La
bisbetica domata è una
delle commedie più famose di Shakespeare e,
come per molte altre commedie del Bardo, non si tratta solo di una storia
d'amore ma anche un esempio di vita reale. La storia ruota attorno a due idee. La prima è
che degli uomini provano a corteggiare la più giovane delle due figlie (Bianca),
ed evitano la più grande (Caterina) a causa del suo brutto carattere. I
disperati corteggiatori si travestono, ed escogitano trucchi elaborati solo per
avere una possibilità di poter corteggiare Bianca. I modi in cui le storie
d'amore arrivano al loro compimento sono molto diversi tra loro. La seconda
analizza la psicologia femminile. Il contrasto tra Caterina, donna diretta, ma
sincera, e Bianca, fanciulla educata, ma prepotente, alla fine mette in guardia
il pubblico sulle false apparenze. Petruchio e Caterina sono uno specchio della
società in cui viveva Shakespeare, dove la gente non si sposava per amore, ma
imparava ad amarsi dopo un po' di tempo. Lucenzio e Bianca arrivano al
matrimonio in maniera opposta, giacché sentono subito che vogliono sposarsi
l'uno con l'altro, sebbene sia il solo Lucenzio ad innamorarsi a prima vista di
Bianca.
La trama
Baptista Minola, ricco signore di Padova, ha due figlie in età da marito.
Bianca, la più giovane, dal carattere dolce e sottomesso, è corteggiata da
numerosi pretendenti. La sorella maggiore, Katharina (la
bisbetica), è al contrario testarda e ribelle tanto che nemmeno il miraggio
della sua ricca dote basta a guadagnarle un solo corteggiatore.
Ciononostante Baptista ha deciso che Bianca non potrà maritarsi fino a quando non si sia trovato uno sposo per Katharina.
Ciononostante Baptista ha deciso che Bianca non potrà maritarsi fino a quando non si sia trovato uno sposo per Katharina.
Petruchio, gentiluomo veronese squattrinato, è andato a
Padova con lo scopo di arricchirsi sposando una donna benestante. É talmente
sicuro di sé da accettare la sfida di domare Katharina, dando così a Lucenzio,
un giovane studente, di conquistare Bianca.
Il film
Interpretato da Richard Burton e da Elizabeth Taylor, perfetta
coppia
hollywoodiana, due star la cui fama sugli schermi era eclissata solo da quella della loro storia d'amore nella realtà. Non passava giorno che fosse pubblicato un articolo su di loro, nessun rotocalco si poteva considerare completo se non vi era una foto dei due. Benchè Richard Burton ed Elizabeth Taylor avessero interpretato insieme più di dieci film, solo due hanno superato la verifica del tempo. Il primo è lo straordinario Chi ha paura di Virginia Woolf? Il secondo è appunto La Bisbetica Domata di Zeffirelli. Anche se prima di questo film l'esperienza di Zeffirelli di era limitata al teatro (il primo film da lui diretto, dopo esser stato aiuto di Pietrangeli per "Il sole negli occhi" e "Lo scapolo" , e di Visconti per "Senso", è "Camping, 1958, una commedia sentimentale giudicata dalla critica molto convenzionale), il passaggio al cinema si rivelò molto proficuo. Usando quattro enormi teatri di posa a Roma e di un teatro adiacente Zeffirelli ricostruì una Padova cinquecentesca al limite tra sogno e realtà. Grazie a un'attenzione costante all'armonia visiva e all'essenzialità dei costumo, l'effetto d'insieme è discreto e molto piacevole.
hollywoodiana, due star la cui fama sugli schermi era eclissata solo da quella della loro storia d'amore nella realtà. Non passava giorno che fosse pubblicato un articolo su di loro, nessun rotocalco si poteva considerare completo se non vi era una foto dei due. Benchè Richard Burton ed Elizabeth Taylor avessero interpretato insieme più di dieci film, solo due hanno superato la verifica del tempo. Il primo è lo straordinario Chi ha paura di Virginia Woolf? Il secondo è appunto La Bisbetica Domata di Zeffirelli. Anche se prima di questo film l'esperienza di Zeffirelli di era limitata al teatro (il primo film da lui diretto, dopo esser stato aiuto di Pietrangeli per "Il sole negli occhi" e "Lo scapolo" , e di Visconti per "Senso", è "Camping, 1958, una commedia sentimentale giudicata dalla critica molto convenzionale), il passaggio al cinema si rivelò molto proficuo. Usando quattro enormi teatri di posa a Roma e di un teatro adiacente Zeffirelli ricostruì una Padova cinquecentesca al limite tra sogno e realtà. Grazie a un'attenzione costante all'armonia visiva e all'essenzialità dei costumo, l'effetto d'insieme è discreto e molto piacevole.
Tutto questo serve solo da
sfondo, il film non significherebbe nulla senza gli attori e la loro interpretazione
che, trattandosi di Shakespeare, è decisamente determinante. Anche in questi
Zeffirelli ha colto nel segno. Richard Burton è perfettamente calato nei panni
dell'opportunista Petruchio che cerca di impalmare la bella e ribelle Kate.
Elizabeth Taylor, nonostante sia frutto dello star system hollywoodiano, fa
sfoggio delle sue migliori doti recitativa: nei panni della
"bisbetica" riesce a fornire una notevole combinazione di bellezza,
impetuosità e femminilità.
I puristi shakespeariani
possono anche arricciare il naso, ma è fuor di dubbio che questo film sia un
capolavoro.
Curiosità
Per registi e produttori,
Shakespeare ha rappresentato una notevole fonte d'ispirazione fin dagli esordi
della cinematografia.
Si attribuisce la prima
esibizione shakespeariana sul grande schermo a Sarah Bernhardt che , all'inizio
del secolo, fece una breve apparizione in una versione muta dell'Amleto. Da allora, non passò anno in cui un'opera del grande drammaturgo
elisabettiano non sia stata adattata per lo schermo. Purtroppo, i risultati non
sono sempre stati soddisfacenti.
Il fatto che Shakespeare
sia unanimemente considerato il più grande commediografo inglese di tutti i
tempi non ha impedito ai registi di "ritoccarlo" ad uso e consumo del
pubblico. Infatti, nel 1956, l'intera trama di La tempesta fu rivisitata in chiave fantascientifica in Forbidden
Plane, prodotto da Fred Wilcox; Julius Caesar è stato
riambientato in un complesso di edifici dirigenziali nel film inglese An Honourable
Murder; Hamlet è stato ribattezzato Johnny Hamlet ambientato nel Far West, mentre l'intera opera è stata parodizzata in
Essere o non essere (To Be or not o Be) di Mel Brooks. Ma l'adattamento più curioso è senza dubbio quello di Romeo and Juliet di Armando Acosta, che pur lasciando il testo più o meno intatto presenta dei gatti invece di persone in quasi tutti i ruoli principali.
Essere o non essere (To Be or not o Be) di Mel Brooks. Ma l'adattamento più curioso è senza dubbio quello di Romeo and Juliet di Armando Acosta, che pur lasciando il testo più o meno intatto presenta dei gatti invece di persone in quasi tutti i ruoli principali.
Akira Kurosawa, considerato
il più grande interprete cinematografico di Shakespeare, non si fa scrupolo di
trasformare Macbeth e Lear in due guerrieri samurai in Il trono di sangue e Ran.
Il problema della maggior
parte delle interpretazioni shakespeariane, tuttavia, è una questione di
qualità.
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