(a cura di Mimma Zuffi)
Banda 4.0
Lo spettacolo per i
quarant'anni
“Io vi auguro
sogni a non finire e la voglia furiosa di realizzarne qualcuno.
Io vi auguro di non rinunciare mai all’avventura, alla vita e all’amore.
Io vi auguro di essere lieti e fieri di voi stessi.
E infine, io vi auguro di combattere sempre l’indifferenza,
di fare di ogni luogo la vostra resistenza.”
Sabato 6 luglio
in anteprima nazionale abbiamo presentato al Festival Teatrale di Borgio
Verezzi “Banda 4.0” il
nuovo spettacolo nato per celebrare i quarant’anni della Banda Osiris.
Un tutto esaurito in piazza
S.Agostino per un uno spettacolo pirotecnico e poetico. Una produzione
“ricca” e sorprendente in un grande circo di luci, video ed idee sorprendenti
oltre che di musica. Quaranta anni di teatro sempre fedeli alla nostra linea deviante
ed unica nel panorama musicale italiano.
Il feeling con il pubblico è stato immediato, la musica ha
sfiorato corde impensabili e fuori dal tempo, diventando un fermo immagine
divertente, dinamico e potente. Un richiamo alla figura dei clown musicali, una
meteora che si avvicina alla loro figura perfetta e strampalata ma vicina allo
spirito bambino e innocente di ognuno di noi.
Questo spettacolo
spazia dal suono aggressivo delle prime comparse a sorpresa nelle piazze e
nelle fiere degli anni ’80 fino alle più delicate sonorità dei film che ci ha
valso l’Orso d’argento di Berlino. Senza mai dimenticare la fisicità degli
strumenti e dei corpi. Tanta ruvidezza. Ed estrema precisione.
Quarant'anni non
potete perderveli.
Noi non li abbiamo persi.
Perdetevi con
noi.
Siamo molto contenti di aver
attraversato due secoli, venti in uno e venti in un altro, completamente
differenti. E siamo molto contenti di presentare Banda 4.0, uno spettacolo
imperdibile.
La scheda artistica.
Un grande schermo con proiezioni continue, video e
immagini, un sapiente gioco di luci e tantissima musica, poche battute
rapide e taglienti e il coinvolgimento del pubblico a cui viene richiesto di
inviare domande, anche le più imbarazzanti, via whatsapp.
Quattordici quadri che spaziano da un vorticoso documentario d’apertura con immagini di repertorio, ad un esecuzione di “Smoke on the water” per soli fiati. Lo spazio si trasforma in una balera anni ’60 per un’elegia sulla musica con la M maiuscola con “Quizas, quizas, quizas”.
La mancanza delle donne nella band ha contribuito a creare un gruppo di autoaiuto ottenendo di portare le amate in crociera ma, purtroppo, tra i ghiacci del polo: risultato cantare e coreografare “Uomini soli” dei Pooh. Sotto le acque del polo, in un oceano-acquario, inizia una passerella dei pesci più musicali impersonati dagli strumenti tra aguglie, dentici e meduse fluttuanti.
Quarantanni di viaggi tra i popoli stranieri hanno confermato che l’unico desiderio di tutti è quello di copiare le canzoni del Bel Paese e l' ”Italiano” di Toto Cutugno viene declinato nei generi più disparati fino ad essere copiato dagli stessi italiani. Per salutare gli spagnoli, invece, non resta che eseguire “Torero”, un omaggio al varietà e a Renato Carosone, fino a che il brano si trasforma in una corrida ambientata nella "Carmen" di Bizet dove il toro è impersonato da un furibondo bassotuba.
La poesia ha sempre attraversato la storia della Banda
Osiris e per la prima volta dal vivo viene eseguita “La favola dell’amore
inventato” scritta appositamente da
Tiziano Scarpa, un momento di poesia, intensità mescolati da una sapiente
ironia.
La visita all’opera è accompagnata da Mozart in persona che
con “Madamina
il catalogo è questo” offre la costruzione di una
gigante figura femminile tutta con strumenti musicali poichè il catalogo
elencato è quello dell'Ikea.
Il penultimo quadro è la sonorizzazione di un film, rumori e
musica, in cui un giovane Claudio Morganti è alla ricerca della sua anima
gemella ma alla fine trova solo una radio che trasmette “Caterpillar”, i quattro si scatenano in un pot-pourri legato alle
musiche da film mentre sul grande schermo corrono le immagini delle continue
citazioni musicali.
Chiude lo spettacolo un richiamo agli inizi: un banditore
con tanto di megafono annuncia che “siamo la banda più piccola del mondo,
l’unica banda terapeutica esistente sulla faccia della terra, nati per strada
come un petardo che ti rotola tra i piedi”. Questi sono i
quarant’anni ostinati e felici con cui abbiamo vissuta la nostra resistenza.
Chiude la versione intensa e toccante à la Banda Osiris di "Bella Ciao"
come ognuno di noi l’aveva sempre sognata.
La poesia
all’inizio è di Jacques Brel e sono le ultime parole dello spettacolo.
Le splendide foto
sono di Luigi Cerati.
pubblicato con l' autorizzazione di Banda Osiris, indirizzo di posta elettronica: messaggi@bandaosiris.it - telefono: +39 3357987555
li ho ascoltati qualche anno fa all'Auditorium di Milano. Eccezionali!
RispondiEliminaMiriam