(a cura di Mimma Zuffi)
Iacobelli editore - pagg.184 - € 16,00
Dunque la donna che aveva messo in casa a
badare a sua madre era una specie di intellettuale in incognito. Una creatura
bizzarra, dalla personalità forte con problemi ben più angosciosi dei suoi, che
sui suoi giganteggiavano. Specchiarsi in lei, pur così poco accomodante,
capovolgere la propria immagine in quella di Alina significava accedere a
latitudini di sofferenza mai nemmeno immaginate…
(Titti Marrone)
Il
nuovo scritto di Titti Marrone
affronta un tema di scottante attualità: il rapporto di una donna con la
badante di sua madre, toccando quindi anche il tema della difficoltà
nell’accoglienza a un tipo di migranti che crediamo ben integrati.
Eleonora
è una filosofa, insegna studi di genere, frequenta amici intellettuali e
progressisti, ha un marito narciso e una figlia all’estero. Tutto bene? No, non
proprio, perché – complice l’età che avanza – Eleonora si trova in preda a
una sorta di spaesamento interiore. Forse perché ha un’anziana madre
demente da accudire. Ed ecco l’incontro con Alina, una efficientissima
badante moldava. Il confronto tra le due donne – che fanno entrambe
perno sulla terza, la vecchia madre – è come una deflagrazione: si specchiano
l’una nell’altra e si detestano per questo. Pensano di essere diversissime, invece
sono accomunate dall’attitudine al controllo delle vite altrui e via via da una
reciproca dipendenza che non riescono a tollerare. Entrambe si trovano d’un
tratto a essere capovolte: cioè tradite, deluse dove meno se l’aspettavano,
perdendo l’illusione di dominio delle esistenze familiari. E nello scritto di
Titti Marrone ciascuna racconta la sua esistenza direttamente, per la
sua parte, in brevi, spietati e a volte ironici lampi di coscienza
contrapposti: un susseguirsi di personaggi e d’involontaria feroce comicità
sulla vecchiaia, la malattia, i piccoli trucchi per fuggire dalle responsabilità.
Titti Marrone, napoletana, giornalista, è
autrice di vari libri tra i quali Il
mestiere di regista teatrale (Marcon 1991), Controluce (Pironti 1992) scritto con Gustaw Herling, Il sindaco (Rizzoli 1996), il reportage
narrativo sulla Shoah Meglio non sapere
(Laterza 2003, ultima edizione gennaio 2019) e il romanzo
Il tessitore di vite (Mondadori
2013). Dal 1996 insegna Storia e tecniche del giornalismo. Ha curato la raccolta
di racconti Ho sete ancora. 16 scrittori
per Pino Daniele per i tipi della libreria popolare Iocisto, di cui è socia
fondatrice.
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