(a cura di Mimma Zuffi)
Iacobelli editore - pagg. 224 - € 13,00
Gisella Modica interroga le
testimoni di una stagione dimenticata, quella dell’occupazione delle terre in
una Sicilia tra Fascismo e Dopoguerra, dove a
comandare erano i latifondisti spalleggiati dalla Mafia e i braccianti morivano
di fame. Un racconto in due tempi, anzi
tre: il tempo dei fatti, quello della ricerca, e infine quello in cui le voci
raccolte, che dapprima appaiono confuse,
diventano finalmente una Storia restituita alle protagoniste.
Figure indimenticabili per forza e intelligenza, eppure dimenticate
anche dallo stesso Partito per cui militavano a rischio della loro stessa vita.
Ma che i “compagni” ritenevano inaffidabili perché donne, il parroco teneva
fuori dalle chiese perché comuniste e le comari criticavano perché non stavano
al posto loro. Ma loro c’erano, e nei cortei dirette verso gli sterminati feudi
dei padroni portavano le bandiere rosse e lo stendardo con il cuore di Gesù.
Tra la nascita di una figlia e la morte
della madre, le voci di quelle
contadine restano mute per vent’anni. È il divenire adulta, il rinascere
madre a se stessa, che consente all’autrice di trovare il filo che intreccia la
sua con quelle altre vite, vite che ci parlano da una realtà lontana nel tempo
– il tempo delle lotte dei braccianti e della strage di Portella della Ginestra
– ma che, ben prima del femminismo, ci mostrano quella differenza che la
politica si ostina a ignorare.
Gisella Modica è socia della
Biblioteca delle Donne UDI Palermo e della Società italiana delle Letterate. Fa
parte della redazione di Letterate Magazine, rivista online della SIL, e di Mezzocielo, rivista di
politica, cultura e ambiente pensata e realizzata da donne.
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