(a cura di Mimma Zuffi)
Iperborea - pagg. 224 - € 17,00
Affabulatore e filosofo, capace di
tradurre in storie poetiche la sua arguta indagine sull’uomo, l’identità e il
tempo, è soprattutto con i racconti che Lars Gustafsson si è guadagnato la fama
di «Borges svedese».
Può esistere la felicità in un mondo preconfezionato,
fatto di cose che fingono di essere desiderabili, in una società così complessa
che contro i suoi mali e i suoi problemi ci limitiamo ad assicurarci, avendo
perso ogni illusione di risolverli? Il mondo è davvero così vecchio che tutto è
già stato pensato, o siamo noi che siamo stanchi, che chiamiamo verità la
rassegnazione e definiamo irreale tutto ciò che speriamo? Forse è più ottimista
di quanto non sembri la visione di Gustafsson in questi racconti inediti del
periodo d’oro della sua creatività, conferma di quel talento narrativo che,
mescolando erudizione e immaginazione, filtrando questioni filosofiche con
humour e leggerezza, gli è valso l’epiteto di «Borges del Nord».
Un ricercatore
inviato in Cina durante la Rivoluzione culturale che trova la soluzione di un
problema ingegneristico meditando i pensieri di Mao, la notte insonne di un
fisico sperimentale che scopre sull’elenco telefonico di Göteborg che forse è
ancora viva la prima fidanzata morta da tempo, un incontro in un bar di Atene
che ridà l’occasione di vivere il grande amore della vita: scienziati, artisti,
musicisti, filosofi – lo stesso Nietzsche compare tra i
protagonisti – si muovono tra Svezia e Cina, Texas e Italia, in un
universo cosmopolita visto con l’occhio disincantato di chi conosce gli
interrogativi della scienza così come i riti della società e i meccanismi dei
sentimenti. Ogni personaggio, attraverso la memoria, il sogno o
l’immaginazione, vive un momento di epifania, l’illuminazione di un angolo
nuovo da cui guardare la sua situazione che apre una crepa nel muro della
realtà, una via di fuga verso un passato o un futuro dove tutto resta
possibile, compresa la felicità.
Lars Gustafsson
(1936-2016), originario del sud della Svezia che fa da sfondo a molti suoi
romanzi, è considerato il più internazionale scrittore svedese contemporaneo.
Studioso di matematica e filosofia, poeta, saggista, drammaturgo e romanziere
fra i più tradotti all’estero, ha insegnato per vent’anni Storia del pensiero
europeo a Austin, in Texas. Nei suoi racconti come nelle poesie si riconosce
quella vena fantastica, quel gioco dell’erudito che scherza con la propria
erudizione, quell’ossessione per il tempo e per l’identità che l’hanno fatto
definire il «Borges svedese». In Italia ha ricevuto il Premio Agrigento, il
Premio Boccaccio, il Grinzane Cavour e il Premio Nonino.
Tra i suoi titoli pubblicati
da Iperborea, Morte di un apicultore, Il pomeriggio di un piastrellista, Le
bianche braccia della signora Sorgedahl, L'uomo sulla bicicletta blu.
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