(a cura di Mimma Zuffi)
Un
romanzo spaventoso e indimenticabile, scritto - come ha affermato Angelo
Guglielmi - «in un linguaggio secco, lucido e fermo e insieme percorso da una
strana vibrazione di natura segreta e inudibile». Samuel, sorvegliante di una
vasca dove vengono allevate e nutrite le sirene destinate alla produzione della
«carne di mare», si lascia tentare dal più pericoloso dei piaceri. Si unisce a
una sirena femmina, sfuggendo a stento alla reazione istintiva di lei: divorare
il maschio dopo il rapporto, come fanno le mantidi. Da quell'unione nasce Mia -
mezzo sirena e mezzo umana - e da lei avrà, forse, origine una nuova specie
cosciente. In Sirene Laura
Pugno racconta la fine del mondo degli umani, costretti a vivere al buio e in
città subacquee - perché la luce è diventata nemica, provoca il «cancro nero»
-, dominati dalle mafie internazionali, sfiniti dal consumo di ogni risorsa
planetaria.
Se a essere importante non è la vita di un singolo e nemmeno la
vita di una specie, ma la vita dell'intelligenza, «il passaggio di testimone a
un'altra specie a cui affidare la gestione del mondo», come scrisse Tiziano
Scarpa alla prima pubblicazione di questo romanzo, nel 2007, «è una via d'uscita dall'umano, dalle impasse della
sua civiltà, ma anche una sua realizzazione superiore, un superamento, un
autoannullamento e una paradossale salvezza».
Laura Pugno è nata a Roma. Ha
pubblicato la raccolta di racconti Sleepwalking (Sironi 2002)
e i romanzi (minimum fax 2009), Antartide (minimum fax
2011), La caccia (Ponte alle Grazie 2012) e La
ragazza selvaggia (Marsilio 2016, Premio Selezione Campiello 2017). In
poesia: Il colore oro (Le Lettere 2007), La
mente paesaggio (Perrone 2010),Bianco (Nottetempo 2016)
e I diecimila giorni: Poesie scelte 1991-2016 (Feltrinelli
Zoom 2016); è inoltre inclusa nell'antologia einaudiana Nuovi
poeti italiani 6 (2012). Oggi dirige l'Istituto Italiano di Cultura di
Madrid.
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