(a cura di Mimma Zuffi)
Longanesi - pagg. 350 - € 18,60
«Dal fondo dello scavo abbandonato, una forma scivola fuori. S’arrampica, circondata dai marmi puntati di muffe, fiutando l’aria fresca della notte. Supera un gruppo di mezze colonne e lancia uno sguardo giù nella fossa. Non è la prima volta che esce di lì. E non sarà l’ultima.
Illuminato da faretti terrestri, il Portico di Ottavia nasconde un dedalo di strade striminzite su cui stanotte balbettano due tacchi prepotenti. Un’altra forma attraversa il cuore del ghetto ebraico: le botteghe, l’odore del cibo, il lastrico umido di luce albicocca.»
E' arrivato in libreria il nuovo romanzo di Mirko Zilahy, Così crudele è la fine. Dopo aver descritto la Roma delle periferie e dei mostri urbani in È così che si uccide e dopo aver tratteggiato la città dei grandi parchi e degli immensi spazi verdi in La forma del buio, Mirko Zilahy mostra la Roma più classica ma meno turistica e conosciuta, raccontandone i luoghi legati a episodi e atti criminosi della storia antica. Insieme alla capitale torna protagonista Enrico Mancini, il commissario creato dalla penna di Mirko Zilahy.
Il commissario Mancini è chiamato a seguire una scia di delitti enigmatici e silenziosi che uno sfuggente serial killer compie sullo sfondo dei monumenti romani. È tornato in forze, non è più l’uomo fragile e abbattuto dagli eventi che era diventato: la morte della moglie e le macabre vicende che lo avevano messo di fronte a una delle sfide più angoscianti e letali della sua carriera, lo avevano reso l’ombra di se stesso. Grazie all’aiuto fornitogli dalla psichiatra della polizia e alla fedele squadra che lo segue nelle indagini, si lancia alla ricerca di indizi che possano delineare il profilo del killer. Si tratta di un assassino dall’identità sfuggente, e in una corsa irrefrenabile tra passato e presente, il commissario si ritroverà ad esplorare la multiforme idea dell’identità, non solo dell’assassino ma anche la propria.
«Zilahy fa brillare Roma di una luce nera, bellissima.» Donato Carrisi
Mirko Zilahy laureato in Lingue e Letterature Straniere con una tesi su Dracula di Bram Stoker, ha conseguito un Phd presso il Trinity College di Dublino dove ha insegnato Lingua e Letteratura Italiana. È giornalista pubblicista e collabora con il Corriere della Sera; è stato editor per minimum fax nonché traduttore letterario dall’inglese (ha tradotto, tra gli altri, il premio Pulitzer 2014 Il cardellino di Donna Tart). È così che si uccide e La forma del buio, i suoi primi romanzi, sono stati accolti con grande entusiasmo dai critici e dai lettori.
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