre andava a pescare nei ricordi:
- Era l’anno 2122 del calendario terrestre, avevo
ventidue anni. Non ero mai stata così in forma come quell’anno e mi ero messa
in testa di battere Serena, la numero uno del mondo. Vincere a Wimbledon era il
sogno di tutte noi tenniste e quella volta ce l’ho fatta, a conquistare il
trofeo. -
- Cavolo, nonna Jude, peccato che ti si veda sempre di
schiena. -
Sembrava non sentirmi, continuando come se parlasse a
se stessa:
- Pensa: il torneo più importante si giocava ancora su
campi in erba, prediletti dagli inglesi. Sull’erba la palla schizzava via,
bassa, irregolare; diventava così importantissimo avere un buon servizio… -
- Servizio? - cercai di interloquire, sempre più
spiazzato.
Puntò l’indice luminoso verso una delle giocatrici e
disse:
- Guarda ora: questo colpo iniziale è il servizio.
Veniva fatto dall’alto così era più veloce e potente, per mettere in difficoltà
l’avversaria. -
L’ho vista trasalire prima di proseguire eccitatissima:
- E ora guarda la smorzata
con cui ho vinto il primo set. -
- Smor…zata? Set? -
Nonna Jude sembrava divertirsi un mondo:
- Caro mio, gran colpo la smorzata. Vai incontro alla
pallina mentre l’avversaria si aspetta un tiro forte; tu invece all’ultimo momento
lasci cadere la racchetta… -
- Come sarebbe a dire, la lasci cadere per terra? -
l’ho interrotta.
- Ma no caro, la abbassi bruscamente e colpisci la
pallina di striscio. Praticamente la accarezzi, in modo che superi appena la
rete e si fermi al di là, imprendibile - ha ripreso fiato mentre il suo
entusiasmo continuava a montare - se il colpo è eseguito bene, la pallina si ferma
appena tocca il campo dell’avversaria, si affloscia come se fosse bucata. A
volte, secondo come la colpisci, torna addirittura indietro e ottieni un
risultato doppio: l’avversaria perde il punto e si stanca nella rincorsa. -
Ero affascinato da quella lezione teorica su quello
strano sport; ciononostante ho ribadito la mia perplessità:
- Cavolo, nonna Jude, è un peccato però che ti si veda
sempre di schiena. -
- E’ vero… però si capisce benissimo che sono io: guarda
il fisico asciutto, i capelli biondi, ondulati… -
Ho deciso di darle ragione, rinunciando a farle notare
che io non l’ho mai conosciuta con i capelli biondi e ondulati, bensì bianchi e
stopposi, e anche il fisico lascia un po’ a desiderare:
- E così, hai vinto il trofeo. Era bello? Ce l’hai in
archivio? -
- Certo. Sto giusto pensando dove l’ho messo… mi ci vorrà
un po’ di tempo per trovarlo. Dev’essere nella vetrina del salotto di casa: se sei
molto curioso, puoi anche cercarlo tu con calma, più tardi. -
“Vetrina del
salotto?” ho pensato “Che casino di archivio… non è solo
organizzato per anno, ma anche dislocato per tutta la casa. Boh!”
“Burrascosa riunione oggi al Parlamento di Sydro. Alcuni
deputati si sono rifiutati di parlare quando era il loro turno, limitandosi a
leggere una dichiarazione con la quale annunciavano che non avrebbero
partecipato alla votazione sulla legge che obbliga la galassia all’Onestà
Universale.
Il Presidente della Camera ha ricordato alla loro capogruppo
che l’argomento era stato uno dei punti chiave della campagna elettorale del suo
partito e che la legge era stata praticamente scritta dai loro esperti.
Per tutta risposta, il gruppo di deputati dissenzienti si è
seduto a braccia conserte senza proferire parola.
Di questa situazione di stallo ha subito approfittato il
partito dell’ex-Primo Ministro per proporre alcuni emendamenti al disegno di
legge, volti a rendere ‘non penalmente perseguibili’ alcune disonestà, nel caso
che a commetterle sia stato un uomo politico o comunque una persona di alto rango
o censo.
A quel punto, i deputati che avevano dichiarato di non voler
partecipare alla votazione si sono riversati nell’emiciclo all’urlo di ‘La
legge non si tocca’ ed è scoppiato un tafferuglio con esponenti della Sinistra
che cercavano di spiegare loro l’incongruenza tra questa reazione in difesa
della legge e la precedente decisione di non votarla.
Nel frattempo, altri gruppi della Sinistra se le davano di santa
ragione tra di loro in varie zone della Camera.
Solo dopo aver espulso tutte le persone coinvolte nei
tafferugli è ritornata la calma, ma a quel punto non c’era più il numero legale
per la votazione… ”
Ho spento, disgustato dalle notizie di SydroNews – il telegiornale cosmopolitico
– dalla vista di quei corpi sospinti l’uno contro l’altro, di quelle facce
truci, dei pugni agitati minacciosamente dagli uomini, per non parlare del
suono fesso dei seni delle donne che si urtavano con le rispettive corazze.
Tutta quella vicenda mi lasciava perplesso, anche
perché pensavo che l’Onestà Universale fosse già una legge, se non addirittura
un fattore acquisito dal popolo di Sydro come componente del DNA; invece ho
scoperto che alcuni vorrebbero depenalizzare, o persino permettere, qualche
disonestà per gli umanoidi di alto rango.
Ma vi sembra logico?
Io sono otto anni che mi trattengo dal dire la benché minima
bugia e loro, solo perché sono in Parlamento, pretendono di poter compiere
azioni ‘legalmente disoneste’. Posso immaginarle: un tesoriere che fa sparire i
soldi del partito, una deputata che si prostituisce, un imprenditore che non
paga le tasse.
Ho chiamato papà e gli ho chiesto che cosa ne
pensasse, ma lui mi ha tranquillizzato; ha detto che tutto si sistemerà perché
era solo una tattica e quelli che oggi non volevano votare la legge domani la
voteranno, proprio per evitare che vengano apportate modifiche.
Non sono tranquillo lo stesso perché papà è un
inguaribile ottimista e di questi tempi non azzecca una previsione.
- Non cambia mai nulla, è ancora tutto come sulla
Terra - ha mormorato invece una voce femminile al mio fianco, con tono
sprezzante. Non mi ero accorto che nonna Jude si fosse seduta vicino a me; mi
ha allungato una carezza e si è allontanata veloce.
Nella galassia si fa un gran discutere della perdita
di socialità. Gli esperti dicono che, con tutta questa comunicazione telepatica,
gli abitanti di Sydro non sono più abituati a interagire, a partire dalla
scuola di cui sembra non esserci più bisogno dal momento che lo scibile umano
viene downloadato automaticamente in
ogni bambino.
Ma non è così. Noi ogni mattina, dopo la colazione e
il download degli ultimi
aggiornamenti, andiamo a scuola come si è sempre usato. Io ho la maestra TQP126,
una donna molto dolce che ci insegna come utilizzare le nozioni che abbiamo
ricevuto, come comportarci, come fare amicizia con gli altri bambini e bambine.
Funziona tutto a meraviglia: non a caso Sydro è la
galassia della bontà universale! Noi bambini giochiamo tutti assieme, maschi e
femmine, senza distinzioni di razza o di provenienza. Ci divertiamo un sacco a
fare gare di sapienza in cui chi sa utilizzare meglio le proprie conoscenze
vince; in verità sono gare molto equilibrate perché i bambini della galassia
sono tutti intelligenti ed istruiti.
Per farmi ridere, nonna Jude mi racconta che ai suoi
tempi, sul pianeta Terra, usava mettere delle enormi orecchie d’asino agli
studenti ignoranti che, a volte, non riuscivano a rispondere nemmeno a una
delle domande che venivano poste loro.
- Come sarebbe, orecchie d’asino? - ho chiesto io.
La nonna, senza rispondere, ha preso un cartoncino, ha
ritagliato due orecchie enormi e me le ha appoggiate sulla testa. Ho attivato
subito la funzione ‘specchio’ del mio visore e mi sono sganasciato dalle
risate.
Anche a casa la vita scorre piacevole, direi perfetta.
Infatti, anche se papà vive lontano da noi, non passa giorno che non pranziamo
assieme.
Può sembrare una contraddizione, invece è proprio
così: la mamma apparecchia per tre e papà si materializza all’altro capo del
tavolo, sui nostri visori tridimensionali. E’ proprio come se fossimo seduti
alla stessa tavola: lui mi sorride, s’informa sulle ultime attività
scolastiche, le gite, gli sport.
Manca solo il contatto fisico. Non che sia
impossibile, ma è più complicato da realizzare e soprattutto richiede molta più
energia e l’energia mica possiamo sprecarla!
D’altra parte, quando si è a tavola non è il momento
migliore per toccarsi; anche papà e mamma lo fanno in altri orari, con quella
macchina tentacolare che dà tanto piacere ad entrambi.
Perciò anch’io mi accontento di vedere il sorriso
buono di papà che mi strizza l’occhiolino prima di fare un complimento ironico
a mamma, che so… “Ottimo questo risotto: comprato surgelato?”.
Sì perché lui dice che mamma non è una gran cuoca; ma
lo dice con tanto amore che è come se le facesse una carezza. Lei spesso
arrossisce a queste battute e io capisco che le fanno piacere, è il loro modo
di volersi bene.
Non mi sono ancora abituato a vedere papà che allunga
una mano sul tavolo per prendere un panino: è tutto così reale che vorrei
toccargliela, quella mano, darle un bacio, ma non si può, la mano è lì ma
rimane inafferrabile.
Mamma mi ha spiegato che, per rendere realistica la
scena del pranzo, hanno uniformato le sedie delle due case, il servizio di
piatti, i bicchieri; perfino i panini sono dello stesso tipo, come forma, dimensioni
e grado di cottura.
Così questi oggetti vengono amalgamati sui nostri
visori e quando papà prende un panino quello scompare davvero dal cesto, quando
si serve una delle tre fette di ‘tonno spaziale’, una ghiottoneria che è la
specialità della mamma, sul piatto di portata ne rimangono due.
Insomma, è davvero come pranzare assieme, tutta la
famiglia riunita. E’ un momento bellissimo; quando mamma è particolarmente
contenta vedo che lancia dei languidi sguardi a papà e intuisco che prendono
accordi per ritrovarsi alla macchina dei tentacoli, più tardi.
Un altro momento magico per me è quando viene a trovarci zia Carol che, come ho già detto, è la mia zia prediletta.
(segue)
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